CHEMNITZ

Enciclopedia Italiana (1931)

CHEMNITZ (dal vendo Kamjenica "torrente"; A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Fritz BAUMGART
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per popolazione la terza città della Sassonia (dopo Lipsia e Dresda) e la quattordicesima della Germania (ottava per numero di operai); situata a 308 m. s. m., 50°50′ N. e 12°55′ E. presso il piccolo fiume Chemnitz, che affluisce presso Wechselburg nella Mulde e quindi nell'Elba, si estende in una conca ricca d'acqua presso il versante settentrionale dell'Erzgebirge.

Centro della città antica, che è già ricordata intorno al 1200 in una zona d'insediamento prevalentemente slavo, era (come del resto è tuttora) la piazza del Mercato, nella quale è stato eretto nel 1911 (su disegno del Möbius) il nuovo municipio, e dove sorge la chiesa di S. Giacomo (gotica, del sec. XVI, distrutta da un incendio nel 1617 e rinnovata nel 1879-80); la città antica era circondata da mura con doppia cinta, 4 porte e 25 torri (delle quali resta la Rote Turm). L'industria del filato e tessile era in questa regione tradizionale (già nel 1357 si ha notizia di privilegi per l'imbianchimento di panni); a questa si venne ad aggiungere a partire dal sec. XVI l'estrazione del carbone, ma ancora nel 1810 Chemnitz aveva solo 10.500 ab., saliti a 23 mila nel 1840; lo sviluppo durante questo periodo e in quello successivo è dovuto alle conseguenze del blocco continentale, alla partecipazione (dal 1814) della Sassonia alla tariffa doganale unica e soprattutto alla rapida costruzione (a partire dal 1850) di molte linee ferroviarie; gli abitanti erano già 95 mila nel 1880, 301.295 nel 1910, dopo l'aggregazione dei comuni vicini di Altchemnitz e Helbersdorf (a S.), Bernsdorf (a SE.), Gablenz (a E.), Hibbersdorf (a NE.), Furth (a N.), Borna (a NO.), Altendorf e Kassberg (a O.), Kappel (a SO.); nel giugno 1925 gli abitanti erano 331.655, in prevalenza evangelici (18 mila cattolici e 4 mila ebrei).

Chemnitz, che è denominata la "Manchester di Sassonia", raccoglie il traffico del medio Erzgebirge attraverso la valle di Zschopau, ed è un nodo ferroviario di prim'ordine (sulla linea Monaco-Breslavia), in diretta comunicazione con i maggiori centri della Germania; in media partono e arrivano 360 treni al giorno; esiste anche un aeroporto. L'industria tessile (calze, guanti, ricami, filatura) comprende (1922) 317 imprese e 23.426 operai; l'industria meccanica (macchine tessili; fabbrica di locomotive Hartmann; Maschinfabrik Germania) conta 556 imprese e 46.877 operai. Chemnitz è anche sede di numerose scuole industriali e possiede un museo di qualche interesse (König Albert; nel giardino sono conservati molti tronchi di araucarie fossili). Nei dintorni sono frequenti i boschi (Küchwald e Zeisigwald a N.; Harthwald a S.) e anche le zone disabitate, per quanto il distretto di Chemnitz, con una superficie di 2074 kmq. e una popolazione di 976.079 ab., sia una delle zone più dense (ab. 431 per kmq.) d'Europa.

La città possiede numemse e notevoli costruzioni moderne, che rispondono al suo carattere industriale. Pochi invece i monumenti antichi. Fra questi la Schlosskirche, fondata nel 1136, rinnovata nel 1514-25, con la copertura d'identica struttura nelle tre navate, simile a quella di Freiberg, Annaberg e Pirna. Notevole la decorazione plastica del 1525 sopra il portale della navata settentrionale; nell'interno una Flagellazione.

Storia. - Chemnitz deve la sua origine a un monastero benedettino, fondato dall'imperatore Lotario e dotato da Corrado III nel 1143 del diritto di mercato, e quindi ben presto centro di agglomerato urbano. Civitas dal 1254, Chemnitz passò col 1308 alla casa Wettin; e in breve si sviluppò, grazie alla lavorazione della lana. Un momento arrestata nel suo sviluppo dalle vicende della guerra dei Trent'anni (la città fu distrutta nel 1630-35), riprese a fiorire dalla fine del sec. XVII grazie alla lavorazione del cotone.

Bibl.: Urkundenbuch der Stadt Chemnitz, ediz. Ermisch, Lipsia 1879; Zöllner, Geschichte der Fabrik-u. Handelstadt Ch., Chemnitz 1888; P. Uhle, Chemnitz, in Deutschlands Städtebau, 2ª ed., Berlino 1924; G. Dehio, Handbuch d. deutschen Kunstdenkm., I, Berlino 1924, pp. 60-62; Das Buch der Stadt Chemnitz, Dresda 1926.

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