Certaldo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Certaldo

Adolfo Cecilia

. Borgo al tempo di D. piccolo ed essenzialmente rurale, citato in Pd XVI 50 Ma la cittadinanza, ch'è or mista / di Campi, di Certaldo e di Fegghine, / pura vediesi ne l'ultimo artista, come uno dei luoghi di provenienza delle genti vicine che, secondo Cacciaguida, la vera cittadinanza fiorentina è costretta ad albergare nelle mura, e di cui è obbligata a sostener lo puzzo, essendone contaminata nella sua discendenza dal sangue romano.

La prima testimonianza storica di C. risale al XII secolo nei diplomi del Barbarossa. Ai tempi di D. era un castello sotto il dominio di Firenze, al quale probabilmente si giungeva uscendo dalla porta San Pier Gattolini, una delle porte esistenti in Firenze sicuramente dal 1172, e che era l'uscita più comune per Siena e per Roma.

Probabilmente D. non intende specificamente gli abitanti di C. e degli altri borghi, ma più generalmente si riferisce, con quei nomi di piccoli borghi, al contado fiorentino in genere. Secondo qualcuno invece D. poteva riferirsi anche a specifici personaggi, come il notaio Iacopo da C. (citato in Compagni I 8, II 30), uno dei più agguerriti seguaci di Parte nera, e altri provenienti dagli altri due borghi (v. CAMPI; FIGLINE). Benvenuto cita un altro personaggio venuto in Firenze da C.: " Et hoc dixit A. notanter propter quendam juristam nomine dominum Fatium de Certaldo, qui fuit magnus ribaldus ".

Bibl. - Bassermann, Orme 46; L. Dami - B. Barbadoro, Firenze di D., Firenze 1921, 20 ss.; A. Sacchetto, Con D. attraverso le terre d'Italia, ibid. 1954, 19.

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