BISCARRA, Carlo Felice

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)

BISCARRA, Carlo Felice

Paolo Venturoli

Figlio di Giovanni Battista, nacque a Torino il 26 marzo 1823. Dal padre ebbe i primi rudimenti di pittura; sui vent'anni fece, come pensionato della regina Maria Cristina, un viaggio di istruzione a Firenze e a Roma dove si trattenne fino al 1848. Intanto iniziava e portava avanti anche gli studi letterari ed estetici e ben presto pubblicava i primi articoli nel Messaggero torinese e nella Rivista di Firenze. Dal 1843 cominciò ad esporre alla Società promotrice di belle arti di Torino e nel 1850 ottenne il suo primo grande successo col quadro Cola di Rienzo che arringa il popolo romano, che venne acquistato da Vittorio Emanuele II. Nello stesso anno andò in Belgio, a Londra, a Parigi, dove studiò per un anno con il pittore A. Scheffer. Dal 1853 iniziò la sua partecipazione come critico agli Albums della Società promotrice, che continuò fino agli ultimi anni della sua vita. Nel 1854 fondò con L. Rocca il "Circolo degli artisti". Nel 1860, su proposta di M. d'Azeglio, diventò segretario perpetuo della Accademia Albertina di belle arti. Si dedicò quindi al riordinamento degli statuti dell'Accademia, a un rinnovamento dei metodi didattici, alla istituzione di una biblioteca. Nel 1866 lavorò attivamente, sempre come segretario dell'Accademia Albertina, che era stata investita del mandato di sottocommissione artistica, per la partecipazione italiana all'Esposizione universale di Parigi del 1867. Nel 1869 fondò, insieme con L. Rocca,L'Arte in Italia, pubblicata ininterrottamente per cinque anni fino all'anno 1873, una delle prime riviste italiane riccamente illustrate. Nello stesso 1869 partecipò alla fondazione della Società "L'Acquaforte": sue opere figurano nelle pubblicazioni del 1870 e del 1871. Sulle pagine dell'Arte in Italia fu convinto sostenitore dell'acquaforte, anche per quanto riguarda la riproduzione delle opere d'arte, opponendosi all'uso della fotografia. Nel 1870 partecipò al Congresso artistico di Parma come segretario e, di nuovo, con le stesse funzioni, a quello del 1872 a Milano, compilandone gli atti. Nel 1872 tradusse il Corso pratico di disegno lineare per artisti ed industriali di G. Schreiber (recensione di E. Begey, in L'Arte in Italia, V [1873], pp. 168-170). Nel 1873 pubblicò una Relaz. stor. intorno alla R. Acc. Albertina di Belle Arti in Torino; dal 1875 al 1878 diresse la pubblicazione, e scrisse parte dei testi, dell'opera I capolavori della R. Pinac. di Torino. Nel 1883, come membro della Commissione governativa conservatrice dei monumenti, diresse una campagna fotografica sulle antichità della provincia di Torino: da anni infatti andava occupandosi di archeologia (Archeologia artistica. Dei ruderi di Libarna antica città romana in Liguria, in L'Arte in Italia, V [1873], pp. 145-154) e fin dal 1876 era socio perpetuo della Società archeologica di belle arti. Si interessò inoltre di restauro (Restauri dell'antica basilica di S. Francesco in Assisi,ibid., V [1873], pp. 38-40; Di Rosario Riolo musaicista palermitano e dell'arte del musaico in Sicilia,ibid., pp. 86-89, 108-110), difendendo soprattutto quei metodi che tendevano a ricostruire l'aspetto originario dei monumenti e un restauro atto a "riparare e conservare" e non a "ritoccare". Nel 1884 fu segretario della Commissione d'arte contemporanea per la Esposizione nazionale. Morì a Torino il 31 luglio 1894.

Fin dai suoi primi interventi critici il B. si oppose nettamente alla pittura neoclassica e purista facendosi paladino del nuovo naturalismo romantico (Le pastorelle emigranti dipinto a olio di Gaetano Ferri di Nizza, in Soc. Promotrice delle belle arti in Torino. Album..., Torino 1853, pp. 19 s.). In questi anni egli si dedicò soprattutto al genere storico: nel 1857 espose alla Società promotrice La giovinezza del conte di Carmagnola (opera riprodotta nell'Album dell'Esposizione dello stesso anno), nel 1858 I fratelli Zuccato mosaicisti nei Piombi di Venezia (Torino, Museo Civico, Galleria d'arte moderna), nel 1859 Galileo che spiega la teoria del moto della terra, tela acquistata dal duca di Genova. Ma già nel 1860 il B. cominciò a sostenere la pittura di paesaggio (Paesisti, in Soc. promotrice delle belle arti in Torino,Album..., Torino 1860, pp. 66-76). Nello stesso tempo però continuò a eseguire quadri storici come il Fanfulla in S. Marco di Firenze del 1861, acquistato dalla Società promotrice,La notte del 26 marzo 1822 (Pellico e Maroncelli lasciano le carceri di S. Michele) del 1865 (Saluzzo, casa Cavassa) e una serie di dipinti di soggetto relativo alla storia dell'arte, come il Filippo Lippi schiavo in Barberia del 1862, acquistato dalla Società promotrice,Giambellino che scopre il segreto della pittura ad olio,recato in Italia da Antonello da Messina del 1863, sempre acquistato dalla Società promotrice,Maso Finiguerra trova il modo di stampare le incisioni a bulino, esposto nel 1866,Francesco I re di Francia che riceve la saliera d'oro dal Cellini, esposto nel 1867 alla Società promotrice e nel 1873 all'Esposizione internazionale di Vienna. Ma ormai i suoi maggiori interessi di pittore e di critico andavano alla pittura di paesaggio: quasi tutte le opere esposte alle mostre annuali della Società promotrice e del Circolo degli artisti sono paesaggi (tra i più noti La vecchia strada del Cenisio del 1873, quadro acquistato da Vittorio Emanuele II; Capo Noli del 1875; La pesca ai polipi nel golfo di S. Margherita Ligure del 1877, Milano, raccolta Serra), nei quali continuò ad attenersi ai modi di M. d'Azeglio - sul quale pubblicò una monografia nel 1867 -, avvicinandosi alla pittura di C. Pittara e della scuola di Rivara.

Molto importante è l'attività del B. come riformatore dell'insegnamento dell'Accademia Albertina. Infatti, riprendendo le opinioni di C. Boito e di P. Selvatico, che consideravano il disegno più universale e più popolare del linguaggio parlato, un più diretto mezzo di comunicazione in particolare a livello elementare, auspicò l'applicazione delle arti del disegno all'industria (Dell'odierno indirizzo degli studi accademici, in Relaz. stor. intorno alla R. Acc. Albertina di Belle Arti in Torino, Torino 1873, pp. 48-58). Il B. per "arti applicate all'industria" intendeva in realtà le arti "minori" del Rinascimento (oreficeria, ceramica, tarsie in legno, stucchi, ecc.), e proponeva una rinascita dell'artigianato ad alto livello (vedi gli articoli dedicati all'Arte applicata all'industria delle cinque annate dell'Arte in Italia).

Interessante è anche la posizione del B. come organizzatore di mostre a livello nazionale e internazionale: proclamava l'inutilità del gran numero di esposizioni organizzate dalle società promotrici e dalle accademie locali di tutta Italia; proponeva quindi un intervento del governo e l'istituzione di una Esposizione nazionale italiana da tenersi ogni anno in una diversa città, per permettere così una libera discussione tra i diversi artisti di tutte le regioni d'Italia e, per mezzo del conferimento di premi da parte di una giuria nazionale, la formazione di un primo nucleo di una Galleria nazionale d'arte contemporanea (L'Arte in Italia, I [1869], pp. 37-39). La proposta ebbe seguito e infatti, nel 1870, si tenne a Parma la prima Esposizione nazionale di belle arti e il primo Congresso artistico.

AntoniettaAlessio, sua moglie, nacque a Milano nel 1833; già nel 1850 otteneva una medaglia d'argento alla mostra della Società promotrice di belle arti di Torino, con uno smalto rappresentante Agar nel deserto.

Perfezionatasi alla scuola di J. F. V. Dupont a Ginevra, dopo un soggiorno in Francia tornò a Torino dove, sposò il B., da cui ebbe i figli Cesare, scultore, ed Emma (Torino, 5 luglio 1863-17 febbr. 1901), che dipinse ad acquerello prevalentemente nature morte di fiori e di frutta (Frutta, 1900; Torino, Museo Civico, Galleria d'arte moderna) ed espose più volte alla Promotrice.

Specializzata in miniature e soprattutto in lavori a smalto, era particolarmente portata per i ritratti, notevoli per la loro rassomiglianza. Fece anche, sempre a smalto, una serie di ritratti dei maggiori personaggi storici contemporanei. Fu presente alle mostre della Società promotrice che ne acquistò alcune opere: 1862,Un caro ricordo; 1864,L'Isola di Procida; 1865,Ecce Honio. Morì a Torino il 13 nov. 1866.

Fonti e Bibl.: L. R. (L. Rocca),Dipinti varii di C. F. B...., in Soc. promotrice delle belle arti in Torino,Album della Pubbl. Esposiz…, Torino 1853, p. 11; L. Re,Giovinezza del Conte di Carmagnola... del signor C. F. B..., ibid., ibid. 1857, pp. 20-23; A. Benvenuti, I fratelli Zuccato mosaicisti..., ibid., ibid. 1858, pp. 49 s.; L. Marenco,Sul campo di Palestro..., ibid., ibid. 1860, pp. 8-11. L. Rocca,Fanfulla in S. Marco di Firenze…, ibid., ibid. 1861, pp. 26-28; F. Pastoris,Episodio della giovinezza di F. Lippi..., ibid., ibid. 1862, pp. 41-43; A. Benvenuti,Una passeggiata in mare…, ibid., ibid. 1864, pp. 56 s.; C. Guici,Rivista generale,ibid., ibid. 1865, p. 47; G. Barraia,Clarina,quadro a olio..., ibid., ibid. 1869, p. 11; G. C.,Raccoglitori d'arena sul Po,Acquaforte di C. F. B., in L'Arte in Italia, I (1869), p. 180, tav. 34; L. Rocca,Riv. generale, in Soc. promotrice delle belle arti,Ricordo della Pubbl. Esposiz …, Torino 1873, p. 15; A. B. (A. Benvenuti),Pubbliche Espos. di Belle Arti,Soc. Prom. di Torino, in L'Arte in Italia, V (1873), pp. 78 s.; G. P., L'Italia all'Esposiz. di Vienna,Artisti piemontesi,ibid., pp. 131 s.; Informazioni e notizie, in Arte e storia, II (1883), 21, p. 168; G. Carocci,Esposiz. nazionale,Belle Arti,ibid., III (1884), 36, pp. 282 s.; A. De Gubematis,Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, pp. 58 s.; C. Cipolla,La chiesa parrocchiale di St. Vincent nella Valle d'Aosta, in Arte e storia, X (1891), 17, pp. 132 s.; Soc. promotrice di belle arti,Catalogo della Esposizione cinquantenaria di arte moderna..., Torino 1892, pp. 17, 41; A. Stella,Pittura e scultura in Piemonte,1842-1891, Torino-Roma-Milano-Firenze-Napoli 1893, pp. 211-217; Necrologio, in L'Illustrazione Italiana, 5 ag. 1894, p. 95; E. Somaré,Storia dei pittori italiani dell'Ottocento, I, Milano 1928, p. 32; L. C. Bollea,Gli storici dell'Acc., Torino 1930, pp. 19 s.; A. Calabi,L'incisione italiana, Milano 1931, tav. CXC; N. Gabrielli,Inv. degli oggetti esistenti nella R. Acc. Albertina di Belle Arti in Torino, in Boll. stor. subalpino, XXXV (1933), p. 11; L. Vitali,L'incisione ital. moderna, Milano 1934, pp. 17, 115; A. Petrucci,L'incisione in rame in Italia,Panorama dell'Ottocento, in Rass. della istruz. artistica, VI (1935), p. 18; M. Bernardi,Arte piemontese, Torino 1937, p. 43; Id.,Ottocento piemontese..., Torino 1946, p. 167; A. Dragone-J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, pp. 36, 243; Mostra della acquaforte ital. dell'Ottocento..., Reggio Emilia 1955, p. 6, fig. 10; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 55; Encicl. Ital., VII, p. 92; L. Servolini,Diz. ill. degli incisori..., Milano 1955, pp. 93 s.; A. M. Comanducci,Diz. ill. dei pittori..., moderni e contemporanei, I, Milano 1962, p. 203.

Per la moglie Antonietta: L. Rocca,Smalti della signora A. Biscarra Alessio..., in Società promotrice delle belle arti in Torino,Album..., Torino 1862, pp. 54-58; (L. Rocca),Cuique suum!,ibid., ibid. 1864, p. 68; s.a.,ibid., ibid. 1865, p. 53; C. F. Biscarra,Relaz. storica..., Torino 1873, p. 74; Soc. promotrice di belle arti,Catal. della Esposizione cinauantenaria retrospettiva..., Torino 1892, p. 13. Per la figlia Emma: G. Carocci,Espos. naz.,Belle Arti, in Arte e storia, III (1884), 36, p. 283; Soc. promotrice di belle arti,Catal. della Esposizione cinquantenaria di arte moderna..., Torino 1892, pp. 29, 40.

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