CASTEL PORZIANO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

CASTEL PORZIANO

M. G. Lauro

La tenuta presidenziale di C.P. è situata a c.a 20 km a SO di Roma, ed è compresa tra la Via Cristoforo Colombo e il parco comunale di Castel Fusano a NO, la Via Pontina e la tenuta di Capocotta a E e il Mar Tirreno a S, per un’area complessiva di c.a 5.000 ha.

Il comprensorio, che originariamente inglobava la tenuta di Capocotta, deve il nome alla memoria di un fundus procilianus, forse una proprietà della Gens Procilia, ed è noto fin dal V sec. d.C. come proprietà della Basilica di S. Croce in Gerusalemme. Al X sec. d.C. è ascrivibile la costruzione del primo centro fortificato sul luogo dell’attuale castello, in dotazione ai monaci di S. Saba che ne rimangono proprietari fino al 1561. Con la soppressione dell’Abbazia di S. Saba, per disposto di papa Pio IV, tutti i beni predetti passano nel patrimonio dell’Ospedale di S. Spirito. Nel 1568, la tenuta viene venduta alla famiglia fiorentina dei Dal Nero, che ne conservano il possesso fino al 1823, quando l’intero comprensorio diviene proprietà del duca Vincenzo Grazioli. Nel 1872 la tenuta viene acquistata dallo Stato italiano.

Sulla base delle risultanze archeologiche, il territorio si suddivide in tre zone principali: una prima a N, corrispondente a un comprensorio orograficamente più rilevato, presenta una predominanza di testimonianze di età protostorica e arcaica; una seconda intermedia, pianeggiante e degradante verso il mare, con scarse tracce di insediamenti, e una terza litoranea, costituita da un sistema di dune, in cui emergono cospicui resti di insediamenti marittimi di età imperiale romana.

Geograficamente, in età antica, l’intero comprensorio apparteneva al territorio laurentino, collegato con il mitico sito di Laurentum, la cui ubicazione prima delle recenti scoperte archeologiche sulle alture di Pratica di Mare, si ipotizzava localizzabile nell’ambito della tenuta stessa.

Il comprensorio di C. ingloba parte di aree anticamente collegate alle più suggestive tradizioni del Lazio primitivo, quali quelle di Acca Larentia e dell’ager Solonius a cui si uniscono, come detto, quelle di Lavinio Laurento. All’età arcaica sono ascrivibili sporadici resti murari e notizie di un sepolcreto individuato dal Lanciani (ma ora non sicuramente ubicabile) in una zona al confine settentrionale della tenuta, in località Trafusa, lungo la direttrice viaria, tra gli insediamenti protostorici di Decima e Ficana, sull’asse di comunicazione con i Colli Albani. E degli anni ‘70 il rinvenimento, a ridosso del confine della tenuta con la Via Pontina, della necropoli di Castel di Decima (v.).

A partire dalla seconda guerra punica e più intensamente in età tardo repubblicana, iniziano a svilupparsi gli insediamenti marittimi lungo l’antica linea di costa, più arretrata rispetto a quella moderna, costituiti da ville appartenenti, secondo le fonti, a personaggi di spicco dell’aristocrazia romana, quali p.es. l’oratore Ortensio Ortalo. In età imperiale, nel territorio laurentino si sviluppano ulteriormente le ville signorili, connotandosi strutturalmente come extra-urbane, rispetto a quelle suburbane del territorio ostiense. Di particolare incidenza nell’ager Laurentinus risulta l’insediamento in età augustea di una proprietà imperiale, di cui offrono notizie fonti storiche ed epigrafiche e che, individuata da scavi settecenteschi, sta progressivamente ritornando alla luce nella località di Tor Paterno. In particolare, in tale sito si riscontrano le vestigia di un grande ambiente termale inglobato, fino ai giorni nostri, in una masseria e grandissime strutture residenziali già in parte indagate e rilevate da R. Lanciani e P. Rosa sullo scorcio dell’800. La villa imperiale, a seguito delle recenti indagini, sembra essersi formata mediante strutture monumentali nel corso del Il sec. d.C., su un preesistente nucleo edilizio di età protoimperiale e mostra una successione continua di fasi fino al tardo IV sec. d.C. Alla villa sono collegate due fondamentali infrastrutture: un poderoso acquedotto di cui restano cospicue tracce e il sistema viario, costituito dalla Via Laurentina e dalla basolata Via Severiana, quest’ultima ricalcante un antico tracciato lungo costa che metteva in comunicazione le aree portuali ostiensi e il Latium Vetus costiero.

Su tale asse, prima e dopo il praedium imperiale, si susseguivano ricchissime ville, i cui resti sono ancora visibili nell’intricata vegetazione della zona litoranea. Tra queste la più nota è quella appartenuta a Plinio il Giovane, e descritta in una sua epistola all’amico Gallo, villa le cui vestigia, dopo varie proposte di individuazione, si sono recentemente volute riconoscere in un nucleo monumentale, in località Grotte di Piastra.

A ridosso ditale villa sono in luce i resti, riconosciuti da P. Rosa nel 1874, di un piccolo villaggio, sorto in età imperiale e in vita fino a età tardoantica e altomedievale, noto dalle fonti epigrafiche come Vicus Augustanus. Il Vicus Augustanus Laurentium presenta un vasto impianto planimetrico, caratterizzato da una piazza di notevoli proporzioni, probabilmente il foro, e da una serie di edifici, in maggior parte adibiti a impianti termali. Da uno di essi proviene un mosaico a soggetto marino, con scene raffiguranti animali, datato al II sec. d.C., ora al Museo Nazionale Romano.

A ridosso del Vicus, tagliati dal confine della tenuta con la pineta di Castel Fusano, emergono i resti di una villa di ampia estensione, denominata con toponimo moderno la Chiesuola.

Bibl.: In generale: G. Minetti, Cenni storici sulla Baronia di Castel Porziano, Roma 1865; R. Lanciani, Le antichità del territorio laurentino, in MonAnt, XIII, 1903, cc. 133-198; XVI, 1906, cc. 22-69 (con ampia bibl. prec.); AA.VV., Castelporziano, 1. Campagna di scavo e restauro 1984, Roma 1985; AA.VV., Castelporziano, 2. Campagna di scavo e restauro 1985-1986, Roma 1988; M. G. Lauro, Proposte di percorsi archeologico-naturalistici nell'ambito della tenuta presidenziale di Castel Porziano, in Siti archeologici, un problema di musealizzazione all'aperto. Atti del I Seminario di studio, Roma 1988, Roma 1988, p. 41 ss.

Insediamenti arcaici: S. Quilici, G. Sartorio, Trovamenti arcaici nel territorio laurentino: annotazioni di topografia e prospettive di ricerca, in BullCom, XC, I, 1985, p. 9 ss.

Tor Paterno: M. G. Lauro, Indagini e interventi a Castel Porziano, in Archeologia Laziale VII (QuadAEI, 11), Roma 1985, p. 210; V. Mannucci, Un tratto dell'acquedotto Laurentino, rilievo e restauro, ibid., p. 213; M. G. Lauro, Castel Porziano, indagini ed interventi a Tor Paterno, in Archeologia Laziale IX (QuadAEI, 16), Roma 1988, p. 178 ss.

«Villa Magna» a Grotte di Piastra: R. Lanciani, art.cit., c. 193; E. Salza Prina Ricotti, La c.d. Villa Magna. Il Laurentinum di Plinio il Giovane, in RendLinc, s. Vili, XXXIX, 1984, pp. 339-358; ead., La Villa Magna a Grotte di Piastra, in Castelporziano, 2, cit., p. 53 ss.; ead., Il Laurentino: scavi del 1985, ibid., p. 45 ss.

Vicus Augustanus·. G. Simonazzi Masarich, Vicus Augustanus Laurentium, in MontAnt, s. miscellanea, I, 1971-1973, p. 291 ss.; J. R. Patterson, Il Vicus di epoca imperiale nella tenuta presidenziale di Castel Porziano, in Castelporziano, I, cit., p. 67 ss.; A. Claridge, II Vicus di epoca imperiale nella tenuta presidenziale di Castel Porziano: indagini archeologiche 1984, ibid., p. 17 ss.; ead., Il Vicus di epoca imperiale: indagini archeologiche 1985-86, in Castelporziano, 2, cit., p. 61 ss.

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