CANALE DEL FERRO

Enciclopedia Italiana (1930)

CANALE DEL FERRO (A. T., 17-18-19)

Arrigo Lorenzi

FERRO È la denominazione più in uso per quella parte della vallata del fiume-torrente Fella che va da Pontebba alla confluenza nel Tagliamento e che, sino al sec. XIV, fu la principale via di comunicazione dei paesi delle Alpi più orientali con l'Italia: dal 1879 è percorsa dalla ferrovia Udine-Villaco. In senso estensivo vi si comprende anche il Canalthal dei Carintiani, cioè il corridoio formato dal tratto superiore della vallata stessa sino allo spartiacque di Camporosso e, oltre, dalla valle del Bartola sino alla Tarvisa (Tarvisio).

Il Canale del Ferro fu anche chiamato Canal di Pontevia (Pontebba) o di Chiusaforte (Sclusa). La prima denominazione (del Ferro) si deve probabilmente al fatto che la valle della Fella era lo sbocco attraverso il quale più direttamente arrivavano in Italia i prodotti di quella industria del ferro che si esercitava su vaste aree dell'Austria inferiore, della Stiria e della Carinzia e il cui limite occidentale passava nella stessa valle della Fella.

Nel Canale del Ferro i moderni geografi pongono il limite fra le Alpi Carniche e le Giulie. Nella sua parte inferiore è una valle longitudinale che continua a levante il solco dell'alto Tagliamento e prosegue poi a E. nel Canale della Resia; nella parte superiore è pure una valle longitudinale perché continua a E., fra le Carniche e le Giulie, la serie di solchi che separano le Carniche meridionali dalla catena principale (v. carnia); nella parte media, fra Pontebba e Resiutta, è una valle trasversale. Gli assi orografici tendono a inflettersi verso S., preannunziando così la direzione dominante nelle Giulie. Queste incominciano a sud della Soglia di Camporosso, sulla sinistra della Fella, con una serie di giogaie limitate ad oriente dall'Isonzo Coritenza, alle quali si conviene la denominazione particolare di Alpi di Raccolana o alte Alpi Giulie Occidentali.

Il fiume Fella nasce a ponente della Soglia di Camporosso, a 1562 m. sul mare, col nome di Filza o Piccola Fella, e ben presto è ingrossato dalla Cella e da altri corsi d'acqua (particolarmente dalla Seissera) confluenti nella corrente che incomincia a chiamarsi Fella a 800 m. s. m. Coi suoi affluenti emunge un'area di 706 kmq., tutti in territorio italiano, e dalla sorgente allo sbocco nel Tagliamento, a 251 m. sul mare, percorre 52 km., mentre la distanza rettilinea fra i due punti è di soli km. 33,5. Le maggiori pendenze sono nel corso mediano (tra Pontebba e Dogna in media 17.5%): è una vera chiusa incisa attraverso le formazioni triassiche.

La Fella percorre una delle regioni più piovose d'Europa: delle stazioni meteorologiche, Resiutta diede la media più elevata (2725 mm. annui), Camporosso (1501 mm.) la minore. Queste precipitazioni sono distribuite durante tutto l'anno, ma cadono con particolare intensità in maggio e giugno e soprattutto in ottobre, novembre e dicembre. Il mese più scarso di piogge è gennaio. A questi periodi corrispondono le escrescenze e le magre del fiume che, anche per la forte pendenza dell'alveo, ha carattere spiccatamente torrentizio. Accanto alle abbondanti precipitazioni (anche sotto forma di neve) i forti venti, specialmente la bora, sono un'altra caratteristica del clima di questa valle, dove il limite degli alberi si trova verso i 1600 m. o più sotto. L'insediamento è impedito in alcuni punti dalle frequenti cadute di massi, e assai ristrette sono le aree coltivabili che i torrenti contendono all'uomo. Perciò, data la ristrettezza della valle e le forti pendenze dei rilievi calcareo dolomitici, la densità della popolazione è bassa: il censimento del 1921 diede 17.198 abitanti (densità 36).

Sotto il riguardo linguistico, la popolazione del Canale del Ferro propriamente detto è friulana; antropologicamente non mostra quell'omogeneità che si riscontra in Carnia, sia per le invasioni che la valle ebbe a soffrire, sia, e in minor grado, per effetto dei lunghi rapporti con l'estero che diedero impulso a un certo scambio umano attestato dai cognomi di elementi italiani passati nei paesi austriaci e, reciprocamente, di stranieri stabilitisi nella valle e ben presto assimilatisi. Non deve poi essere trascurato il fatto che nella vallata, nella quale s'erano infiltrati invasori slavi, è tuttora frequente l'esistenza di popolazioni di tale provenienza, sia nel Canale di Resia (v.), sia nella valle longitudinale a monte della confluenza con la Pontebbana, dove, nonostante i molteplici influssi italiani, dovuti ai rapporti commerciali, sopravvive ancora nei villaggi un dialetto sloveno, mentre nei centri più importanti di Pontebba Nuova (Pontafel), Malborghetto e Tarvisio vi sono i discendenti di coloni tedeschi. La presenza dei quali si spiega con la durata (dal 1077 al 1918) del confine politico, quale fu stabilito fra i dominî dei patriarchi di Aquileia e dei vescovi di Bamberga.

Bibl.: G. Marinelli (ed altri), Guida del Canal di Ferro, Udine 1894; Guida della Carnia e del Canal del Ferro, nuova edizione curata da M. Gortani, ivi, 1924-25, l'una e l'altra con estesa bibliografia.

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