Carlo I d'Angiò re di Sicilia

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Figlio (n. 1226 - m. Foggia 1285) di Luigi VIII di Francia, ebbe la contea d'Anjou e del Maine. Ottenuta la Provenza, per il matrimonio con l'erede Beatrice di Provenza (1246), acquistò nel 1258 la contea di Ventimiglia, cui poté poi aggiungere Cuneo (1259) e altre terre piemontesi. Domata rudemente Marsiglia che si era ribellata, accettò nel 1263 il regno di Sicilia, offertogli dal pontefice in lotta con gli Svevi. Aiutato dalla curia e dai banchieri toscani riunì a Roma, di cui era stato nominato senatore, un forte esercito, col quale il 26 febbr. 1266 sconfisse Manfredi a Benevento. Riconfermato il possesso del regno battendo due anni dopo Corradino a Tagliacozzo, fece valere la sua influenza come vicario in nome del papa e come capo del guelfismo in Piemonte, in Lombardia, in Toscana, in Umbria. Ambiziosissimo, seguì Luigi IX nelle crociate contro Tunisi (1270), acquistando nuovi territorî, come Corfù, Valona e Durazzo, e il titolo di re d'Albania (1272) e di re di Gerusalemme (1277), nonché di principe di Acaia (1267-77). La sua politica dispendiosa, che gravava sui suoi dominî, finì col provocare in Sicilia nel 1282 il moto del Vespro in seguito al quale l'isola si diede agli Aragonesi. Avrebbe voluto risolvere la questione siciliana con un duello con Pietro d'Aragona, duello che, a causa della reciproca diffidenza, non ebbe luogo. Arse quindi la guerra; e nella sconfitta della sua flotta nel golfo di Napoli (1284) lo stesso erede, Carlo, cadde prigioniero.

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