Capo Verde

Atlante Geopolitico 2015 (2015)

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Informazioni principali
Dati generali

Capo Verde, piccolo arcipelago dell’Oceano Atlantico a 500 km dalle coste del Senegal, diventa indipendente dal Portogallo nel 1975. Il progetto di unificazione con la Guinea Bissau, voluto dai primi presidenti, non si è mai concretizzato a causa del colpo di stato avvenuto in Guinea nel 1980.

Ancora oggi l’arcipelago è legato a Lisbona dal punto di vista politico, culturale ed economico. Il paese, nel corso degli anni, ha costruito solidi rapporti con l’Unione Europea, in tema di cooperazione economica, investimenti e lotta ai traffici illeciti internazionali. Nella rete delle relazioni internazionali capoverdiane si è fatta spazio, negli ultimi anni, una crescente tendenza allo sviluppo di progetti di cooperazione in prospettiva ‘sud-sud’, con nazioni come Brasile e Cina, interessate a valorizzare la posizione strategica delle isole per le rotte commerciali transatlantiche. Inoltre, negli ultimi anni, Capo Verde ha rafforzato la cooperazione economica e politica con l’Angola, altra ex colonia portoghese, e con i paesi della costa africana occidentale.

Capo Verde è membro attivo della Comunità dei paesi di lingua portoghese, fa parte dell’Unione Africana e della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale. La vita politica del paese degli ultimi vent’anni è stata caratterizzata dall’alternarsi al governo del Partido Africano da Independência de Cabo Verde (PAICV) e del Movimento para Democrazia (MPD). Nel 2011, Il PAICV del primo ministro José Maria Pereira Neves ha ottenuto la maggioranza dei seggi, forte dei risultati del suo governo che è riuscito ad attrarre ingenti flussi di capitali esteri e considerevoli aiuti finanziari, tanto da raggiungere un tasso di crescita del 6%. Avrebbe potuto trattarsi di un volano per gli investimenti effettuati in istruzione, sanità e sviluppo infrastrutturale, destinati a portare Capo Verde a essere l’unico paese subsahariano in grado di raggiungere gli Obiettivi del Millennio fissati dalle Nazioni Unite per il 2015. L’MPD ha però conquistato la maggioranza nelle legislative, e l’elezione del leader Jorge Carlos Fonseca alla presidenza ha costretto il PAICV alla coabitazione.

In più, le pesanti ricadute della crisi economica internazionale e le relative politiche di austerità dei paesi donatori e investitori si sono tradotte in una riduzione degli aiuti, delle rimesse e degli investimenti, con conseguenze sociali come l’aumento della disoccupazione e della criminalità urbana. L’economia nazionale è fortemente orientata sui servizi, che pesano per il 74,9% del Pil e in particolare sul settore turistico: una caratteristica che rende l’economia capoverdiana estremamente legata allo stato di salute dell’economia internazionale.

La crescita economica dell’arcipelago ha subito un’importante flessione assestandosi intorno all’1% nel biennio 2014-15. Il lascito della colonizzazione portoghese si riflette, oltre che nelle relazioni politiche e commerciali del paese, nella composizione della stessa società capoverdiana. Circa il 70% della popolazione delle isole è mulatto e la religione cattolica riveste ancora un ruolo predominante. Se il portoghese resta la lingua delle élite, Capo Verde è sicuramente uno degli stati ambasciatori della lingua e della cultura creola a livello internazionale.

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