Nooteboom, Cees

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Nooteboom, Cees

Fiorella Mori

Nooteboom, Cees (propr. Cornelis Johannes Jacobus Maria)

Scrittore nederlandese, nato all'Aia il 31 luglio 1933. Dopo aver frequentato il liceo classico, iniziò una vita di costante nomadismo tra l'Europa, l'Oriente e l'America, che ha continuato negli anni soggiornando infine tra i Paesi Bassi, la Germania e la Spagna. L'opera di N., tradotta in più di trenta lingue, e a cui sono stati attribuiti importanti riconoscimenti, spazia dalla narrativa alla poesia, fino alla cronaca di viaggio ed è caratterizzata da una grande unitarietà e coerenza. Ricchezza d'immagini rivelano sia De doden zoeken een huis (1956, I morti cercano una casa), un ciclo di poesie sulla vita e sulla morte, sia i primi romanzi, la cui narrazione si svolge fra realtà e immaginazione, Philip en de anderen (1955; trad. it. Philip e gli altri, 2005), che narra in toni poetici e favolistici un viaggio alla scoperta degli 'altri', e De ridder is gestorven (1963, Il cavaliere è morto).

N. ha conseguito fama internazionale con il romanzo filosofico Rituelen (1980; trad. it. Rituali, 1993), il cui tema fondamentale è l'atteggiamento dell'uomo nei confronti della morte, dello scorrere del tempo e del caos che regola l'umana esistenza. Il costante impegno ad analizzare il rapporto fra vita e arte e il tentativo di annullarne il confine sono il tema centrale di Een lied van schijn en wezen (1981; trad. it. Il canto dell'essere e dell'apparire, 1991) e di In Nederland (1984; trad. it. Le montagne dei Paesi Bassi, 1996), mentre in Het volgende verhaal (1991; trad. it. La storia seguente, 1993) ricorre l'eterno tema della vita e della morte e dell'enigmatica ciclicità del tempo. In Allerzielen (1998; trad. it. Il giorno dei morti, 2001) N. riflette sul significato della Storia e sul suo rapporto con il presente, e attraverso i luoghi di Berlino, città emblematica dell'Europa, va alla ricerca di una memoria storica in cui ritrovare la memoria individuale. Nel recente Paradijs verloren (2004, Paradiso perduto) si intrecciano molti spunti tematici e motivi, come, per es., il Paradise lost di J. Milton: N. mostra, l'inequivocabile presenza dell'aspirazione metafisica e, con arguzia e blanda ironia, fa intendere che forse è un bene che il paradiso sia andato perduto. Con le sue cronache pervase da un'ispirazione filosofica e da una vena poetica, N. ha inoltre rinnovato il genere della letteratura di viaggio; ne sono esempio Mokusei!: een liefdesverhaal (1982; trad. it. Mokusei: una storia d'amore, 1994) e De Boeddha achter de schutting (1986; trad. it. Il Buddha dietro lo steccato, 1997).

Tra le più recenti cronache di viaggio di N. si ricordano: Berlijnse notities (1990, Notizie berlinesi), De omweg naar Santiago (1992; trad. it. Verso Santiago: itinerari spagnoli, 1994) e De filosoof zonder ogen (1997, Il filosofo senza occhi). Het geluid van Zijn naam (2005, Il suono del suo nome) è una presa di conoscenza di modi di vita diversi e un appello alla tolleranza e alla comprensione. Per N. la poesia è concentrazione, meditazione esistenziale e filosofica, e in essa si trova conferma della grande unità della sua opera. Il 'labirinto dell'io' occupa un posto centrale, un 'io' unico e multiforme al tempo stesso, in costante mutamento e disintegrazione tra l'essere, il non essere e il sovrapporsi di linearità e circolarità nella percezione del tempo. Tali tensioni sono percepite come un'esperienza minacciosa in Koude gedichten (1959, Poesie fredde), Het zwarte gedicht (1960, La poesia nera), Gesloten gedichten (1964, Poesie chiuse) e Gemaakte gedichten (1970, Poesie costruite), ma in Open als een schelp - dicht als een steen (1978, Aperto come una conchiglia - chiuso come una pietra) affiora un elemento positivo che evidenzia le molteplici potenzialità dell'io. Le prose poetiche Zelfportret van een ander (1993; trad. it. Autoritratto di un altro, 1998) sono un percorso letterario che esemplifica questo concetto di unità nella molteplicità.

Più recenti sono le raccolte Zo kon het zijn (1998, Poteva essere così), Bitterzoet (2000, Dolceamaro) e Over en weer (2004, Su e giù). Emblematici per N., perché ne illustrano la dimensione umana e artistica di cittadino del mondo, sono i saggi di De ontvoering van Europa (1993; trad. it. Come si diventa europei?, 1994), in cui formula il suo concetto romantico-illuministico di 'nazionalità', e i testi vari di Nootebooms hotel (2002; trad. it. Hotel nomade, 2003), le cui stanze scandiscono il percorso di un pellegrinaggio meditativo.

bibliografia

Over Cees Nooteboom. Beschouwingen en interwiews (Su Cees Nooteboom. Riflessioni e interviste), a cura di D. Caertens, 's-Gravengage 1984.

Ik had wel duizend levens en ik nam er maar één! Cees Nooteboom (Avevo ben mille vite ma ne ho presa una soltanto! Cees Nooteboom), a cura di H. Bekkering, D. Cartens, A. Meinderts, Amsterdam 1997.

E. Posthuma De Boer, M. Dijkgraaf, De atlas van Nooteboom (L'atlante di Nooteboom), Amsterdam 2003.

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