POZZI, Carlo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

POZZI, Carlo

Giuseppe Sava

POZZI, Carlo. – Nacque a Brescia presumibilmente all’inizio del XVII secolo – le indicazioni delle fonti sono contraddittorie – ma l’origine della famiglia, non ancora specificamente individuabile, risale verosimilmente al vastissimo ceppo dei Pozzi di Valsolda, come prova la successiva qualifica di «pictor mediolanensis».

Oscuri sono gli esordi dell’artista che, «fatto disegnatore da special dono di natura», svolse anche la professione di mercante di panni (Orlandi, 1719; Fenaroli, 1877). Giunse nel 1632 a Trento, dove sposò la tedesca Maddalena Grasserin, stabilendosi nella parrocchia di S. Maria Maggiore (Weber, 1933).

Benché l’attività artistica di Carlo Pozzi sia nota a partire dal suo trasferimento a Trento, il portato stilistico delle sue prove ha consentito di scorgere l’adesione a esperienze figurative lombarde fondate su una solida base cinquecentesca veneta di entroterra, contaminata nondimeno da influenze del Chiaveghino e di Giampaolo Cavagna. Ulteriori spunti potrebbero scaturire dal legame con la diramata schiatta dei Pozzo o Pozzi di Valsolda, sia per meglio comprendere il suo percorso formativo, sia per dirimere casi di omonimia.

Il pittore Carlo Pozzo (1606-1683), operoso nella chiesa di S. Bartolomeo a Consiglio di Rumo, già citato da Simone Weber (1933) in relazione al nostro, è omonimo artista ben documentato a Como e di più robusta ispirazione morazzoniana (si veda il ricco studio di G. Mollisi, I Pozzo, artisti di Valsolda, in Andrea Pozzo, Atti del Convegno internazionaleValsolda 2009, a cura di A. Spiriti, Varese 2011, pp. 7-13). Non è in alcun modo identificabile con il biografato nemmeno l’artista che firma «Carlo Pozzo F. An. 1633» una pala del Rosario nella parrocchiale di Branzi (Bergamo; Chini, 1996, con riferimenti bibliografici).

Carlo Pozzi influì considerevolmente, tra il quarto e l’ottavo decennio del Seicento, sull’ambito pittorico del Principato tridentino con una fitta produzione di pale e alcuni affreschi (lavori attualmente dispersi sono ricordati a Trento e a Rovereto da Bartoli, 1780) dislocati in particolare nell’alta Valsugana e in Val di Non. Le sue opere, pur dando prova negli anni Trenta di un fiero umore lombardo (pale di Calceranica, Pellizzano e Bolbeno), denotano, non senza imbarazzanti sbalzi qualitativi, un percorso ‘irregolare’, con inattesi ritorni e originali contaminazioni di schemi grafici tedeschi (Sadeler), tenaci residui manieristi bresciani (in particolare nella bella pala di Denno) e convinte aperture alla sfavillante pittura di Pietro Ricchi.

Pozzi operò anche nell’ambito degli apparati effimeri: dapprima nel 1648 in occasione dei solenni funerali di Mattia Galasso; quindi nel 1666 per l’ingresso a Trento del cardinale Ernesto Adalberto d’Harrach e dell’infanta Margherita Teresa di Spagna.

Alle numerose prove riconosciute dalla critica vanno aggiunte la Deposizione a Cognola (1675) e la Madonna del Carmine presso la Biblioteca comunale di Trento (in deposito dalla Fondazione Crosina Sartori Cloch). Palesano inoltre i tratti tipici di Pozzi due affreschi votivi: la Madonna con il Bambino tra s. Antonio da Padova e s. Stefano su casa Spat-Eggen a Tavernaro (Trento) e l’Incoronazione della Vergine su casa Graziadei a Calavino. La vivace vena lombarda di Carlo Pozzi emerge altresì dai numerosi disegni di genere conservati presso la Pinacoteca Tosio Martinengo e in collezioni private a Roncadelle e a Brescia (Nicodemi, 1921; Anelli, 1985 e 1996), nonché al Museo civico di Padova (Storie di Carlo V), accomunati da un disinvolto e costante reimpiego di fonti incisorie – come già ricordava Leonardo Cozzando (1694) –, in particolare di Antonio Tempesta (Anelli, 1985 e 1996; Di Renzo, 2012-13). Un genere che trova, fra l’altro, corrispondenza nel «libro con vaghissime storiette» destinato all’imperatore Leopoldo d’Austria, ricordato da Stefano Fenaroli (1877) e non rintracciato.

Le prove grafiche, giunte probabilmente a Brescia da Trento complice la presenza in Lombardia del fratello Orazio, disegnatore di armature, non ruppero la continuità del suo operare nel Principato: i dipinti più tardi, a Cognola e a Caldes, datano infatti al 1675, un anno prima della sua morte, avvenuta a Trento il 24 dicembre 1676.

Opere. Madonna con il Bambino e i ss. Romedio e Pietro Martire (con aiuti), Baselga di Bresimo, S. Maria Assunta; Incoronazione della Vergine e santi (1651), Baselga di Piné, S. Maria Assunta; Madonna della Morea e santi, Baselga di Piné, via della Pieve, 2; Madonna di Loreto e santi, Bolbeno, S. Zeno; Sacra Famiglia e santi, Bosentino, S. Giuseppe; Storie della vita di Gesù e di Maria, Calavino, S. Maria Assunta, cappella del Rosario; Madonna con il Bambino e santi, Calceranica, Ss. Pietro e Paolo; Madonna, s. Giuseppe con il Bambino e i ss. Cristoforo e Giovanni Battista (1675), Caldes, S. Rocco; S. Antonio abate (ridipinto), Caldonazzo, S. Sisto; Incoronazione della Vergine e Crocifissione, Cavalese, S. Maria Assunta, cappella del Rosario; Deposizione di Cristo dalla croce con s. Giovanni Battista (1675), Cognola, canonica; Madonna con il Bambino e santi, Condino, S. Maria Assunta; Madonna e santi (con ridipinture), Costasavina, S. Martino; Madonna con il Bambino e santi, Denno, Ss. Gervasio e Protasio; Madonna dello Scapolare e s. Simone Stock (1645), Fraveggio, S. Bartolomeo; S. Rocco medicato da un angelo e S. Rocco venerato da un cardinale, Gardone Val Trompia, S. Marco; Incoronazione della Vergine e santi (di attribuzione incerta), Isera, S. Vincenzo; pala di S. Martino e Madonna con Gesù Bambino e i ss. Rocco e Romedio, Livo, S. Martino; Madonna con il Bambino e i ss. Fabiano e Sebastiano (in deposito presso il Castello del Buonconsiglio a Trento), Nanno, Ss. Fabiano e Sebastiano; Madonna con il Bambino e i ss. Pietro e Paolo, Pavillo, Conversione di S. Paolo; Pala della peste, Pellizzano, S. Maria Assunta; Madonna con il Bambino e i ss. Antonio abate e Leonardo (con ridipinture) e Apparizione della Madonna e di Gesù Bambino a s. Antonio da Padova, Preghena, S. Antonio Abate; Madonna con il Bambino e santi, Ravina, S. Marina; Madonna con il Bambino e santi, San Mauro di Piné, S. Mauro; Madonna del Rosario e i ss. Domenico e Caterina, Sanzeno, S. Maria; Crocifisso tra i ss. Nicolò e Antonio da Padova, Sopramonte, S. Cuore di Gesù; Madonna del Carmine incoronata da angioletti, Trento, Biblioteca comunale; gonfalone della Madonna del Rosario, Tuenno, S. Nicolò; Madonna con il Bambino e santi, Tuenno, S. Orsola; Natività di Maria (1669), Varollo, Natività di Maria; Madonna con il Bambino e i ss. Rocco e Giuseppe, Volano, Natività di Maria; Madonna con il Bambino e santi (la parte superiore), Zambana, S. Maria Assunta.

Fonti e Bibl.: L. Cozzando, Vago, e curioso ristretto profano, e sagro dell’historia Bresciana, Brescia 1694, p. 121; P.A. Orlandi, Abecedario pittorico…, Bologna 1719, p. 113; F. Bartoli, Le pitture, sculture ed architetture della città di Trento (1780), in G.B. Emert, Fonti manoscritte inedite per la storia dell’arte nel Trentino, Firenze 1939, p. 101; S. Fenaroli, Dizionario degli artisti bresciani, Brescia 1877, p. 197; F. Ambrosi, Commentari della storia trentina con un’appendice di notizie e documenti, II, Rovereto 1887, pp. 13 s., 270; G. Gerola, Le chiese parrocchiali di Piné, in Tridentum, VII (1904), 1, pp. 456 s.; G. Nicodemi, I disegni della Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia 1921, p. 9; S. Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino (1933), a cura di N. Rasmo, Trento 1977, pp. 286 s.; B. Passamani, La chiesa di S. Mauro di Piné, in Studi trentini di scienze storiche, XXXVIII (1959), 4, pp. 359-362; Restauri ed acquisizioni 1973-1978 (catal.), Trento 1978, scheda 16 (B. Passamani), pp. 206 s.; N. Rasmo, Storia dell’arte nel Trentino, Trento 1982, p. 312; E. Mich, Note su alcuni dipinti restaurati nel 1983, in Studi trentini di scienze storiche, sez. II, LXII (1983), 2, pp. 302, 316 s., 321; L. Anelli, Noterelle e ragguagli d’arte, in Studi in onore di Mons. Luigi Falsina, Brescia 1985, pp. 35-37; E. Mich, Studi sulla pittura trentina del Sei-Settecento, in Studi trentini di scienze storiche, sez. II, LXVI (1987), 1, pp. 105-110; La pittura in Italia. Il Seicento, a cura di M. Gregori - E. Schleier, I-II, Milano 1989 (in partic. E. Chini, La pittura in Trentino e in Alto Adige nel Seicento, I, p. 140; E. Mich, C. P., II, pp. 850 s., con ulteriore bibliografia precedente); E. Mich, Restauro di dipinti su tela e su tavola, in Studi trentini di scienze storiche, sez. II, LXX (1991), 2, p. 350; E. Chini, Aspetti della pittura in Trentino nell’età dei principi vescovi Madruzzo (1539-1658), in I Madruzzo e l’Europa. I principi vescovi di Trento tra Papato e Impero (catal.), a cura di L. Dal Prà, Trento 1993, p. 159, scheda 48 (E. Mich) pp. 210 s.; B. Agostini, La Pieve di Condino, Trento 1995, p. 62; L. Anelli, Carolus Puteus: disegni, in Civiltà bresciana, V (1996), 3, pp. 58-68; E. Chini, Echi della pittura di Pietro Ricchi nel Trentino del Seicento, in Pietro Ricchi 1606-1675 (catal., Riva del Garda), a cura di M. Botteri, Milano 1996, pp. 83-87; A. Visintainer, Le chiese di Vigolo Vattaro e Vattaro, Trento 1996; E. Chini, La pittura dal Rinascimento al Settecento, in Storia del Trentino, IV, L’età moderna, a cura di M. Bellabarba - G. Olmi, Bologna 2002, pp. 785 s.; D. Cattoi, Contributi alla storia dell’arte della destra Adige lagarina, in Il Comunale, XX (2004), nn. 39-40, pp. 72-74; S. Ferrari, Val di Sole: storia, arte, paesaggio, Trento 2004, pp. 33, 60, 160; S. Guerriero, schede 233-240, in Da Tintoretto a Bison (catal.), a cura di F. Pellegrini, Padova 2005, pp. 143-149; L. Liandru, Proposte per alcuni dipinti della chiesa parrocchiale di San Sisto a Caldonazzo, in Contributi per la storia dell’arte sacra trentina dall’esperienza dell’inventario diocesano, a cura di D. Cattoi - D. Primerano, Trento 2008, pp. 100-102; G. Sava, Le testimonianze artistiche, in Nel tempo e fra la gente di Bosentino e Migazzone. Territorio, società, istituzioni, a cura di G. Corni - I. Franceschini, Trento 2010, pp. 356 s.; S. Di Renzo, C. P. «pictor mediolanensis»: un artista lombardo nel Trentino del Seicento, tesi di laurea, Università degli Studi di Trento, corso di laurea in conservazione e gestione dei beni culturali, a.a. 2012-13 (relatore Giuseppe Sava), pp. 18-23, 29-33, 140-147; Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento (catal.), a cura di D. Cattoi - D. Primerano, Trento 2014, schede 4.13, p. 210 (C. Tozzi), 5.11, p. 242 (S. Retrosi), 7.8, p. 335 (L. Liandru).

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