Carcinoma

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

Carcinoma

Ester De Stefano

Tumore maligno dei soli epiteli ghiandolari. Le principali caratteristiche che differenziano i tumori maligni da quelli benigni sono l’invasività e la diffusione. I tumori maligni invadono infatti i tessuti circostanti e le cellule tumorali entrano nel sistema circolatorio, proliferando lontano dal sito originario d’insorgenza e determinando il fenomeno della formazione di aree secondarie di crescita, le metastasi. Le cellule maligne sono meno differenziate rispetto alle altre e le loro proprietà variano con il passare del tempo.

La variabilità del fenotipo è spesso correlata con la variabilità del genotipo: i cromosomi delle cellule cancerose presentano anomalie di numero e di struttura. Le differenze morfologiche fra cellule normali e cellule tumorali sono osservabili al microscopio: nell’ambito del tessuto specifico le cellule cancerose presentano una crescita rapida, un elevato rapporto tra nucleo e citoplasma, nucleoli evidenti, numerose mitosi e strutture relativamente poco specializzate. La presenza di cellule invasive nell’ambito di una sezione di tessuto normale rappresenta una indicazione diagnostica di malignità.

Le cellule maligne, tuttavia, mantengono un numero sufficiente di caratteristiche del tessuto dal quale derivano e pertanto sono classificate sulla base delle relazioni che le legano al corrispondente tessuto di appartenenza. Le cellule normali derivano dai tre foglietti embrionali: endoderma, mesoderma ed ectoderma. I tumori maligni vengono classificati come carcinomi se derivano dall’endoderma o dall’ectoderma e come sarcomi se derivano dal mesoderma.

Le leucemie sono tumori sistemici del sangue e si distinguono dalla maggior parte degli altri tumori che sono in forma di massa solida. Il confinamento di una cellula normale in un dato organo o tessuto viene mantenuto sia da barriere fisiche sia dalle interazioni complesse e non ancora completamente definite che si stabiliscono fra le cellule. La più importante barriera fisica che mantiene separati i tessuti è la lamina basale, che si trova sotto gli strati delle cellule epiteliali e delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni. Le cellule metastatiche si aprono un varco attraverso la lamina basale, distruggendo la sostanza di cui essa è composta. Le cellule tumorali sviluppano infatti nuove proprietà, cioè producono nuove proteine che permettono loro di iniziare il processo di crescita; per es., gli enzimi secreti da alcune cellule maligne sono in grado di degradare il collagene e le altre proteine della lamina basale quali i proteoglicani e i glicosamminoglicani. Un’altra proprietà delle cellule maligne è quella di eludere la sorveglianza del sistema immunitario.

La caratteristica fondamentale delle cellule tumorali consiste nell’essere prive dei processi di controllo della crescita, uno degli aspetti più importanti della fisiologia animale. I 30.000 miliardi di cellule di un organismo sano vivono in una comunità complessa e interdipendente, all’interno della quale controllano vicendevolmente la loro tendenza alla proliferazione. Le cellule normali si riproducono quando ricevono determinati segnali molecolari da altre cellule poste nelle vicinanze. Questa collaborazione fa sì che in ogni tessuto si mantenga uno stato di equilibrio in modo che la sua struttura e le sue dimensioni siano appropriate ai bisogni dell’organismo. Le cellule tumorali derivano tutte da una cellula ancestrale comune (origine monoclonale del tumore) che, anche molti anni prima che il cancro diventi riconoscibile, ha avviato un programma di riproduzione incontrollata.

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