CAMPEGGI o Campegi, Campegio

Enciclopedia Italiana (1930)

CAMPEGGI o Campegi, Campegio

Pio Paschini

Nobile famiglia bolognese, divenuta celebre nei secoli XV e XVI per dottori dello Studio di Bologna, e per prelati. I principali sono: Bartolomeo, laureato in leggi nel 1428, che lesse diritto civile e canonico dal 1438 al 1444. Costretto a uscire di Bologna l'anno seguente, come partigiano dei Canetoli, si rifugiò a Mantova, dove ebbe protezione dal marchese Ludovico Gonzaga e sposò Paola Cavalcabò. Furono figli di Bartolomeo: 1. Girolamo, dottore in leggi, ascritto al Collegio civile, lettore di diritto civile dal 1487 al 1490; fu decano di S. Michele dei Leprosetti, protonotario apostolico e vescovo di Parenzo il 17 marzo 1516. Nel 1533 morì e il suo vescovato passò al nipote cardinale Lorenzo. 2. Giovanni Zaccaria, nato a Mantova nel 1448; nel 1472 insegnava già diritto civile a Bologna; ma il 14 ottobre di quell'anno il Collegio gli intimò di non leggere, perché non ancora laureato. Fu addottorato infatti l'8 aprile 1473; e allora passò a insegnare a Pavia. Nel 1483 passò allo studio di Padova, nel 1486 ritornò a Bologna, poi nel 1489 di nuovo a Padova. Ascritto al collegio canonico di Bologna nel 1503, vi insegnò diritto civile fino al 1510, quando venne cacciato dai Bentivoglio. Rifugiatosi a Mantova, vi morì il 30 settembre 1511. Si hanno a stampa di lui un volume di Consilia, varî trattati in materia di dote (Pavia 1477), di testi (Venezia 1568), di statuti (in Tract. univ. iuris, Venezia 1584).

Da Giovanni Zaccaria nacquero: 1. Lorenzo (v.); 2. Tommaso, nato a Pavia nel 1481, laureatosi in filosofia a Bologna, nel 1506, e nel 1512 anche in ambo le leggi, fu aggregato al collegio Canonico e Civile e insegnò diritto canonico negli anni 1512 e 1514. Fu arcidiacono di Bologna, e compagno al fratello Lorenzo nel governo di Parma e Piacenza, quindi, per rinuncia di lui, ebbe la diocesi di Feltre nel 1520. Da papa Adriano VI fu inviato nunzio a Venezia nel 1523, ed ebbe in commenda l'abbazia cisterciense di S. Maria in Corace in Calabria. Visse quasi costantemente in curia, durante il pontificato di Clemente VII e ricevette gli ordini sacri nel 1526. Trovò favore anche sotto Paolo III, che nel 1540 lo inviò come nunzio alla conferenza religiosa tenuta a Worms, per un'intesa con i protestanti: ma la missione non ebbe esito felice. Fu a Trento nel 1543 quando si sperava d'iniziare il concilio; intervenne poi, il 13 dicembre 1545, alla solenne sessione d'apertura e vi lesse la bolla con cui il papa lo radunava. Cedette nel 1546 il vescovato di Feltre a suo nipote Filippo Maria, e continuò a vivere in curia come reggente della Cancelleria apostolica. Morì a Roma il 21 gennaio 1564 e fu sepolto in Aracoeli. Si hanno di lui a stampa dei trattati sul celibato dei preti, sull'autorità del papa e del concilio, sulla residenza dei vescovi e altre materie ecclesiastiche; oltre i voti che si hanno manoscritti fra le carte del concilio. 3. Marco Antonio, che divenne vescovo di Grosseto il 23 marzo 1528 e morì il 17 marzo 1553. 4. Antonio Maria di cui furono figli: Filippo Maria, che a 29 anni, nel 1546, ebbe per rinunzia dello zio Tommaso il vescovado di Feltre, e partecipò al concilio di Trento nel 1562; Giovanni, canonico di Bologna, dottore in leggi nel 1534 e arcidiacono di Bologna. Il 28 maggio 1537, a 24 anni, successe allo zio cardinale Lorenzo nel vescovato di Parenzo, ma non ne ebbe il governo che tre anni dopo. Alla morte di Paolo III il collegio dei cardinali gli diede il governo di Viterbo e del Patrimonio (1549), che tenne sino al 1554. Avendo il cugino cardinale Alessandro rinunciato al vescovado di Bologna, questa sede fu conferita a Giovanni nel 1553 Nel 1559 fu presidente al conclave e da Pio IV ebbe dapprima il governo della Marca, poi nel 1560 fu eletto nunzio in Toscana e nel 1561 in Portogallo. Morì a Bologna il 7 settembre 1563 e fu sepolto nella cattedrale.

Tra i figli avuti da Lorenzo, prima che diventasse cardinale, ricordiamo Giovanni Battista, che nato nel 1507, studiò a Padova, e ad istanza del padre fu nominato vescovo di Maiorca nel 1532 da Carlo V. Tenne questa sede fino verso il 1560, quando, rinunciatovi, si dedicò ad una vita di studio, in Bologna, circondandosi di persone dotte e illustri. Morì colà il 7 aprile 1583. Si hanno alle stampe di lui un'Epistola e un'Oratio pronunciata nel concilio di Trento il 25 gennaio 1552. Alessandro nacque a Bologna il 2 aprile 1504, ebbe il vescovado di Bologna il 19 marzo 1526; del resto, il padre continuò a ritenerne l'amministrazione e a goderne i frutti. Non ne prese il governo egli stesso che nel luglio 1541. Fu vicelegato in Avignone e nel 1544 divenne anche chierico di camera in Curia; nel 1547 partecipò al concilio, quando fu trasferito a Bologna e si radunò proprio nel palazzo dei Campeggi. Giulio III lo creò cardinale il 20 novembre 1551 col titolo di S. Lucia in Selci. Morì a Roma il 21 settembre 1554 e fu sepolto a S. Maria in Trastevere. Figlio di Lodovico, probabile fratello di Giovanni Zaccaria, fu Benedetto, nato a Mantova nel 1482. Laureato in medicina e filosofia nel 1507, insegnò a Bologna filosofia dal 1507 al 1515, poi medicina dal 1516 al 1550. Morì a Bologna il 13 gennaio 1566. Lasciò un poema latino in dieci libri, l'Italidis, sulle vicende d'Italia dalla discesa di Carlo VIII alla morte di Clemente VII, che fu stampato a Bologna nel 1553.

Figlio di Bartolomeo, condottiero d'uomini d'arme sotto Carlo V fu Camillo, che entrò fra i domenicani, divenne inquisitore a Ferrara e a Mantova, poi teologo di Pio IV. Nel 1568 fu eletto da Pio V vescovo di Sutri e Nepi. Morì a Sutri l'anno seguente e fu sepolto in quella cattedrale. Si ha di lui alle stampe una predica detta al concilio di Trento nell'avvento del 1561 e di più le aggiunte a un trattato De haereticis di Ugolino Zanchini.

Bibl.: G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1783, III, p. 28 segg.; VIII, p. 78; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori... di Bologna, Bologna 1847; Eubel-Van Gulick, Hierarchia Cath. M. Aevi, II, passim; L. von Pastor, Storia dei papi, Roma 1912, IV-V, passim.

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