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CIAMPI, Carlo Azeglio

di Ciro Lo Muzio - Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2006)
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CIAMPI, Carlo Azeglio

Ciro Lo Muzio

, Presidente della Repubblica italiana dal maggio 1999 al maggio 2006. Nacque a Livorno il 9 dicembre 1920. Fu allievo del filosofo G. Calogero e, nel 1941, a Pisa conseguì la laurea in lettere presso l'Università e il diploma della Scuola Normale. Chiamato alle armi nello stesso anno, fu sottotenente in Albania; dopo l'armistizio (8 sett. 1943) rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e riparò in Abruzzo, riuscendo, dopo alcuni mesi, a passare le linee e a riprendere servizio nell'esercito italiano. Nel 1946 si laureò in giurisprudenza all'Università di Pisa. Assunto nello stesso anno dalla Banca d'Italia ne divenne in seguito capo del Servizio studi (1970), segretario generale (1973), vicedirettore generale (1976) e direttore generale (1978); fu poi nominato governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio italiano cambi (1979-1993).

Il suo impegno come uomo di governo ha avuto inizio nell'aprile 1993, quando ha assunto la carica di presidente del Consiglio dei ministri (fino al maggio 1994). Durante il suo incarico C. si è adoperato, in particolare, nella lotta all'inflazione, concludendo l'accordo sul costo del lavoro tra governo e parti sociali (luglio 1993); ha avviato la privatizzazione di imprese pubbliche, ampliando e precisando il quadro di riferimento normativo, e realizzando le prime operazioni di dismissione nel settore bancario e industriale. Il governo C. ha garantito, inoltre, l'applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento.

Negli anni Novanta ha ricoperto altri incarichi prestigiosi: governatore onorario della Banca d'Italia (dal 1993), vicepresidente della Banca dei regolamenti internazionali (1994-1996), presidente del Gruppo consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (1995-96). Dal 1996 è membro del Consiglio scientifico dell'Istituto della Enciclopedia Italiana.

Dal maggio 1996 al maggio 1999, C. è stato ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica nei governi Prodi e D'Alema, dando un contributo fondamentale al risanamento dei conti pubblici e al raggiungimento dei parametri stabiliti dal Trattato di Maastricht, permettendo così all'Italia di aderire all'euro sin dalla sua creazione; è stato presidente del Comitato interinale del Fondo monetario internazionale nel 1998-99.

Il 13 maggio 1999 C. è stato eletto presidente della Repubblica in prima votazione, con larga maggioranza (707 voti su 990). Gli anni del suo mandato si sono caratterizzati per un profondo impegno nel sostenere i principi dell'unità e dell'identità nazionale, radicati nei valori e nella passione civile che distinsero il Risorgimento e che, più tardi, hanno animato la lotta per la liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Della Resistenza C. ha ribadito costantemente il carattere di vasto movimento di popolo che ha coinvolto i sentimenti e la solidarietà della maggioranza degli italiani, civili e militari. Intimamente legato a questo convincimento è il costante e profondo richiamo dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana come patrimonio comune del popolo italiano. Convinto fautore della necessità di consolidare le fondamenta dell'Unione Europea non solo dal punto vista economico, ha ritenuto indispensabile la trasformazione dell'Europa in un soggetto politico unitario, capace di svolgere, con autorevolezza, il ruolo di forza di pace nel mondo.

Esprimendo la sua ferma condanna nei confronti degli atti di terrorismo internazionale, C. ha affermato che il contrasto a questo grave fenomeno non può essere esclusivamente affidato alle armi; che la composizione del conflitto israelo-palestinese costituisce il primo fondamentale passo verso la soluzione del problema; che il superamento delle profonde disuguaglianze sociali ed economiche che affliggono una parte crescente dell'umanità rappresenta uno dei principali obiettivi cui le potenze mondiali debbono orientare i loro sforzi. Altrettanto urgente C. ha considerato la necessità che le democrazie occidentali, e in particolare l'Europa, promuovano il dialogo con il mondo islamico, evitando uno scontro tra religioni e culture.

Nella politica nazionale, C. si è sempre pronunciato a favore di un dialogo costruttivo tra le forze politiche che, pur nella dialettica accesa del confronto, non perda mai di vista gli interessi generali del Paese. Costante è stata l'attenzione di C. verso il mondo dell'informazione: nel luglio 2002 egli ha inviato un argomentato messaggio alle Camere sul tema del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione, strumento essenziale per la realizzazione di una democrazia compiuta, attraverso la formazione di un'opinione pubblica critica e consapevole. C. è intervenuto di frequente sul tema della giustizia, sottolineando, in particolare, lo stretto nesso vigente tra la formazione dei magistrati e il principio costituzionale dell'autonomia e dell'indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri.

Durante il suo mandato C. ha ritenuto di non accettare riconoscimenti da parte di istituzioni italiane; è stato insignito di lauree honoris causa dalle università di Lipsia (2000), di Oxford (2005) e dal- l'École normale supérieure di Parigi (2005). Nel 2005 gli è stato attribuito il Premio Charlemagne dalla città di Aquisgrana. È autore di: Sfida alla disoccupazione: promuovere la competitività europea (1996), Un metodo per governare (1996), Viaggio in Italia , voll. 1-4 (2003-04), Viaggio in Africa (2003), Dall'Europa all'euro, dall'euro all'Europa (2005), Dalla crisi al risanamento (2005).

Vedi anche
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