CANALE DI RACCOLANA

Enciclopedia Italiana (1930)

CANALE DI RACCOLANA

Arrigo Lorenzi

. Valle (13 km.) percorsa dal torrente omonimo affluente di sinistra della Fella. La Raccolana ha origine a 995 m., al Mostiz, sotto la Sella di Nevea (1195 m.), e scorre in un alveo ora interrotto da rapide e più o meno infossato, ora invece (tra il Piano delle Seghe e il Ponte delle Lastre) ampio e ghiaioso, nel quale d'estate le acque talvolta scompaiono. Dal ponte di Curito allo sbocco nella Fella, attraversa rumorosamente una forra, profonda più di 30 metri sotto la sezione più larga della valle; ne esce un po' prima della confluenza nella valle principale, nella quale poco a monte del confluente stesso, sorge il villaggio che pure si chiama Raccolana. Risalendo la valle, che in complesso è poco popolata, s'incontrano ancora più piccole e più povere borgatelle, per lo più situate sui terrazzi, dove è anche possibile la coltivazione. I boschi cessano fra i 1500 e i 1700 metri e non sono nolto estesi né molto fitti. Ciò per ragioni storiche piuttosto che fisiche, poiché le piogge sono abbondanti (a Saletto, m. 517 s. m., si ha una media annua di 1754 mm.) e favoriscono anche lo sviluppo dei pascoli, tra i quali sono celebri, per la squisitezza del cacio che si fa nelle casere, durante l'alpeggio estivo, quelli delle falde del Montasio (oltre i 1500 m.) e quelli (1166 m.) presso la Sella di Nevea che fa da spartiacque alpino principale, tra l'Adriatico e il Mar Nero.

Imponenti masse montuose delle alte Alpi Giulie chiudono verso l'interno la valle; sono il Montasio e il Canin, che ricettano piccoli ghiacciai: quello del Montasio però non è sul versante della valle di Raccolana. Il valico di Nevea conduce a Cave del Predil (Raibl) e di qui a Tarvisio, e perciò la valle di Raccolana, benché non abbia mai avuto interesse per il commercio, perché questo seguì la più bassa soglia di Camporosso, ebbe invece importanza militare nel 1809, quando il viceré Eugenio fece riparare i sentieri della valle per prendere di fianco gli Austriaci in ritirata, e durante la guerra 1915-1918, quando venne aperta una strada militare.

I non pochi nomi di luoghi slavi fanno pensare a un'antica parziale occupazione slava, ma da tempo immemorabile la popolazione è tutta friulana.

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