Maurras, Charles

Dizionario di Storia (2010)

Maurras, Charles


Politico e letterato francese (Martigues, Provenza, 1868-Saint-Symphorien, Tours, 1952). Teorico del movimento nazionalista e monarchico dell’Action française, espresse le sue teorie politiche in molti saggi, tra cui Enquête sur la monarchie (1901) e Mes idées politiques (1937). Sul piano letterario, fu discepolo di F. Mistral e uno dei principali esponenti dell’«école romane» fondata da J. Moreas, il cui influsso traspare nelle poesie di La musique intérieure (1925) e nella classica perfezione stilistica delle sue opere. Ebbe parte attiva nell’affare Dreyfus inneggiando al ridestato antisemitismo; combatté tutti gli sviluppi del pensiero moderno (razionalismo, liberalismo, socialismo ecc.) e soprattutto il Romanticismo quale disordine letterario e confusione mentale e politica (Trois idées politiques: Chateaubriand, Michelet, Sainte-Beuve, 1898; Les amants de Venise: George Sand et Musset, 1902; L’avenir de l’intelligence, 1905). Condannato dalla Chiesa di Roma (1926), si sottomise nel 1939. Sostenitore del fascismo e dell’impresa d’Etiopia, fu condannato (1936) per minacce di morte ai deputati favorevoli alle sanzioni contro l’Italia. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, fu contro la Germania hitleriana, ma dopo la disfatta del 1940 divenne uno dei più autorevoli consiglieri del maresciallo Petain, fino al ritorno di Laval al potere (18 apr. 1942). Da allora fu soprattutto l’ideologo e l’animatore della cd. Revolution nationale che, ispirata alla tradizione del pensiero controrivoluzionario francese, propugnava un sistema nuovo, basato essenzialmente sull’integrazione dell’individuo nell’insieme delle tre comunità «naturali»: la famiglia, la professione e la nazione. Condannato nel 1945 alla reclusione perpetua per la sua collaborazione col governo di Vichy, fu graziato nel 1948. Tra le sue opere si ricordano: Au signe de Flore: 1898- 1900 (1931); La seule France (1941); De la colère à la justice (1942); L’ordre et le désordre (1948); Tragi- comédie de ma surdité (1951); Pascal puni (postumo, 1953); Maîtres et témoins de ma vie d’esprit (postumo, 1954). Entrò all’Academie francaise nel 1938, ma ne fu espulso nel 1945.

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