Cecita

Dizionario di Medicina (2010)

cecità


Assenza del potere visivo, definitiva o temporanea. La c. può essere assoluta, se manca ogni traccia di percezione visiva (senza alterazioni oculari dimostrabili è anche detta amaurosi), o relativa, se è deficitario soltanto uno degli elementi che compongono l’atto visivo (senso luminoso, senso cromatico, percezione spaziale, stereoscopia, ecc.). Cause. Le cause più comuni sono: • Lesioni delle vie ottiche (c. di conduzione ) o del centro corticale della visione (c. corticale), o compressioni del nervo ottico. • Alterazioni retiniche, che provocano la c. sensoriale. Queste alterazioni, a loro volta, possono riguardare: il distacco delle retina stessa, la degenerazione o lesione delle cellule nervose retiniche, oppure, più frequentemente, le alterazioni vascolari della retina (spec. nel diabete), la trombosi della vena o dell’arteria centrale della retina, la retinopatia diabetica di grado avanzato. • Patologie della camera posteriore dell’occhio: emorragia del vitreo, uveite posteriore. • Lesioni della camera anteriore dell’occhio (➔ glaucoma) e del cristallino (➔ cataratta). • Tracoma. • Carenze nutrizionali (c. da malnutrizione), specialmente quelle di vitamina A ed E, che intervengono sia nel trofismo dei tessuti oculari che nel metabolismo delle cellule retiniche.

Terapia

Adeguate cure mediche o chirurgiche rivolte a rimuovere, se possibile, la causa della c., possono restituire, parzialmente o completamente, la vista (nelle malattie degenerative della retina ciò è molto difficile). La c. da malnutrizione e il tracoma continuano a essere molto diffusi in numerosi Paesi, appartenenti soprattutto ad aree africane, asiatiche e dell’America Meridionale, nelle fasce più povere della popolazione, là ove persiste una carente disponibilità di prodotti ortofrutticoli apportatori di caroteni (oltre che di alimenti proteici).

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