Catena

Enciclopedia Dantesca (1970)

catena

Marco A. Cavallo

. In senso proprio in If XIII 126, dove le nere cagne della selva dei suicidi sono rappresentate bramose e correnti / come veltri ch'uscisser di catena, e XXXI 88, a proposito di Fialte che ha le braccia legate d'una catena che 'l tenea avvinto / dal collo in giù. In un contesto figurato in Fiore CCV 3 Bellaccoglienza fu fermata / da questi tre portier [lo Schifo, Vergogna e Paura]... / e con una catena molto forte / quella gentil ebber 'ncatenata. La c. di Rime CXVI 82, che serra D. fuori di Firenze, sì che egli non potrebbe tornarvi nemmeno se si ‛ piegasse ' la crudeltà dei suoi concittadini, è invece, in senso figurato, il nuovo amore da cui è preso il poeta. Ancora figurato in Pg XXXI 25, dove le catene, insieme con i fossi attraversati, indicano i " ritenimenti " e l' " impaccio " (Buti) che avrebbero impedito a D. di continuare per il retto cammino. " Gl'impedimenti a proseguire la via sono accennati con due immagini: dei fossi che attraversano la strada e la interrompono - come avviene, poniamo, presso castelli fortificati... - e delle catene che, poste del pari attraverso la via, sono segno che è proibito andar oltre, come potrebb'essere all'imbocco di ponti " (Scartazzini-Vandelli).

Nella forma del diminutivo il termine ricorre in Pd XV 100 Non avea catenella, non corona [cioè " li moderni desligamenti delle donne fiorentine ", Lana] / ... che f osse a veder più che la persona, " quia tunc dominae florentinae non portabant iocalia, monilia, et talia circa pectus et brachia sicut modo " (Benvenuto).