PASCAL, Carlo

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

PASCAL, Carlo

Massimo Lenchantin De Gubernatis

Latinista, nato a Napoli il 21 ottobre 1866, morto a Milano il 22 settembre 1926. Dopo l'insegnamento medio, occupò la cattedra di letteratura latina dal 1901 al 1909 all'università di Catania, dal 1909 alla morte in quella di Pavia.

Nei suoi studî si propose di accordare le tendenze umanistiche connaturate al suo spirito con l'indirizzo scientifico della filologia. I suoi numerosi lavori scolastici, come il Dizionario dell'uso ciceroniano, Torino 1899, e i testi con commenti elementari, si raccomandano per chiarezza di giudizio e probità d'intenti. Nelle ricerche storico-letterarie (Dioniso. Saggio sulla religione e la parodia religiosa in Aristofane, Catania 1911; Le credenze d'oltretomba nelle opere letterarie dell'antichità classica, 2ª ed., Torino 1926) volle trarre nell'orbita della cultura moderna alcune manifestazioni più salienti della civiltà greco-romana, senza preoccuparsi di raggiungere novità di risultati. Il suo merito maggiore, oltre alla pubblicazione dell'Athenaeum, rivista di letteratura e storia dell'antichità, consiste nell'aver gettato le basi di una collezione d'edizioni critiche di classici latini, intitolata Corpus Scriptorum Latinorum Paravianum, Torino (dal 1916 in continuazione). Alla morte del Pascal, il Corpus contava una cinquantina di volumetti (alcuni, sua particolare fatica).

Notevole risonanza e polemiche suscitò in particolare lo studio su L'incendio di Roma e i primi cristiani, Roma 1900, dove era enunciata l'ipotesi che autori del famoso incendio del 64 d. C. fossero realmente elementi estremisti della prima comunità cristiana.

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