CARLOTTA di Lusignano, regina di Cipro

Enciclopedia Italiana (1931)

CARLOTTA di Lusignano, regina di Cipro

Roberto CESSI

Nata nel 1442 da Giovanni II di Lusignano, re di Cipro, e da Elena Paleologo. Alla morte del padre, nel 1458, era già vedova del primo marito Giovanni, duca di Coimbra (1457). Per le assise di Gerusalemme doveva essere l'unica erede, mentre vivo il padre, il bastardo Giacomo, figlio della greca Marietta di Patrasso, era stato avviato alla carriera ecclesiastica. Ma questi, arcivescovo di Nicosia, non era disposto ad accettare il fatto compiuto. La feudalità cipriota indigena, per salvare la sua preponderanza sul potere regio, difendeva C.: i Veneziani appoggiavano l'ambizioso Giacomo. C. fu incoronata regina e tentò di consolidare la corona mediante il secondo matrimonio col cugino Ludovico di Savoia, costringendo il fratello bastardo ad abbandonare il regno (1459). Ma dall'esilio Giacomo preparò la riscossa con l'aiuto del sultano d'Egitto. Il 18 giugno 1460, con 80 legni, compariva davanti a Cipro e iniziava quella guerriglia che in quattro anni doveva renderlo padrone della corona e dell'isola. Perduta la speranza d'aiuti dall'Occidente, Luigi finì col rassegnarsi alle solitudini di Ripaglia; C. invece, da Roma, dove s'era recata, tornò a Rodi, in attesa. Alla morte del re di Cipro Giacomo II nel 1473, essa prima reclamò presso il sultano d'Egitto i proprî diritti, poi, fallito questo esperimento, tentò invano un colpo di sorpresa. Quando più grave la crisi cipriota apparve alla morte del piccolo Giacomo III (1474), C. aderì agl'interessati inviti di Ferdinando di Napoli e di Galeazzo Sforza, e sbarcò a Genova nell'ottobre del '74, per intessere le ultime fila di audaci trame, ma restò presto disingannata. Tuttavia respinse l'offerta fattale dai Veneziani di un'adeguata rendita a prezzo d'ogni rinuncia ai suoi diritti e si legò più strettamente a Ferdinando. Nel gennaio del 1479 C. salpava per l'Egitto per organizzare nuove rivolte nell'isola, ma la rivolta fu soffocata e il sultano non accordò che promesse. C. faceva ritorno (1482) a Roma: il re di Napoli e la Santa Sede agitarono volentieri questo spettro davanti agli occhi di Venezia, durante la guerra di Ferrara, finché C. rinunciò ai suoi diritti in favore di Carlo I di Savoia (26 febbraio 1485). Morì a Roma il 16 luglio 1487.

Bibl.: Mas-Latrie, Histoire de l'île de Chypre, Parigi 1878, III: le cronache di Florio Bustrone, ed. Mas-Latrie, in Coll. de docum. inédits sur l'hist. de France, Parigi 1879 e di G. Bustrone, in Sathas, Μεσα ωνικὴ β βλιοϑήκη, II, p. 470 segg.; F. Cerone, La politica orientale di Alfonso d'Aragona, in Archivio napolet., XXVII, XXVIII; F. Forcellini, Strane peripezie d'un bastardo di casa d'Aragona, Napoli 1915; Carnet, Le guerre dei Veneti nell'Asia (1470-1474), Vienna 1852; Ghinzoni, Galeazzo Maria Sforza e il regno di Cipro, in Archivio stor. lomb., VI, p. 727 segg.; Magnante, Documenti mantovani sulla politica di Venezia a Cipro, in Arch. veneto-tridentino, VIII; id., L'acquisto dell'isola di Cipro da parte della repubblica di Venezia, in Arch. veneto, s. 5ª, V e VI.

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