CALCIO

Enciclopedia Italiana (1930)

CALCIO (fr. football; sp. futbol; ted. Fussball; ingl. football)

Bruno Roghi

La denominazione giuoco del calcio è comunemente usata per designare il moderno sport del football (palla a piede), ma è impropria perché il football, pur avendo in comune col gioco del calcio alcune caratteristiche accessorie, se ne distingue per la principale: infatti il football non ammette se non per il portiere l'uso delle mani, mentre il gioco del calcio propriamente detto comportava l'uso delle mani e dei piedi.

Il gioco del calcio, lentamente decaduto dopo gli splendori del Rinascimento, è di tradizione italiana, e più particolarmente fiorentina. Anch'esso, come quasi tutti i giochi di palla, trova giochi simili nell'antichità greca e romana. Tenuto conto del suo carattere collettivo, della suddivisione dei gareggianti in due schiere, della vivacità della lotta ingaggiantesi attorno alla palla, della stessa conformazione di quest'ultima, infine della lezione dei trattatisti più rinomati (lo Scaino, il Bardi, il Bini ecc.), si può ritenere che il gioco del calcio fiorentino abbia i suoi remoti antenati nell'episciro (ἐπίσκυρος) e nell'arpasto (ἁεπαστόν, harpastum). L'episciro, nella descrizione di Polluce (IX, 104), era giocato da due schiere che occupavano i due settori nei quali il campo era diviso da una striscia di pietra (σκῦρος) e che si cacciavano e si urtavano al gettar della palla, mentre l'arpasto, in voga presso i Romani, richiama il concetto di "rapire" (in gr. ἁρπάζω) la palla, prerogativa di un gioco estremamente battagliero. Così Marziale nel suo epigramma dedicato all'arpasto (IV, 19).

E arduo seguire le fasi della lenta elaborazione dell'antico arpasto nel fiorentino gioco del calcio attraverso il Medioevo, che non fu propizio al culto e allo sviluppo dei giochi di palla. Tuttavia alcuni documenti del tardo Medioevo (es. una deliberazione degli Anziani di Pisa (1300?) e un passo degli Statuti di Mondovì del 1415) dimostrano che già allo spirare dell'età di mezzo il gioco della palla, in forme tecniche imprecise, era noto e praticato in Italia.

Il gioco del calcio toccò il periodo del massimo splendore in Firenze, all'epoca dei Medici. Il Vocabolario della Crusca (1ª ed. Venezia 1612), ne dà la seguente definizione, riprodotta nelle edizioni successive: "È calcio anche nome di un gioco, proprio, e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata, con una palla a vento, rassomigliantesi alla sferomachia, passato da' Greci a' Latini, e da' Latini a noi".

Il campo abituale di gara in Firenze era la piazza di Santa Croce (vi è ricordo di cacce giocate sull'Arno gelato nell'inverno del 1491); si giocava dalle calende di gennaio al carnevale. Partecipavano al calcio, abitualmente, 54 giocatori appartenenti alla nobiltà cittadina e suddivisi in due schiere, prescelte sul campo o preordinate alla vigilia a seconda che il calcio era senza o con livrea. I 27 giocatori erano suddivisi in 4 gruppi a seconda dei compiti tecnici rispettivamente assegnati (15 innanzi o corridori; 5 sconciatori; 4 datori innanzi; 3 datori a dietro); e mira delle schiere avverse era quella di "far passare di posta, oltre all'opposto termine, un mediocre pallone a vento, a fine di honore" (Bardi). Il gioco, preceduto da sfarzose parate, s'iniziava col battere della palla, da parte del pallaio, contro un segno di marmo che era posto a metà del campo dal lato del muro (le odierne tribune), opposto alla fossa. Vinceva la caccia la schiera che riusciva a condurre la palla oltre il termine di fondo dell'avversa schiera, variamente manovrando con mani e con piedi. Il gioco del calcio, per il quale i Fiorentini nutrirono una sconfinata passione, assumeva particolare solennità in occasione di matrimonî principeschi e di visite illustri. Né Firenze era la sola cultrice del gioco, ché da una raccolta celebrativa del 1766, edita a Livorno, si apprende che il console britannico di questa città allestì in quell'anno una gara di calcio per onorare Pietro Leopoldo e Maria Luisa.

Più tardi il gioco del calcio andò decadendo, mentre il gioco del pallone col bracciale prendeva il primo posto nella considerazione delle folle e nella celebrazione di poeti e di scrittori.

Il football association. - Sul finire dell'Ottocento (1890) il gioco del calcio, nella nuova regolamentazione tecnica assegnatagli dagl'Inglesi (football association), veniva ripreso dagli Italiani che fondavano in quel tempo le prime società di calcio (a Genova, a Torino, a Milano), denominate all'inglese Genoa football club, Milan football club, ecc., sì come Inglesi residenti nel nostro paese erano la più parte dei giocatori praticanti il nuovo sport nelle neonate società italiane. Il gioco conquistò in breve i favori delle folle e, pervenuto a eccellenza, poté in seguito prescindere dall'ausilio e dall'insegnamento dei giocatori stranieri (dal 1927 le nostre squadre di calcio sono composte esclusivamente di giocatori italiani). Il football, peraltro, si gioca da noi, come del resto in tutte le altre nazioni, secondo le regole tecniche dettate dagl'Inglesi, regole che hanno applicazione internazionale e che sono elaborate e promulgate dall'International Board, organo legislativo permanente per il gioco del calcio (football).

Il gioco del football (association, per distinguerlo dal rugby, di cui appresso) differisce principalmente dall'antico gioco del calcio fiorentino perché è vietato ai giocatori di servirsi delle mani, l'uso delle quali è riservato ai due portieri.

Il regolamento del football association così disciplina, nelle linee generali, le norme tecniche del gioco:

La partita si svolge tra 22 giocatori, divisi in due squadre di 11 giocatori ciascuna, così denominati: un portiere (ingl. goalkeeper), 2 terzini (ingl. backs), 3 mediani (ingl. halves), 5 avanti (ingl. forwards). Il campo di gioco, in forma di rettangolo, ha una lunghezza massima di m. 120, minima di m. 90, e una larghezza massima di m. 90, minima di m. 45 Il campo è delimitato e segnato con linee bianche; i lati minori del rettangolo si chiamano linee di fondo, i lati maggiori linee laterali. A ogni vertice del rettangolo sono infisse bandierine che contrassegnano i 4 angoli (ingl. corners). Sulle rispettive linee di fondo sono collocate le due porte (ingl. goals) le quali, equidistanti dagli angoli del campo, consistono in due pali piantati verticalmente, distanti tra loro m. 7,30, e riuniti in alto da una sbarra trasversale posta a m. 2,45 dal suolo. Alla distanza di m. 5,50 da ciascun palo della porta verso gli angoli del campo sono tracciate due linee di m. 5,50, perpendicolari alla linea di fondo, e congiunte da una linea parallela alla linea della porta: il rettangolo così delimitato si chiama area di porta. Similmente viene tracciato un altro rettangolo, i due vertici del quale, sulla linea di fondo, distano da ciascun palo della porta m. 16,50, e che ha un'altezza di m. 16,50: il rettangolo così ottenuto si chiama area di rigore.

La partita ha in genere la durata di 90 minuti, divisa in due tempi di 45 minuti. La palla è formata da una camera d'aria di gomma coperta da un involucro di cuoio; la sua circonferenza non deve essere maggiore di m. 0,711, minore di m. 0,685; il suo peso varia tra gr. 368 e 415.

Le squadre - sorteggiato il campo - assumono lo schieramento indicato nel grafico. Il gioco incomincia col calcio d'inizio dal centro del campo in direzione della porta avversaria. I giocatori della squadra opposta a quella che dà il calcio devono stare a m. 9 lontano dalla palla fin che questa non sia stata giocata.

Marcatura della porta (ingl. goal). - Una porta è segnata quando la palla è passata completamente tra i pali e la sbarra trasversale senza che essa sia toccata con le mani da alcun giocatore eccettuato il portiere della squadra che si difende. Vince la partita la squadra che ha segnato il maggior numero di porte valide. Quando una porta è segnata, il gioco ricomincia e le squadre riprendono lo schieramento d'inizio.

Rimessa in gioco dalle linee laterali. - Quando la palla esce dalle linee laterali, un giocatore della squadra opposta a quella che l'ha fatta uscire la rimette in gioco dal punto in cui ha attraversato la linea gettando la palla in qualunque direzione con le due mani sopra la testa, tenendo i piedi fuori dalla linea di fallo e non alzando i piedi nel gettare la palla. Con la rimessa non si può segnare direttamente una porta.

Fuori gioco (ingl. off-side). - Quando un giocatore gioca la palla, ogni giocatore della stessa squadra che, nel momento in cui la palla è giocata, si trovi più vicino del compagno alla linea di fondo della squadra avversaria è fuori gioco se non ha almeno due avversarî tra lui e detta linea. Un giocatore non è mai fuori gioco in caso: 1. di calcio d'angolo; 2. di calcio di rinvio; 3. di rimessa dalla linea laterale; 4. allorché la palla è stata ultimamente giocata da un avversario; 5. quando lo stesso giocatore si trova nella propria metà del campo nel momento in cui la palla è giocata da un compagno di squadra.

Calcio di rinvio. - Quando un giocatore della squadra A fa passare la palla oltre la linea di fondo della squadra B, o viceversa, un giocatore della squadra B, o viceversa, la rimette in gioco con un calcio dato entro l'area della porta.

Calcio d'angolo (ingl. corner-kick). - Quando un giocatore fa passare la palla oltre la linea di fondo della propria squadra, un giocatore avversario calcia la palla dall'angolo del campo (corner) corrispondente al lato donde la palla è uscita.

Portiere. - Il portiere, entro la sua area di rigore, può giocare la palla usando anche le mani, ma non può tenerla in mano più di 10 secondi. L'avversario può caricare il portiere quando questi ha la palla in mano, ostacola un giocatore o si trova fuori dell'area di porta.

Falli. - proibito: 1. fare lo sgambetto all'avversario; 2. dargli un calcio; 3. colpirlo; 4. saltargli addosso; 5. caricarlo alle spalle. È altresì vietato al giocatore (tranne al portiere) di toccare intenzionalmente la palla con le mani.

Cariche. - Per carica s'intende lo spostare col proprio corpo, ma non con le mani, un giocatore avversario a fine di togliergli la palla o d'impedirgli di prenderla. È carica regolare quella praticata lateralmente, di fianco; irregolare quella praticata alle spalle.

Calcio libero (ingl. free-kick). - In caso di fallo, è accordato alla squadra che ha subito il fallo un calcio libero di punizione che si esegue collocando la palla nel punto ove il fallo si è verificato. Con un calcio di punizione si può segnare direttamente una porta quando il calcio è accordato in seguito a: 1. sgambetto a un avversario; 2. calcio a un avversario; 3. salto addosso a un avversario; 4. palla toccata con le mani, ecc. In altri casi la porta non può essere segnata direttamente in seguito a calcio di punizione, e precisamente quando ll calcio di punizione è accordato per le seguenti infrazioni: 1. un giocatore gioca la palla una seconda volta prima che essa sia stata toccata da un altro giocatore dopo la rimessa dalla linea laterale, ovvero in seguito a calcio libero, a calcio d'angolo, di punizione o di rigore; 2. "fuori gioco"; 3. palla portata dal portiere; 4. rimessa in gioco dell'arbitro; 5. condotta scorretta, ecc.

Calcio di rigore (ingl. penalty-kick). - In caso d'infrazione volontaria alle norme riguardanti il divieto di sgambetto, calcio all'avversario, palla toccata con le mani, e solamente quando l'infrazione volontaria sia commessa dalla squadra che si difende entro il proprio rettangolo di rigore (area di rigore), l'arbitro concede alla squadra avversaria un calcio di rigore per il quale la palla viene calciata in rete da un punto situato a m. 11 dalla linea della porta e senza che alcun giocatore della squadra punita stia fra chi tira il calcio e la porta.

Arbitro. - La partita è diretta da un arbitro assistito e coadiuvato da due guardialinee le cui dichiarazioni, peraltro, non vincolano l'arbitro.

Col fulmineo diffondersi della passione popolare per il gioco del calcio, il numero delle società che lo praticavano si accrebbe smisuratamente, tanto che oggigiorno non vi è città o paese di qualche importanza che non possegga la sua squadra e la sua moltitudine di seguaci (i cosiddetti supporters, accaniti partigiani delle squadre). A seconda del rispettivo valore, le squadre sono ripartite in varie categorie e concorrono agli annuali campionati nazionali regolati da apposita federazione (Federazione Italiana Gioco Calcio). Il campionato della massima categoria (divisione nazionale) si disputa dal 1898 ed è stato vinto dalle seguenti società, a tutto il 1930: Genoa F.C. (1898, 1899, 1900, 1902, 1903, 1904, 1915, 1923, 1924); Pro Vercelli (1908, 1909, 1911, 1912, 1913, 1921, 1922); Milan (1901, 1906, 1907); Internazionale F. C. (ora fusa con l'U. S. Milanese nell'Ambrosiana: 1910, 1920, 1930); Iuventus di Torino (1905, 1926); Bologna (1925, 1929); Torino (1928); Casale (1914); Novese (1922). Negli anni 1916-17-18-19 non venne disputato. Nel 1927 il titolo di campione, conquistato dal Torino, venne revocato. Nel 1922 si ebbero due campionati a seguito di uno scisma avvenuto nel corpo della Federazione.

La squadra rappresentativa italiana (maglia di colore azzurro), che gioca ogni anno sei o sette partite con le squadre rappresentative di altre nazioni, è composta dai migliori giocatori prescelti nelle singole società. La formazione della squadra è curata volta per volta da un commissario tecnico nominato dalla F.I.G.C.; un allenamento preliminare deve permettere ai giocatori di raggiungere l'affiatamento indispensabile.

La squadra nazionale italiana ha giocato la sua prima partita nel 1910, contro i Francesi, vincendo. A tutto il giugno 1930 ben 92 sono state le partite internazionali disputate dai calciatori italiani, con risultati come dallo specchietto che segue:

Il rugby. - Altra specie di gioco importato dall'Inghilterra, e la cui affinità col gioco del calcio fiorentino è palese, è il rugby (football rugby) che a loro volta gl'Inglesi hanno derivato dall'arpasto. Pare che gli stessi legionari di Giulio Cesare abbiano introdotto il gioco romano in Britannia. Il gioco ebbe larga diffusione fin dai tempi dell'alto Medioevo: più tardi fu, più o meno rigorosamente, osteggiato dai re delle dinastie dei Lancaster, dei Tudor e degli Stuart, che ravvisavano in esso il nemico del gioco dell'arco nel quale i soldati dovevano esercitarsi e primeggiare.

L'avversione professata dal puritanesimo contro tutti gli esercizi fisici, specie se violenti, affrettò il tramonto del gioco, che solo nel sec. XIX doveva risorgere e rifiorire nell'isola che è culla degli sport moderni. Fin da tempi remotissimi gl'Inglesi praticavano due specie di gioco: il hurling at goals disputato da 30, 40, 50 giocatori divisi in due campi (cfr. il gioco del calcio fiorentino) e il hurling over country, particolamiente violento e pericoloso, che si giocava attraverso le campagne da schiere appartenenti a paesi e a parrocchie finitime. Agl'inizî del sec. XIX, con la rinnovata voga del gioco, cominciò la sua rielaborazione tecnica a opera degli studenti che sempre avevano mantenuto vivo il suo culto. Gli studenti della scuola di Rugby, ligi alla tradizione, modellarono il loro gioco sull'antico hurling at goals, cosicché rubgy si denominò il nuovo sport in contrapposizione del dribbling game (il moderno football association) elaborato da altre scuole (Eaton, Harrow, Westminster, Charterhouse) che inibivano ai giocatori l'uso delle mani. Del 1855 sono le prime società inglesi di football association (Sheffield Club, Hallam Club) mentre del 1858 è la prima società di football rugby (Blackheath F.C.). Un successivo tentativo di unificare i due sport non ebbe fortuna. Sorsero quindi due comitati distinti: la Football Association che amministrò il dribbling game (l'odierno football), e la Rugby Football Union che amministrò l'antico hurling at goals, rielaborato nel moderno rugby.

Da queste notizie si rileva che, mentre il rugby si riallaccia all'antico arpasto così come il gioco del calcio fiorentino, il football association è una creazione originale degl'Inglesi, forse determinata dal fatto che i primi giocatori gareggianti a Westminster, dovendo giocare su cortili lastricati, furono indotti a proscrivere dal gioco le cariche e gli atterramenti tipici del hurling at goals (rugby) e ad escludere l'uso delle mani.

Le regole principali del gioco del football rugby sono le seguenti: Partecipano al gioco due squadre, composte ciascuna di 15 giocatori così suddivisi e denominati: 8 avanti (ingl. forwards), 2 mediani (ingl. halfbacks), 4 trequarti (ingl. three-quarter-backs), un estremo (ingl. full-back). Gli avanti hanno il compito d'impadronirsi della palla e di sgombrare il terreno ai trequarti; i mediani svolgono un lavoro di collegamento tra avanti e trequarti; ai trequarti, ottimi corridori, sono riservati il compimento delle azioni e la segnatura dei punti; l'estremo è il difensore di retroguardia e dovrà avere un'ottima presa e un calcio potente e sicuro.

Il campo di gioco ha la forma di un rettangolo, largo m. 70 e lungo m. 100 da una linea di porta all'altra. Dietro le due linee di porta si estendono due aree larghe quanto il campo (m. 70) e profonde m. 22, denominate aree di essai (ingl. try; it. tentativo). Su ciascuna linea di porta e a uguale distanza dalle linee laterali, che delimitano il campo, si elevano le porte, eostituite da due pali piantati a m. 5,50 l'uno dall'altro e collegati, all'altezza di m. 3 dal suolo, da una sbarra trasversale. A m. 22 dalle linee di porta sono segnate le linee dei 22 metri.

La palla è di forma ovale, pesa da 360 a 400 gr., misura da 75 a 77 cm. al grande perimetro, e da 63 a 65 cm. al piccolo perimetro. Il gioco ha la durata di minuti 80 ed è diviso in due tempi di minuti 40 l'uno.

Calcio d'inizio (kick-off). - Il gioco ha inizio con un calcio dato alla palla collocata al centro del campo. I giocatori appartenenti alla squadra che dà il calcio d'inizio devono tenersi dietro alla palla fino a che questa non sia stata calciata e abbia percorso in campo avversario almeno m. 10 in profondità. A tale distanza gli avversarî dovranno tenersi sino a che la palla non sia stata giocata. Il calcio d'inizio ha luogo all'inizio della partita, all'inizio del secondo tempo e dopo ogni marcatura di punti.

Calcio di rinvio. - Consiste in un calcio dato alla palla sul rimbalzo da una distanza inferiore a m. 22 dalla linea di porta del partito del giocatore che dà il calcio. Il calcio di rinvio ha luogo: a) quando la palla supera la linea laterale di porta o la linea del pallone morto, e cioè la linea di fondo dell'area di essai; b) dopo un essai (tentativo) non trasformato in punto; c) dopo un toccato: si ha il toccano allorché il giocatore mette per primo la mano sulla palla a contatto del suolo nella propria area di essai.

Segnatura dei punti. - 1. Una squadra marca un essai (punti 3) quando im suo giocatore riesce per primo a mettere la mano sulla palla a coniatto del suolo nell'area di essai della squadra avversaria; 2. una squadra marca una porta (punti 5) quando l'essai viene trasformato e cioè: l'essai dà diritto alla squadra che l'ha segnato di tentare la trasformazione portando la palla nel campo di gioco perpendicolarmente al punto dove l'essai è stato segnato, e calciandola verso la porta avversaria. Se la palla passa tra i pali della porta avversaria, al di sopra della sbarra trasversale, la trasformazione è avvenuta e la squadra beneficia di 2 punti che si aggiungono ai 3 dell'essai; 3. una squadra marca 4 punti quando il giocatore, nel corso della partita, calcia la palla sul rimbalzo e riesce a inviarla tra i pali della porta al di sopra dell'asta trasversale; 4. una squadra marca una porta (punti 3) quando il giocatore, su calcio franco di punizione a seguito di fallo, riesce a calciare la palla tra i pali della porta al di sopra dell'asta trasversale.

Vince la squadra che ha segnato il maggior numero di punti validi.

Mischia (ingl. scrummage; fr. mêlée). - Si ha una mischia quando parecchi giocatori dell'una e dell'altra squadra si piazzano in gruppo secondo una determinata e caratteristica disposizione a testuggine per attendere la palla e per permettere che essa venga posta nel mezzo. Tutti i giocatori raggruppati nella mischia devono avere i piedi a contatto del suolo nel momento in cui la palla viene collocata nel mezzo. La mischia ha luogo soltanto nel terreno di gioco propriamente detto (non nelle aree di essai).

Fuori gioco (ingl. off-side). - Il giocatore è fuori gioco: 1. se egli penetra o cerca di penetrare nella mischia dalla parte dello schieramento avversario; 2. se, volontariamente o no, la palla è stata giocata o toccata per ultimo da un giocatore della sua stessa squadra che si trovava dietro a lui. L'infrazione alla regola del fuori gioco dà il diritto alla squadra nvversaria di chiedere una mischia o un colpo franco nel punto dove l'infrazione è avvenuta.

Avanti (ingl. forward; fr. en avant). - Il giocatore che ha la palla può inviarla a un compagno di squadra passandola a mano, gettandola o colpendola, ma il passaggio non deve essere effettuato dall'indietro all'avanti (verso la porta avversaria). Nel caso di avanti (passaggio in avanti) l'arbitro ordinerà una mischia a favore della squadra che non ha commesso il fallo.

Rimessa laterale (en touche). - La palla è in rimessa laterale quando: 1. oltrepassa la linea laterale anche per via d'aria; 2. il giocatore che corrc con la palla sorpassa la linea laterale. Nei due casi la palla sarà rimessa in gioco da un giocatore avversario mediante il lancio della stessa verso l'interno del campo e in direzione perpendicolare alla linea laterale.

Calci franchi di punizione (ingl. free-kicks; fr. coups francs). - Un calcio franco è accordato alla squadra avversaria allorché: 1. il giocatore in mischia tocca volontariamente la palla con le mani o la estrae dalla mischia con le mani; 2. il giocatore, essendo a terra, non si rialza immediatamente; 3. contravviene alle norme relative al fuori gioco; 4. arresta od ostacola un avversario che non è in possesso della palla; 5. dà calci o fa sgambetti all'avversario, salvo sanzioni più gravi (espulsione); 6. è causa volontaria e sistematica d'inutili perdite di tempo, ecc.

Arbitro. - La partita è diretta da un arbitro assistito da due giudici di linea.

La codificazione del gioco è sostanzialmente inglese (Inglesi e Francesi concordarono nel 1890 un testo unico), ne prospetta le molteplici regole tecniche e determina i procedimenti delle squadre e dei giocatori. Il rugby, a parte le differenze tecniche sostanziali, è gioco più gagliardo e animoso del football association: occorrono pronta energia da parte degli arbitri e osservanza delle regole e vivido spirito cavalleresco da parte degli atleti per impedire che esso degeneri in combattimento acre e incomposto.

Introdotto in Italia una prima volta, il rugby trovò violenti detrattori. Nel 1928 il gioco venne ripreso e, meglio conosciuto e praticato, conquistò lentamente il favore degli sportívi. Sono poche, tuttavia, le società che coltivano questa specialità, a differenza di quanto avviene in Inghilterra e in Francia. Nel 1929 venne bandito il primo campionato nazionale di rugby, che l'Ambrosiana di Milano vinse, battendo in finale la Lazio di Roma. Nel 1930 il campionato fu vinto dalla società milanese Amatori, trasformazione della primitiva Ambrosiana. (V. tavv. LXXIII a LXXVI).

Bibl.: Fra gli autori che al giuoco del calcio e a quelli similari hanno dedicato trattati, studî e osservazioni di natura specificatamente tecnica, citiamo: A. Scaino, Trattato del gioco della palla, Venezia 1555; I. H. Mercurialis, De Arte gymnastica, II, cap. iv, Venezia 1569; G. De' Bardi, Discorso sopra il gioco del calcio fiorentino, Firenze 1580; P. Bini, Memorie del calcio fiorentino tratte da diverse scritture, ecc., Firenze 1688; J. Polenus, De sphaeristica, III, Venezia 1737; F.S. Quadrio, Lettera intorno alla sferistica ecc., ossia giuoco della palla degli antichi, Milano 1751; G. Aubert, Discorso sul calcio fiorent., ecc., Livorno 1766; P. Gori, Il giuoco del calcio, Firenze 1898; G. Cavazzana, Il giuoco del calcio, Milano 1925; Ch. Gondonin e Jordan, Le football (Rugby, Américain Association), Parigi 1911; Warner, Football for players and coaches, Carlisle (S.U.), 1913; K. R. G. Hunt, Association football, 1920; A. Renaux e P. Boucher, L'art et la pratique du football association, 4ª ed., Parigi 1921; G. Franceschi, Giuochi sportivi, Milano 1922; A. M. Wegand, American football, its history and development, 1926; L. Ferretti, Il libro dello sport, Roma 1928; L. Monitor, Le football association, Parigi 1929; A. Veisz e A. Molinari, Il giuoco del calcio, Milano 1930.

Per il rugby v. specialmente: C. J. B. Marriot, Modern rugby football, Londra 1924; W. W. Wakefield e H. P. Marshall, Rugger, Londra 1927; P. Boucher e M. Communeau, L'art et la pratique du football rugby, Parigi s.d.

A New York si pubblicano annualmente, nell'ottima Spalding's Athletic Library, guide aggiornate dell'association e del rugby.

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