CAVA dei TIRRENI

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

CAVA dei TIRRENI

G. d'Henry

Abbazia della Trinità. L'Abbazia della SS. Trinità, presso Cava dei Tirreni, fu fondata nel 1011 dall'abate cluniacense Alferio, il quale nel 1019 vi fece costruire la Chiesa; ma già nel X sec. la zona era frequentata come cenobio.

L'abbazia venne costruita nei pressi di una villa romana appartenente alla gens Metella, di cui avanzano alcuni ruderi, dentro e vicino ad una grotta naturale del monte, la Grotta Arsicia. Così, nei primi tempi, l'Abbazia era chiamata Gelia in Metelliano o Crypta Arsicza.

Nel 1058, con il Diploma di Ginulfo II, vennero stabiliti i confini del territorio della Badia, che da allora viene nominata come Badia della Cava.

Alcune costruzioni all'interno dell'Abbazia (il cosiddetto cimitero dei Longobardi) sembrano risalire ad un tempo anteriore all'XI secolo. Il nucleo più antico del monastero dell'XI sec. è attorno al piccolo chiostro, che è ricoperto in parte, a guisa di tetto, dalla roccia della Grotta Arsicia. Nel chiostro si conservano sarcofagi antichi e medievali, un'iscrizione, frammenti architettonici. Non si sa quando si raccolse il primo gruppo di materiale antico, ma si può immaginare che esso risalga ai primi tempi dell'Abbazia. Si pensi che in una cappella attigua al chiostro c'è un sarcofago antico, riutilizzato per il seppellimento della Regina Sibilla, moglie di Re Ruggero (XII secolo).

Tra il materiale più interessante, nel chiostro e nelle sue adiacenze, si può vedere: un bellissimo sarcofago a ghirlande, di forma ovale, con i ritratti dei defunti, databile alla prima metà del III sec. d. c.; un sarcofago con Meleagro e la caccia calidonia, di età tetrarchica; il sarcofago riutilizzato per Sibilla, su cui sono rappresentati due angioloni che sostengono il clipeo entro cui è un ritratto maschile, degli inizî del IV sec. d. C. Sono esposti ancora: un sarcofago piccolo, a ghirlande, riutilizzato; altri due con grifoni, di cui uno è sicuramente medievale; uno con sirene; un iscrizione dedicata ad un certo P. Vettienus.

Nell'Abbazia vi è pure un piccolo museo, dove, oltre ad alcuni quadri, a codici miniati, e ad un cofanetto d'avorio di scuola salernitana medievale, sono esposti dei pezzi antichi. Interessanti, tra l'altro: un sarcofago con rappresentazione di battaglia, con la superficie piuttosto consunta; un sarcofago con scene di vita quotidiana; alcune urnette cinerarie in marmo; una testa di terracotta di arte italica, affine alla testa da Triflisco. Tra il materiale ceramico, si notano due vasetti corinzî, ceramica campana a vernice nera con impressioni a stampo, ceramica e lucerne romane.

Bibl.: Per la storia dell'Abbazia: G. A. Adinolfi, La Storia della Cava, Salerno 1846; G. Senatore, Il territorio giurisdizionale della Badia di Cava dei Tirreni, Salerno 1894; C. Carucci, La Provincia di Salerno dai tempi più remoti al tramonto della fortuna normanna, Salerno 1923; G. Chierici, in Enc. It., IX, 1931, s. v. Cava dei Tirreni-Abbazia, con la completa bibliografia precedente. Per il sarcofago di Meleagro: G. d'Henry, Due sarcofagi di meleagro in Campania, in Arch. Class., XX, 1968, pp. 101-116. Per il sarcofago di battaglia: B. Andreae, Imitazione e originalità nei sarcofagi Romani, in Rendiconti della Pontificia Accademia Arch., LI, 1968-1969, pp. 45 ss.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata