NODIER, Charles-Emmanuel

Enciclopedia Italiana (1934)

NODIER, Charles-Emmanuel

Francesco Picco

Letterato ed erudito francese, nato a Besançon nel 1783, morto a Parigi il 27 gennaio 1844. Fatti proprî i sentimenti e le idee rivoluzionarie di suo padre avvocato, egli si aggregò già all'età di diciotto anni a società segrete attirandosi con un'ode satirica, La Napoléone (1802), le persecuzioni della polizia.

Anima romantica, che in un primo tempo subì l'influsso dei grandi modelli stranieri, in specie del Werther, intelletto più geniale che profondo, avido di tutto conoscere, coltivò con pari ardore le scienze naturali e le lettere.

Entomologo (Dissertation sur l'usage des antennes dans les insectes, 1798; Bibliographie entomologique, 1801), bibliofilo (Mélanges tirés d'une petite bibliothèque, 1825), giornalista (collaborò ai Débats, alla Quotidienne), filologo (Dictionnaire raisonné des onomatopées franåaises, 1808), storico che ha la tendenza a trasformare ogni narrazione in romanzo (Histoire des societés secrètes dans l'armée, 1815; Souvenirs, épisodes et portraits pour servir à l'histoire de la Révolution, 1831; Le dernier banquet des Girondins, 1833; L'expédition des Portes de Fer, 1844), esercitò la critica letteraria e artistica (Mélanges de litterature et de critique, 1820; Les Annales de la littérature et des arts, 1820-27), tradusse, in collaborazione col Taylor, il Faust del Goethe e compose per il teatro (Bertram ou le château de Saint-Aldobrand, 1821); fu poeta, ma soprattutto fecondo scrittore di novelle e di romanzi, e raccoglitore di fantasiose leggende. Della sua opera poetica meritano menzione: Essais d'un jeune barde (1804); Poésies diverses (1827); di quella narrativa varie serie di Contes (Jean Sbogar, 1818; Thérèse Aubert, 1819; Smarra ou les démons de la nuit, 1821; Trilby, 1822, ecc.), alcuni dei quali hanno garbo e freschezza d'ispirazione (La fée aux miettes, 1832; La Neuvaine de la Chandeleur, 1839; Histoire du chien de Brisquet, 1844, ecc.) e alcuni romanzi quasi tutti "romanesques" (Les proscrits, 1802; Le peintre de Saltzbourg, 1803; Le dernier chapitre de mon roman, 1803; Adèle, 1820, ecc.) o dai foschi colori (Lord Ruthwen ou Les Vampires). Amò i libri e i viaggi: ci rimangono sue impressioni ed estratti di letture preferite (Les pensées de Shakespeare, 1801) e descrizioni di paesi, donde traspare la sua passione per l'esotismo. Ebbe in vita larga rinomanza; dal 1833 appartenne all'Académie française.

Oggi più che per la vasta e varia produzione di diseguale valore artistico, il N. è ricordato per la fervida propaganda da lui svolta a favore del moto romantico e per la diffusione delle nuove teorie d'arte in Francia (Du fantastique en littérature, 1832). Chiamato nel 1824 a dirigere la biblioteca parigina dell'arsenale, egli, causeur impareggiabile, accolse intorno a sé, coadiuvato dalla consorte e dalla figlia Maria, poetessa e musicista (poi M. me Mennessier), artisti e letterati della giovane scuola (Èmile e Antony Deschamps, A. De Vigny, A. De Musset e, dapprima riluttante, Victor Hugo, ecc.), ai quali si univano taluni "demi-classiques" (Guiraud, Soumet, Chénedollé, ecc.) costituendo il cosiddetto "primo cenacolo" (1823-1830) precursore del "secondo", più schiettamente romantico, capeggiato dall'Hugo.

Memorabili rimasero nelle cronache dell'epoca le riunioni domenicali "chez Nodier", nella "grande boutique romantique" rievocata nel 1843 dal De Musset (in una Réponse per le rime alle briose Stances rivoltegli dal N. medesimo), dove le piacevoli conversazioni e le letture di versi e di prose si alternavano a suoni, canti, danze. E la figura di questo riconosciuto patrono del romanticismo (che seppe però, per squisite doti di stile, staccarsi dalla faciloneria linguistica dei tempi suoi, tanto che il Sainte-Beuve poté definirlo "un Arioste de la phrase"), oltre che dalle strofette nostalgiche del cantore delle Nuits, fu tramandata ai posteri, nel busto che sovrasta la sua tomba al Père-Lachaise, dallo scalpello d'uno scultore romantico per eccellenza, David d'Angers.

Il N. fu appassionato bibliofilo e bibliografo; riuscì a formare tre preziose collezioni di libri antichi, le cui vendite (1827, 1829, 1844), costituirono veri avvenimenti letterarî. Amico del libraio J.-J. Techener, lo coadiuvò nel far tornare di moda le edizioni degli autori francesi del sec. XVI, e specialmente quelle plaquettes gotiche, che in seguito furono ricercate a caro prezzo.

Ediz.: Œuvres, voll. 12, Parigi 1832-34; Œuvres choisies, ivi 1914.

Bibl.: M.me Mennessier-Nodier, Ch. N., épisodes et souvenirs de sa vie, Parigi 1867; Ch.-A. Sainte-Beuve, Portraits littéraires, I; M. Salomon, Ch. N. et le groupe romantique, Parigi 1908; A. Magnin, Ch. N. naturaliste, ivi 1911; J. Marsan, Notes sur Ch. N., documents inédits, Tolosa 1912; S. Gugenheim, Essai de litterature comparée franco-italienne (Ch. N. et Carlo Gozzi), Milano 1915; J. Larat, La tradition et l'exotisme dans l'oeuvre de Ch. N., Parigi 1923; id., Bibliogr. critique des oeuvres de Ch. N., ivi 1923; M. Souriau, Histoire du Romantisme en France, III, ivi 1927; M. Henry-Rosier, La vie de Ch. N., ivi 1931.