CAMPAGNA

Enciclopedia Italiana (1930)

CAMPAGNA

Roberto Almagià

. Con questo nome (Campania nei documenti latini) s'indicava in passato la valle del Sacco, fino al confine col reame di Napoli. Il nome rappresenta un'estensione della Campania dell'età classica, verso nord, estensione della quale si ha traccia in documenti del periodo longobardo: essi indicano col nome Campania tutta la regione a nord del Garigliano (limite della pianura campana vera e propria), fra le propaggini dell'Appennino e il mare, fino ai Colli Albani. Più tardi, dopo la conquista franca, il nome si restringe, o meglio si scinde in due: la Campania in senso stretto (Campania napoletana; v. campania) e una Campania inclusa nel territorio pontificio e limitata fra i Lepini e gli Ernici, dalle sorgenti del Sacco a Ceprano (la regione fra i Lepini e il mare assume invece il nome di Marittima). Questa regione, comprendente i centri di Segni, Anagni, Ferentino, Ceccano, Patrica, Frosinone e talora anche Veroli e Sora, costituì nel sec. XI un'unità amministrativa, retta da un ufficiale pontificio, col titolo di comes; dal sec. XIII fu eretta a provincia ed ebbe a capo un rettore. E il nome restò poi sempre a una provincia dello stato pontificio (spesso unita alla Marittima); il suo perdurare è dovuto anche al fatto che la regione ha una certa sua individualità economica, come territorio d'intensa e quasi esclusiva vita agricola, unificato anche dalla valle del Sacco (detto difatti, in talune carte, Fiume di Campagna), principal via di comunicazione col Napoletano. Ancora nella suddivisione dello Stato pontificio fatta da Pio VI nel 1816, è mantenuta la provincia di Campagna e Marittima, con capoluogo Frosinone; più tardi invece, nel 1833, Gregorio XVI staccò la Marittima costituendo con essa la nuova delegazione di Velletri, mentre il restante territorio - che si trovava a corrispondere alla Campagna dei secoli addietro - formò la delegazione di Frosinone. Da allora il nome è caduto in disuso; esso equivale solo in parte per estensione territoriale, a quello, tuttora vivente, di Ciociaria (v.).

Bibl.: G. Falco, L'amministrazione papale nella Campagna e nella Marittima dalla caduta della dominazione bizantina al sorgere dei comuni, i Archivio Soc. romana di storia patria, 1915; id., I comuni della Campagna e della Marittima nel Medioevo, ibidem, 1919-1926.

Campagna romana. - Questo nome, o quello equivalente di Agro Romano, si dà abitualmente, in senso stretto e più proprio, al territorio, vasto un po' più di 2000 kmq., limitato a O. dal Mar Tirreno, a N. dai Colli Sabatini, che circondano il Lago di Bracciano, a E. dai Monti Sabini e Prenestini, a S. dai Colli Albani. Ricoperta in buona parte da materiali eruttati dai vulcani Albani e Sabatini - lunghe colate di lave o più spesso tufi incoerenti o litoidi - la Campagna è traversata dal basso Tevere, dall'Aniene e da altri corsi d'acqua minori, che hanno scavato delle vallecole talora assai profonde, interrompenti l'apparente monotonia della pianura. Il clima della Campagna è caratterizzato, come quello di Roma, dalla lunga siccità estiva, a causa della quale molti tra i minori corsi d'acqua si prosciugano, e s'inaridiscono anche talune sorgenti, non rare nella Campagna, ma in generale esigue. Da ciò la difficoltà di mantenere colture stabili senza apporto artificiale di acqua, e da ciò l'aspetto che la Campagna aveva fino a pochi anni fa: una steppa poco coltivata e scarsamente abitata, divisa in numerose tenute, adibite principalmente a pascolo per ovini, disseminata di casali e di capanne abitate solo nell'inverno dai pastori, provenienti in genere dai monti dell'Abruzzo.

Ma questo non fu il carattere predominante nella Campagna in ogni epoca, giacché fin dall'età classica si alternarono periodi di prosperità, nei quali - curandosi con opportuni lavori la raccolta delle acque - il territorio era ben coltivato e assai fittamente abitato, e periodi di abbandono; questi ultimi coincidenti forse anche con le epoche di particolare virulenza della malaria, flagello connesso con la presenza di aree occupate da acquitrini o da stagni, frequenti in passato, soprattutto in vicinanza del mare. Il sistema economico vigente nella Campagna fino a pochi anni fa risale già al principio dell'età moderna. Tentativi di bonifica idraulica e agraria e di ripopolamento, fatti già in varie epoche sin dal Medioevo, sono stati ripresi dopo il 1870, e in scala sempre più vasta, nel sec. XX, accompagnati da una lotta sistematica contro la malaria. L'opera di bonifica si è oggi estesa all'intero comune di Roma, che comprende quasi tutta la Campagna romana, e anche a taluni comuni limitrofi. (Vedi roma, Comune di).

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