WEBER, Carl Maria von

Enciclopedia Italiana (1937)

WEBER, Carl Maria von


Musicista, nato a Eutin (Oldemburgo) il 18 dicembre 1736, morto a Londra il 5 giugno 1826. Il padre, barone Franz Anten v. W., dapprima ufficiale, poi a volta a volta direttore di teatri, impresario, impiegato, ecc., non poté assicurare al giovinetto quella stabilità di condizioni e di residenza che gli studî musicali avrebbero pur richiesto. Comunque, se questi studî non furono compiuti in modo sistematico e severo, essi però non mancarono di approfondimento in varie discipline. Dapprima il giovinetto è assistito dal Fridolin (direttore della musica, cantante, ecc., nel teatro diretto dal vecchio Weber), poi da J. P. Heuschkel a Hildburghausen, da Michael Haydn (il fratello di Joseph) a Salisburgo, da J. N. Kalcher e dal Valesi a Monaco, dall'abate Vogler a Vienna e - alcun tempo dopo - a Darmstadt.

Da queste varie esperienze il W. traeva una cultura musicale assai composita, ma nel tempo stesso più viva e più ricca di quella che gli avrebbe fruttato una scuola più ordinata. Musicista più estroso che riflessivo, il W. non ebbe del resto a mostrare se non di rado la deficienza delle sue risorse tecniche. Egli non si pone infatti molti problemi che in lui rimarrebbero del resto esteriori, non necessarî artisticamente; mentre la sua sensibilità armonico-timbrica gli assicura, appena ciò sia richiesto, una pronta raffinatezza di scrittura, come si vede specialmente nelle sonate per pianoforte. Ma soprattutto egli è - come s'accennava - un temperamento immediato ed estroso, cui un sufficiente senso della forma concede felici conquiste e felici effetti estetici. Per alcuni caratteri egli potrebbe così esser visto come un annunziatore di F. Liszt. E - come sarà il Liszt - così il W. è magnifico direttore d'orchestra e, soprattutto, magnifico virtuoso di pianoforte.

In queste due virtù egli trova il segreto delle sue prime vittorie nel mondo musicale; prestissimo però superate nel fortunato orientamento del W. verso il teatro. Nel 1810 ottiene infatti grande favore, a Francoforte, la sua prima opera d'impegno: Silvana, di cui continuerà il successo a Berlino, e in altre città. Opere anteriori, di minore impegno (Die Macht der Liebe und des Weins, 1799; Das Waldmädchen, 1800; Peter Schmoll, 1803, oltre all'incompiuta Rübezahl del 1804) non servirono che di avviamento, e del resto due di esse: Das Waldmädchen e Rübezahl diedero sostanza a opere della maturità.

Il W. intanto doveva cercare occupazioni varie di città in città (nel 1804 era stato direttore d'orchestra, per merito del Vogler, al teatro comunale di Breslavia; nel 1806, intendente musicale del Principe Eugenio del Württemberg, e poi segretario e maestro di musica in casa del principe Ludovico); nondimeno lavora con ardore alla composizione: nei 1811, per es., dà un'altra opera: Abu Hassan (Monaco) e nel '14 i Körner Lieder. Ma più che mai interferiscono ora nella sua attività creativa i continui passaggi da paese a paese: dopo peregrinazioni da Monaco a Lipsia, a Berlino, ecc., è a Praga nel 1813, direttore d'orchestra di quel teatro statale. Migliori possibilità gli sorridono nel 1816 quand'egli è chiamato dal re di Sassonia a riorganizzare e dirigere l'Opera di Dresda. Nel 1817 però, egli lascia il posto e l'incarico in seguito alle traversie procurategli dal suo matrimonio con la cantante Karoline Brandt. Fonda allora una scuola musicale, in Stoccarda, subito assai nota.

Siamo così a quel 1821 che per la fama del W. può essere considerato il momento decisivo: in quest'anno appare infatti il suo capolavoro teatrale: il Freischütz, che fin dalla prima rappresentazione (Berlino) suscitò un entusiasmo senza limiti. Alla favola, tratta da vecchie leggende popolari tedesche, corrispondeva la musica con i suoi toni di pauroso mistero o di ingenua grazia. Come il Gluck e il Mozart, il W. portava a dignità d'arte il canto e la danza del popolo tedesco, colorandoli in raffinate sfumature, dense di sensitivo romanticismo. E infatti con W. si può considerare decisamente aperto il cammino del romanticismo musicale germanico. L'opera del resto si mantiene ancora oggi più che mai viva nella pratica del teatro non meno che nell'animo dei musicisti e degli amatori di musica. W. toccava con il Freischütz la fama più larga; né soltanto nei paesi tedeschi. Fama non diminuita dalle opere successive, per quanto esse non abbiano raggiunto pari successo: l'Euryanthe, rappresentata a Vienna (Kärntnerthortheater) nel 1823, non seppe infatti mantenersi lungamente in repertorio, nonostante una buona accoglienza iniziale (quel che si dice oggi "successo di stima"), e i pregi singolari della partitura, cui forse nuoce soprattutto il complicato e prolisso libretto. Intanto il W. avendo perduto la salute, doveva interrompere spesso il suo lavoro per cercare sollievo in vari luoghi di cura (Marienbad, Ems, ecc.), senza per altro poterne a lungo profittare: per l'allestimento dell'ultima sua opera teatrale: l'Oberon (12 aprile 1826), il W. affronta e sostiene uno sforzo che aggrava il suo stato fino a condurlo, poco dopo, alla morte. L'Oberon però non mostrava alcuna traccia di stanchezza creativa ed anzi superava l'Euryanthe.

Composizioni. - Opere teatrali: Das Waldmädchen (1800; opera inedita, di cui non rimangono che tre frammenti); Peter Schmoll und seine Nachbarn (1800, inedito); Rübezahl (1804-05; non ne restano che 3 frammenti); Silvana (1810); Abu Hassan (1811); Der Freischütz (1821); Die drei Pintos (1821; abbozzo non terminato); Euryanthe (1823); Oberon (1826); oltre numerose musiche di scena per: Turandot di Schiller (1809); König Yngurd di Müllner (1817); Heinrich der Vierte di Gehe (1818); Lieb' um Liebe di Rublack (1818); Der Leuchtturm di Houwald; Preciosa di Wolff ecc., più canzoni, marce, cori, scene drammatiche staccate,. ecc.

Cantate, inni ecc.: Der erste Ton (1808); In seiner Ordnung schafft der Herr (1812); Kampf und Sieg (1815); L'accoglienza (1817); Natur und Liebe (1818); Jubel-Cantata (1818); Du, bekränzend unsre Laren (1821); Wo nehm' ich Blumen her (1823).

Musica sacra: Messe in Mi-b (1818) e in Sol (1818-19) per soli, coro e orchestra.

Musica vocale da camera: Circa 90 tra Lieder, Ballate, Romanze, ecc. per una o due voci con accompagnamento di pianoforte o di chitarra.

Musica corale: circa 33 numeri per coro, piano o per gruppi concertanti, con o senza accompagnamento.

Musica orchestrale: Sinfonia 1ª, in Do maggiore (1806-07; 4 tempi); Sinfonia 2ª, in Do maggiore (1807, 4 tempi); Grande Ouverture in Si-b-Mi-b (1807); Ouverture Der Beherrscher der Geister, in Re min. (1811); Ouverture Jubel in Mi maggiore (1818); oltre marce, walzer e danze tedesche.

Musica per soli strumentali e orchestra: Concerto 1° per pianoforte, in Do maggiore (1810); Concerto 2° per pianoforte in Mi-b maggiore (1812); Konzertstück per pianoforte, in Fa minore (1821); Concertino per clarinetto in Do min.-Mi-b magg. (1811); Concerto 1° per clarinetto, in Fa min. (1811); Concerto 2° per clarinetto, in Mi-b maggiore (1811); Quintetto per clarinetto e archi, in Si-b (1815); Concerto per fagotto, in Fa magg. (1811); Adagio e Rondò all'ungherese per fagotto, in Do min. (1813); Concertino per corno, in Mi min. (1815); Romanza siciliana per flauto, in Sol min. (1805); Sei variazioni per viola, in Do magg. (1806); Andante e Rondò all'ungherese per viola, in Do min. (1809, trascr. dal lavoro per fagotto); Pot-pourri per violoncello, in Re maggiore (1808); Andante e Variazioni per violoncello, in Re min.-Fa magg. (1810) ecc.

Musica per pianoforte e altri strumenti: Sei sonate per pianoforte e violino (1810); Grand Duo concertant per pianoforte e clarinetto, in Mi-b, oltre Variazioni, un Divertimento, ecc. per pianoforte e violino, clarinetto, o chitarra ecc.

Musica per pianoforte: Tre pubblicazioni di pezzi a 4 mani e 21 di pezzi a 2 mani, tra i quali ultimi si notano specialmente: Sonata 1, in Do maggiore (1812); Sonata 2, in La-b maggiore (1816); Sonata 3, in Re minore (1816); Sonata 4, in Mi min. (1822); 8 quaderni di Variazioni su temi originali o altrui (dal 1800 al 1817); Momento capriccioso in Si-b, 1808, due Polacche, 12 Allemandes (Walzer), 6 Scozzesi, 18 Walzer (oltre l'Aufforderung zum Tanze del 1815), 6 Fughette e un Rondò brillante.

Bibl.: F. W. Jähns, C. M. v. W. in seinen Werken (Catalogo con indice tematico), Berlino 1871; M. M. v. Weber, C. M. v. W., voll. 3, biografici, Lipsia 1864-66; A. Jullien, W. à Paris en 1826, Parigi 1877; H. A. Köstlin, K. M. v. W., Stoccarda 1878; A. Feissmann, C. M. v. W., Berlino 1886; G. Kaiser, Beiträge zu einer Charakteristik C. M. v. W.s als Musikschriftsteller, Berlino 1910; W. Georgii, K. M. v. W. als Klavierkomponist, Lipsia 1914; P. A. Merbach, Parodien und Nachwirkungen von W. s Freischütz, in Zeitschrift für Musikwissenschaft, 1919-20.