CANESTRAIO

Enciclopedia Italiana (1930)

CANESTRAIO

Ugo La Malfa

. Chi fabbrica canestri, ceste, panieri e altri oggetti di arredamento o d'uso con materie vegetali da intreccio, come vimini, giunchi, canne, ecc. Si tratta in genere di una piccola industria rurale diffusa là dove vi è abbondanza di materia prima. È esercitata più spesso da donne, oppure da uomini e ragazzi in via sussidiaria o di completamento ai lavori agricoli normali.

L'origine di questa industria è remotissima. Canestri e ceste erano usati nell'antico Egitto, nella Grecia (κανοῦν, κάνης), in Etruria, in Roma (canistrum). Servivano non soltanto ai comuni usi domestici ma erano anche adoperati per le pratiche del culto, specialmente per quelle di carattere mistico (v. calato); in essi si ponevano anche le offerte che si recavano agli estinti. L'industria dei canestri, decaduta un poco nel Medioevo, ritornò ad affermarsi sul principio del '700, specialmente in Italia, dove la lavorazione di vimini raggiunse allora una perfezione artistica veramente notevole.

Le materie prime usate sono moltissime e variano da luogo a luogo. Sono da ricordare i vimini, il giunco, la canna, le foglie della palma nana, i rami del castagno, la paglia, il truciolo, la ginestra, la rafia, il bambù, ecc.

I vimini si ottengono dai salici da vimini, alberi del genere Salice, aventi i rami lunghi diritti e flessibili, che crescono presso i corsi d'acqua e dei quali le specie più importanti ai fini della lavorazione d'intreccio sono il Salice viminale (Salix viminalis), il Salice a foglie grandi (Salix grandifolia), il Salice vitellina (Salix alba vitellina), il Salice mandorlo (Salix triandra), il Salice purpureo (Salix purpurea), il Salice rosso (Salix rubra). La raccolta dei vimini viene fatta in primavera, da fine marzo a maggio; o in inverno, da novembre a fine marzo; la raccolta invernale è però più frequente perché danneggia meno la pianta. Dei giunchi, che crescono anch'essi copiosi nelle paludi e lungo i fiumi, si utilizza, soprattutto per lavori d'intreccio, la specie Iuncus effusus, facendone la raccolta da luglio fino a tutto settembre; delle canne, la specie Phragmites communis, pianta flessibile, vuota, nodosa, di cui si fa la raccolta nel tardo autunno. Le foglie della Palma nana (Chamaerops humilis) si raccolgono generalmente nel periodo estivo e costituiscono un'ottima materia prima. Del castagno (Castanea vulgaris) vengono utilizzati i rami più flessibili per la fabbricazione di ceste grossolane e robuste.

Dal punto di vista del prodotto, la lavorazione di materie vegetali d'intreccio può a grandi linee distinguersi in lavorazione grossa e lavorazione fine. La prima comprende la fabbricazione di imballaggi per prodotti agricoli e industriali, di oggetti di uso agricolo o domestico; la seconda, la fabbricazione di oggetti da viaggio, giocattoli, cestini a disegni colorati, oggetti di fantasia, mobili, tavoli da lavoro, ecc. Per la lavorazione grossa si utilizzano i vimini greggi, i giunchi meno flessibili, le canne, i rami del castagno; per quella più fine i vimini, i giunchi di migliore qualità, le foglie di palma nana, il truciolo e la foglia, il bambù (quest'ultimo per i mobili).

I processi di lavorazione variano col variare della materia prima. I vimini vengono mondati dai rami laterali e classificati secondo la lunghezza, quindi affastellati per lunghezze eguali. I fasci vengono poi macerati, o in acqua stagnante, più spesso in acqua corrente e, dopo la maceratura, scortecciati a mano, a macchina o a vapore. Lo scortecciamento a mano viene fatto da un operaio con l'aiuto di un apposito strumento di legno o ferro; quello a macchina con la pelatrice, ma non è usato che nei pochi stabilimenti organizzati tecnicamente; lo scortecciamento a vapore, immergendo i vimini in acqua mantenuta calda attraverso un getto di vapore. I vimini scortecciati vengono essiccati al sole e all'aria e poi di nuovo riordinati in fasci secondo la lunghezza e la resistenza più o meno grande alla flessione e alla torsione. Infatti il valore commerciale dei vimini dipende oltre che dalla lunghezza, dalla qualità suaccennata. Secondo il sistema d'intreccio si distingue il lavoro in pieno da quello detto a giorno. Per il lavoro in pieno i vimini si sovrappongono orizzontalmente con continuità, senza lasciare spazî vuoti nel corpo del cesto; per quello a giorno si lasciano tali spazî. Nella lavorazione grossa s'impiegano vimini allo stato naturale, o salice greggio, cioè soltanto macerati, o vimini imbianchiti, o salice bianco, cioè anche scortecciati dopo la maceratura; nella lavorazione fine vimini sottili e flessibili convenientemente preparati, o vimini ridotti allo stato di lamelle sottili (liste) dalla macchina fenditrice, o a mano dall'operaio. La lavorazione sia grossa sia fine comprende la preparazione del fondo, del corpo, degli orli, dei manici, dei coperchi e delle guarnizioni accessorie del paniere. La disposizione e la legatura dei vimini variano secondo il genere di lavorazione.

Un po' diversa la preparazione dei giunchi, delle canne, delle foglie di palma. I giunchi appena raccolti vengono immersi in acqua bollente per pochi minuti, e poi esposti all'aria ed essiccati; dal loro intreccio si ottengono lavori grossi, come sporte, ceste da frutta e da ortaggi; e lavori fini come valigie, cesti per cartaccia, portafrutta, porta-penne. Le canne, trasportate ai luoghi di deposito, vengono spogliate delle foglie e delle relative guaine, ripulite, regolate alle estremità e ordinate secondo lunghezza: se ne ottengono graticci usati largamente nella bachicoltura, nell'industria di laterizî e nell'edilizia, e, spaccandole, ceste da frutta e da fiori. Le foglie di palma nana sono raccolte distinguendole a seconda che siano interne (fini) o esterne (grosse); sono poi private delle spine ed essiccate al sole, ottenendosene l'imbianchimento o attraverso una lunga permanenza all'aria aperta, o attraverso l'azione dell'anidride solforosa o del cloro, e quindi classificate e affascettate; dalle foglie interne si ottengono sporte, cestini, stuoie; dalle foglie esterne, scope e crino vegetale.

In Italia, la lavorazione d'intreccio è molto diffusa. I vimini, i giunchi, le canne abbondano nella valle padana e vi alimentano un'ottima industria. La palma nana è diffusa in Sicilia, in Sardegna, nel Napoletano, nel Lazio, in Toscana. Il castagno si trova quasi dappertutto, ma i rami si utilizzano per la fabbricazione di ceste solo nel mezzogiorno. La treccia di paglia e di truciolo è prodotta in Toscana, nelle Marche, nell'Emilia, nel Veneto. Stabilimenti notevoli per la lavorazione di vimini e giunchi sono nel Veneto (specialmente a Treviso), in Lombardia e in Toscana. È da osservare però che la lavorazione per imballaggi è un po' in decadenza per la concorrenza che esercitano gl'imballaggi di legno meno costosi e più solidi, mentre buone possibilità ha sempre la lavorazione di prodotti fini diffusa nel Veneto, in Lombardia, in Umbria, Toscana, Sardegna. Caratteristica, in proposito, per finezza di lavorazione e per buon gusto la produzione di cesti di palma, bomboniere, scatoline, che viene fatta nella parte settentrionale della Sardegna, e più particolamente a Castelsardo.

L'industria è anche molto diffusa fuori d'Italia. In Francia, nelle regioni paludose dell'est dove i vimini abbondano e a Parigi, centro di fabbricazione di articoli di lusso; in Inghilterra, intorno a Leicester e a Londra; in Germania a Lichtenfeld, a Sonnefeld e nella Foresta Nera, e, infine, nel Belgio, in Austria, in Ungheria. La lavorazione d'intreccio è poi largamente praticata da popoli di civiltà non europea. In India, nel Siam, in Cina, in Giappone, nella Malesia, in Australia si fanno lavori d'intreccio pregevolissimi per finezza, originalità e gusto di colorazione. Rinomati e imitati in Europa i mobili di bambù della Cina e del Giappone.

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