CORTE, Carlo Giuseppe Ignazio Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 29 (1983)

CORTE, Carlo Giuseppe Ignazio Maria

Ada Ruata

Nacque il 27 sett. 1710 a Dogliani (Cuneo), da antica famiglia di origine tortonese. Si addottorò in diritto canonico a Torino nel 1133 e in quello stesso anno successe nella cattedra di ragion canonica al suo maestro M. A. Campiani. Il 29 ott. 1735 fu nominato professore ordinario di diritto civile. Mantenne questa cattedra, unitamente a quella del Collegio di scienze e belle arti, per tredici anni: nel 1748 infatti Carlo Emanuele III gli conferì l'incarico di avvocato fiscale e censore dell'università di Torino. Ma già il 24 maggio 1749 fu promosso collaterale nella Regia Camera dei conti e il 2 luglio 1750 giudice nelle cause civili riguardanti le aziende economiche. Secondo presidente della Camera dei conti (23 dic. 1760) e poi primo presidente (1° ott. 1768), quest'ultima carica, che mantenne per tre anni, lo mise a capo di numerose iniziative benefiche: l'Opera di S. Paola, quella del deposito delle convertite, quella del ritiro delle forzate; contemporaneamente era, insieme con il primo presidente del Senato piemontese, consuperiore maggiore della Congregazione di Superga. - Il 13 dic. 1773 fu nominato ministro e primo segretario di Stato da Vittorio Amedeo III da poco assunto al trono, su suggerimento del marchese di Aigueblanche appena nominato segretario agli Affari Esteri, il quale aveva sperato di avere nel C. un collega mite e sottomesso, apparentemente a torto.

L'operato del C. nei sedici anni durante i quali mantenne la più importante carica politica del Regno di Sardegna è difficilmente documentabile: gli studiosi di storia piemontese lo citano tutti quale uomo integro e giusto, ma non ci forniscono notizie precise sulla sua attività. Numerose sono le carte che portano la sua firma, ma non illuminanti, trattandosi per lo più di ordinaria amministrazione. C'è da supporre che la sua formazione universitaria e l'insegnamento del Campiani non fossero andati perduti: che cioè la sua opera rispecchiasse una mentalità libera e aperta; ma indubbiamente l'ultimo periodo dell'antico regime, in cui gli toccò di esercitare una funzione vitale per il suo Paese, non fu particolarmente segnato dalla sua personalità.

Sostituito col conte Graneri nel 1789, venne promosso il 22 maggio dello stesso anno (ultimo elevato a quella dignità) gran cancelliere dei Regi Stati: come tale dovette occuparsi anche del magistrato di Sanità, dell'Albergo di virtù, dell'Ospedale di carità e delle riforme degli studi. A poca distanza dalla nomina a gran cancelliere fu colpito dalla paralisi di alcuni centri nervosi, tra cui quello della parola. Nel 1791, pertanto, la reggenza della Gran Cancelleria fu affidata a Gerolamo Valperga.

Il C. morì a Torino. 14 dic. 1794.

Era stato creato conte di Bonvicino (nel 1746) e insignito della gran croce dei SS. Maurizio e Lazzaro (14 ott. 1779). Il 18 dic. 1788 aveva sposato Vittoria Robesti di Cocconito, da cui ebbe cinque figli. Frutto dell'attività di giureconsulto, sono le sue Decisiones non stampate; pubblicò un opuscolo di scarsa importanza, le Orationes inaugurales pronunciate in occasione della laurea del conte Vincenzo Sebastiano Beraudi (Torino 1742).

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Patenti Piemonte, 66; A. Manno, Il patriz. subalpino (dattil.), VIII, pp. 303 s.; F. Regis, Excellentissimi Iosephi Ignatii Corte Comitis a Bonvicino... Laudatico, Augustae Taurinorum 1795; C.Dionisotti, Storia della magistratura piemontese, Torino 1881, pp. 397, 416; D. Carutti, Storia della corte di Savoia durante la Rivoluz. francese e l'Impero, Torino 1892, p. 372; P. G. Galli della Loggia, Cariche del Piemonte e paesi uniti, Torino 1798, I, pp. 65, 402; II, pp. 65, 78; III, p. 59; G. Quazza, Le riforme in Piemonte nella prima metà del Settecento, Modena 1957, II, p. 411; D. Balani, Studi giuridici e professioni nel Piemonte del Settecento, in Bollettino storico-bibliografico subalpino, LXXVI (1978), pp. 238, 276.

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