Lavoro, camera del

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

lavoro, camera del

Martina Gianecchini

Organizzazione territoriale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), di cui comprende le diverse federazioni sindacali esistenti in un’area geografica. La suddivisione territoriale è di competenza dell’organizzazione regionale.

Compiti

La c. del l. territoriale, o metropolitana, dirige e coordina l’azione sindacale del territorio; promuove e gestisce le vertenzialità territoriali su temi d’interesse generale; favorisce una sempre più elevata capacità autonoma dei sindacati ad assolvere i propri specifici compiti; sostiene e tiene viva una qualificata iniziativa del sistema sindacale nel suo complesso, con particolare riguardo ai problemi generali dello sviluppo economico e del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione lavoratrice; favorisce l’organizzazione dei non occupati con strutture di rappresentanza decise dal Comitato direttivo della CGIL; è responsabile degli indirizzi e del controllo di tutti i servizi nel territorio; esplica competenze e poteri che le derivano dagli statuti delle CGIL regionali (art. 10, statuto della CGIL).

Cenni storici

La c. del l. ha avuto origine alla fine del 19° sec., come strumento di difesa dallo sfruttamento e dalla disoccupazione dilagante nel Nord Italia, nel periodo della depressione economica del decennio 1887-97. Era l’emanazione dei dirigenti del Partito operaio italiano, che si trasformerà successivamente a Genova nel Partito socialista italiano. La c. del l. di Milano nacque il 1° ottobre 1891, presso alcuni locali del Castello Sforzesco, con lo scopo di coordinare unitariamente le varie società di lavoratori salariati organizzati per sezioni di arti e mestieri. Nello stesso anno nacquero altre c. del l. in numerose città, tra le prime Torino e Piacenza, e assunsero all’inizio un carattere moderato. ● Gli scopi principali delle c. del l. erano il collocamento, l’istruzione e l’assistenza. Il fine ultimo restava il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, da raggiungersi senza il ricorso alla resistenza anticapitalistica. Durante le prime esperienze sindacali i dirigenti camerali ricorsero spesso all’arbitrato (➔), soprattutto su materie quali il salario (➔) e l’orario di lavoro. A Genova, nel 1892, al Congresso costitutivo del Partito dei lavoratori italiani (dal 1893 Partito socialista dei lavoratori e dal 1895 Partito socialista italiano), le c. del l. vennero riconosciute come strumenti di lotta sindacale.

Il 1° Congresso e la nuova organizzazione

Il 1° Congresso delle c. del l. si svolse a Parma nel 1893 e riunì i rappresentanti delle 12 camere del l. allora esistenti: Milano, Torino, Piacenza, Bologna, Brescia, Cremona, Firenze, Parma, Pavia, Padova, Roma e Venezia. Da questo incontro nacque l’idea di un organo di coordinamento permanente, la Federazione italiana delle camere del lavoro, che però cominciò a svolgere efficacemente il suo ruolo solo nel 1901. Tra il 1893 e il 1901, si sviluppò un processo di graduale trasformazione dei compiti delle c. del lavoro. La loro specificità di strutture organizzate su base territoriale e interprofessionale, consentì che le funzioni originali del collocamento e dell’assistenza si estendessero a una tutela più ampia e generale degli interessi del proletariato (➔).

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