CALCIO

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

CALCIO.

Alessandro Capriotti

– Principali competizioni per club in Italia e in Europa. Champions League. Europa League. Mondiali ed Europei. Lo scandalo ‘scommessopoli’

Dal 2007 al 2015 il calcio italiano ha dapprima scontato le conseguenze di ‘calciopoli’ (lo scandalo del 2006 che, evidenziando una serie di condizionamenti illeciti in ambito tecnico, dirigenziale, arbitrale e persino della comunicazione, ha stravolto il calcio e in generale tutto lo sport italiano), quindi ha conosciuto lo storico ‘triplete’ dell’Inter (vittoria nel 2010 in campionato, Coppa Italia e Champions League), due deludenti Mondiali della nostra nazionale, nell’ambito di un calo complessivo di competitività, altre vicende di segno illecito e gli avvicendamenti a livello federale.

Principali competizioni per club in Italia e in Europa. – La serie A 2006-07 risentì dei provvedimenti seguiti alla vicenda calciopoli; assente la Juventus, retrocessa in serie B de imperio, penalizzate di alcuni punti diverse altre squadre, tra cui il Milan, il torneo fu vinto dall’Inter con larghissimo margine di vantaggio sulla Roma (97 punti contro 75), che però si aggiudicò la Coppa Italia sconfiggendo nella doppia finale proprio l’Inter.

Copione analogo nella stagione successiva, nel quale però la vittoria dell’Inter in campionato fu meno netta (85 punti contro gli 82 della Roma) e caratterizzata da alcune polemiche su qualche scelta arbitrale nel corso del torneo; terza fu la Juventus, prontamente tornata nella massima serie. In Coppa Italia le finaliste furono le medesime della stagione precedente, Roma e Inter, e anche in questo caso s’impose la Roma, stavolta con la formula della finale unica.

Nella stagione 2008-09 l’Inter, guidata da quest’anno dal tecnico portoghese José Mourinho, conquistò ancora lo scudetto, con 84 punti, lasciando Milan e Juventus, a pari merito, a quota 74, mentre la Coppa Italia fu conquistata dalla Lazio, che s’impose sulla Sampdoria ai calci di rigore.

La stagione successiva può essere a ragione definita storica, sicuramente per l’Inter e per certi aspetti per tutto il calcio italiano: la compagine milanese infatti s’impose in campionato (82 punti contro gli 80 della Roma), in Coppa Italia (sconfiggendo proprio la Roma, nell’ennesima finale tra queste due squadre, per 1-0) e soprattutto nella Champions League, il trofeo europeo per club più prestigioso, che all’Inter mancava dal 1965.

Nel 2010-11, chiuso il ciclo di Mourinho all’Inter, il torneo fu vinto dal Milan, che lasciò all’Inter, protagonista indiscussa delle stagioni precedenti, il secondo posto (82 punti contro 76); la stessa Inter conquistò però la Coppa Italia superando in finale il Palermo.

Nella stagione seguente fu la Juventus a conquistare la vittoria in campionato, un successo dal forte valore simbolico ma anche tecnico. Fu secondo, con qualche recriminazione, il Milan (80 punti contro gli 84 dei bianconeri), mentre il Napoli si aggiudicò la Coppa Italia ai danni proprio della Juventus, superata in finale per 2-0.

Nella stagione 2012-13 la Juventus si confermò campione d’Italia, il suo avversario principale fu stavolta il Napoli, che giunse secondo con 78 punti, contro gli 87 acquisiti dai bianconeri. La finale della Coppa Italia fu un derby romano, che vide vincitrice la Lazio per 1-0.

Anche la stagione successiva fu, in campionato, appannaggio della Juventus, che conquistò così il suo terzo titolo consecutivo e il 30° di quelli riconosciuti dalla federazione. La squadra bianconera acquisì anche il record assoluto di punti in campionato: 102, contro gli 85 della Roma, seconda. La Coppa Italia fu conquistata dal Napoli, che sconfisse la Fiorentina in una serata ricordata, però, soprattutto per gli incidenti avvenuti fuori dell’impianto di Roma prima della gara e, a seguito di questi, del forte ritardo con cui la gara stessa ebbe inizio per le rimostranze, pesanti, di una parte della tifoseria.

Nel 2015 la Juventus si è imposta in campionato per la quarta volta consecutiva e ha vinto anche la Coppa Italia, superando in finale la Lazio per 2-1.

Champions League. – Il massimo trofeo europeo per club nella stagione 2006-07 fu vinto dal Milan, che pure vi era stato ammesso con l’insolita formula della partecipazione a un turno preliminare, dopo essere stato deferito nel-l’ambito del processo per lo scandalo del calcio italiano. La finale di Atene contro il Liverpool vide la compagine guidata da Carlo Ancelotti vincere per 2-1, in seguito a un cammino di grande spessore, in cui la squadra milanese aveva superato altri avversari di livello come il Bayern di Monaco e il Manchester United. Quest’ultima squadra si aggiudicò il torneo nella stagione successiva, superando i connazionali del Chelsea in finale, a Mosca, grazie ai calci di rigore di spareggio.

Nella stagione 2008-09 gli spagnoli del Barcellona, guidati dal tecnico Josep Guardiola, conquistarono il cosiddetto triplete, vincendo cioè entrambi i propri trofei nazionali e la Champions League, quest’ultima superando a Roma, per 2-0, il Manchester United.

L’Inter, eliminata agli ottavi, si rifece ampiamente nella stagione successiva, conquistando a sua volta il triplete. I nerazzurri superarono in finale, a Madrid, il Bayern di Monaco, per 2-0, ma nel turno precedente avevano eliminato, pur suscitando qualche polemica, i temuti campioni in carica del Barcellona.

Nel 2010-11 la Champions League riservò la stessa finale di due stagioni prima, quella tra Barcellona e Manchester United, stavolta ospitata a Londra; anche in questa occasione si imposero i catalani, per 3-1, acquisendo per la quarta volta il massimo torneo continentale.

Nella stagione successiva si impose, un po’ a sorpresa, il Chelsea, che non aveva mai conquistato in precedenza il trofeo: gli inglesi, guidati dal tecnico italiano Roberto Di Matteo, si aggiudicarono il confronto con i tedeschi del Bayern di Monaco, allenati da Jupp Heynckes, grazie ai calci di rigore di spareggio, dopo che i tempi regolamentari e supplementari erano terminati 1-1. Nel 2012-13 la Champions League propose una finale tutta tedesca tra Borussia Dortmund e Bayern di Monaco; la gara, disputatasi a Londra e arbitrata dall’italiano Nicola Rizzoli, vide vincitori i bavaresi (2-1). Nel 2013-14, a Lisbona, si registrò una finale tra squadre addirittura della stessa città, l’Atletico Madrid e il Real Madrid; fu quest’ultimo ad aggiudicarsi la Coppa – la decima della sua storia –, vincendo per 4-1 ai supplementari.

Dopo 12 anni la Juventus ha guadagnato la finale del massimo torneo europeo, giocata contro il Barcellona che però ha fatto sua la gara di Berlino per 3-1.

Europa League. – Il secondo torneo europeo, per importanza, riservato ai club è stato acquisito, nell’ordine, dal Siviglia nel 2006-07, dallo Zenit di San Pietroburgo nel2007-08, dagli ucraini dello Šachtar di Donec’k nel 200809, dall’Atletico Madrid nel 2009-10 e nel 2011-12, vittorie intervallate da quella dei portoghesi del Porto nel 201011, dal Chelsea nel 2012-13 e ancora dal Siviglia nel 2013-14 e nel 2014-15, sconfiggendo gli ucraini del Dnipro per 3-2. Nessuna squadra italiana in questi anni ha mai superato, nel migliore dei casi, il livello della semifinale.

Mondiali ed Europei. – Dopo la vittoria ai Mondiali di Berlino del 2006 il tecnico Marcello Lippi, a conclusione di un ciclo vincente, si dimise dall’incarico. Nel clima generale di rinnovamento invocato da più parti a seguito dello scandalo calciopoli la panchina azzurra fu affidata al giovane tecnico Roberto Donadoni, serio e misurato, ma necessariamente ancora inesperto. La stanchezza e l’usura accumulata dagli atleti nei mesi del Mondiale e l’addio alla maglia azzurra del calciatore più rappresentativo, Francesco Totti, non facilitarono il compito di Donadoni, che tuttavia condusse la nazionale alla qualificazione per i successivi campionati europei del 2008, organizzati congiuntamente da Austria e Svizzera. Qui gli azzurri, dopo alterne prestazioni, furono eliminati ai quarti di finale, ma solo dopo i calci di rigore di spareggio, dalla Spagna, che successivamente si aggiudicò il torneo superando la Germania per 1-0. I tempi apparvero maturi per il ritorno di Lippi alla guida della nazionale, con l’intento dichiarato di far qualificare la squadra alla fase finale dei Mondiali 2010 in Sudafrica e onorare il titolo di campioni uscenti; tuttavia, raggiunto il primo obiettivo, il secondo fu clamorosamente fallito, in quanto gli azzurri, conseguendo solo due pareggi e una sconfitta contro avversari non proibitivi, furono eliminati al primo turno, piazzandosi all’ultimo posto nel girone iniziale.

Stabilito già prima del torneo che il mandato di Lippi avrebbe avuto termine e noto da tempo il nome del successore, Cesare Prandelli, il nuovo obiettivo era palesemente quello di un rinnovamento consistente in ambito tecnico, in funzione degli Europei del 2012 (organizzati congiuntamente da Polonia e Ucraina) e soprattutto dei successivi Mondiali del 2014 ospitati dal Brasile. Acquisita la qualificazione al torneo continentale, gli azzurri riuscirono ad accedere alla finale con la Spagna, vincitrice del titolo mondiale in Sudafrica, oltre che campione uscente in Europa. L’obiettiva differenza di spessore tecnico tra le due formazioni rese la sconfitta degli azzurri, pur pesante (4-0), relativamente accettabile in virtù del comportamento complessivo nel torneo. Ma la successiva avventura brasiliana di due anni dopo, per la quale gli azzurri si erano puntualmente qualificati, fu di segno ben diverso, con l’eliminazione, per la seconda occasione consecutiva, al primo turno del torneo, poi meritatamente vinto dalla Germania, che in finale sconfisse l’Argentina (1-0) e nel corso della competizione aveva inflitto una pesantissima sconfitta ai padroni di casa (1-7). Il giorno stesso dell’ultima gara della nostra nazionale in Brasile arrivarono le dimissioni di Prandelli e del presidente federale Giancarlo Abete. Il successore di quest’ultimo, Carlo Tavecchio, eletto l’11 agosto successivo (con qualche polemica) conferì l’incarico di commissario tecnico ad Antonio Conte, che aveva nel frattempo lasciato la Juventus.

Lo scandalo ‘scommessopoli’. – Un’inchiesta, partita dalla procura di Cremona nel giugno 2011, evidenziò un circuito di scommesse (operate, a diverso titolo, illecitamente) sugli incontri di calcio di diverse divisioni nazionali e l’alterazione fraudolenta dei risultati di questi ultimi con varie modalità; l’indagine si articolò poi in vari filoni successivi, interessando anche le procure di Napoli e di Bari.

I procedimenti in ambito sportivo sono stati consequenziali. I reati ipotizzati sono stati in ambito ordinario l’associazione per delinquere e in ambito sportivo l’illecito, la violazione del divieto di scommettere per i tesserati e l’omessa denuncia. Al di là delle sanzioni sportive (radiazioni, squalifiche, multe e penalizzazioni), sempre discusse per motivi a volte opposti, e del rinvio a giudizio all’inizio del 2015, in ambito ordinario, di 129 persone, la vicenda, influendo sulla credibilità complessiva del nostro calcio, ha evidenziato tra l’altro il rapporto complicato tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, le difficoltà nell’apportare sanzioni sportive alle società per lo scostamento tra tempistica giuridica e scadenze organizzative degli eventi agonistici, le perplessità sulla piena idoneità del codice di giustizia sportiva a fronteggiare vicende simili e la possibile relazione tra mondo delle scommesse e criminalità organizzata.

Clamoroso è stato lo scandalo che alla fine di maggio 2015 ha investito la Fédération internationale de football association (FIFA): una complessa vicenda legata principalmente ai diritti televisivi e al marketing, aree oggetto già in passato di perplessità e polemiche. In questo caso ha operato l’FBI, che, ipotizzando reati avvenuti in territorio statunitense, ha effettuato a Zurigo diversi arresti, a spese di altrettanti dirigenti, peraltro alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente federale mondiale. Il candidato più autorevole, lo svizzero Joseph Blatter, già in carica per quattro mandati consecutivi (e per questo autore di una generica autodifesa), è stato rieletto in un clima di forti polemiche, per rassegnare però, pochi giorni dopo, le dimissioni in vista di un congresso straordinario.

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