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cannabinoidi

di (*) - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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Cannabinoidi

(*)

Classe di sostanze che comprende il cannabinolo e i composti a esso strutturalmente correlati. Il cannabinoide più importante è il tetraidrocannabinolo (THC) presente nella canapa indiana (Cannabis sativa), principio attivo della marijuana. Il suo effetto sul sistema nervoso centrale è generalmente di rallentamento dei processi cognitivi e di sedazione.

Gli effetti collaterali dipendono anche dalla via di somministrazione (più rapidi e a concentrazione elevata a livello cerebrale se l’assunzione avviene con il fumo, più lenti e prolungati per via orale). Possono comunque presentarsi effetti diversi in base al tipo di utilizzo: per inalazione attraverso il fumo (paranoia, tachicardia, palpitazioni, tosse, broncocostrizione, ipotensione ecc.), per somministrazione orale (ipotensione, confusione, disorientamento spaziotemporale, tremore, debolezza muscolare, euforia, disforia, atassia, aumento dell’appetito), per via parenterale (dolori addominali, crampi alle estremità inferiori, nevralgia facciale, rash). In una piccola percentuale di pazienti (10%), l’ingestione di cannabinoidi ha comportato problemi più seri, quali allucinazioni, astenia, parestesia, amnesia, sincope, incontinenza fecale, tachicardia, mania, incubi, letargia, emicrania, psicosi, ritenzione urinaria, ipertensione, eccessiva sudorazione, disfagia.

Alcuni cannabinoidi sono stati impiegati anche in terapia medica con diverse indicazioni. La loro efficacia come antiasmatici, o come antiemetici, nel glaucoma ad angolo aperto, nella sclerosi multipla, nell’ansietà, nell’insonnia e nella depressione è riconosciuta, mentre il loro uso in farmacologia è stato lungamente dibattuto. Esistono, inoltre, problemi oggettivi legati all’uso di alcuni di essi in quanto il THC è poco solubile in acqua, poco stabile e ha una lunga emivita. (*)

→ Terapia farmacologica del dolore

Vedi anche
sedativo Farmaco che agisce sul sistema nervoso diminuendone l’eccitabilità. È un termine molto generico anzitutto perché non tiene conto del livello del sistema nervoso su cui si svolge l’azione (centri corticali, sottocorticali, neurovegetativi, oppure terminazioni periferiche) e secondariamente perché comprende ... marijuana (o marihuana) Uno dei nomi con cui viene indicata in America e in Europa la droga ottenuta facendo seccare i fiori e le foglie della canapa indiana (➔ canapa). È generalmente fumata in sigarette o in pipe. Tra gli effetti più frequentemente descritti: sensazione di benessere, ilarità, alterata percezione ... Cannabis Genere di pianta della famiglia Cannabacee, con le varietà sativa (canapa) e indica (canapa indiana). La Cannabis, sotto forma di preparati (foglie di marijuana) e resine (hashish), viene utilizzata come sostanza stupefacente. Tra gli effetti più frequentemente descritti: sensazione di benessere, ilarità, ... ansia In psichiatria, stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi. Viene considerata un fenomeno generale, presente, anche se in gradi diversi, nello sviluppo psichico di ognuno. Se si ...
Categorie
  • FARMACOLOGIA E TERAPIA in Medicina
Altri risultati per cannabinoidi
  • cannabinoide
    Dizionario di Medicina (2010)
    Composto in grado di interagire con recettori specifici, chiamati anch’essi cannabinoidi. I c. vengono differenziati i fitocannabinoidi (derivati da Cannabis sativa ➔), i c. endogeni (endocannabinoidi), i c. sintetici. I c. agiscono su due tipi di recettori (CB1 e CB2) la cui stimolazione inibisce l’enzima ...
Vocabolario
cannabinòide
cannabinoide cannabinòide s. m. [der. di Cannabis, nome lat. scient. della canapa, col suff. -oide]. – In chimica, denominazione generica di una classe di sostanze simili o affini alla cannabina, che comprende il cannabinolo e i composti...
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