CHENOPODIACEE

Enciclopedia Italiana (1931)

CHENOPODIACEE

Augusto Béguinot

. Famiglia di piante Dicotiledoni Archiclamidee (Monoclamidee) erbacee, più raramente fruticose, a radice annua o perenne, fittonosa, ovvero ingrossata insieme con la base del fusto. Il fusto è cilindrico o a spigoli sporgenti, foglioso o afillo, qualche volta articolato. Le foglie sono variamente foggiate, qualche volta ridotte o mancanti. I fiori sono poco appariscenti, ermafroditi, poligami o diclini per aborto, ascellari in spighe o pannocchie con perigonio di 2-5 pezzi, qualche volta mancante, per lo più erbacei, talvolta membranosi, persistenti e spesso accrescenti dopo la fecondazione. Gli stami sono di solito cinque, l'ovario unico, libero o semiaderente al perigonio, con un solo ovulo; a maturità il primo si trasforma in otricello indeiscente col pericarpio membranoso o carnoso, a volte aderente al seme.

Circa 500 specie, distribuite in 76 generi sparsi in tutto il globo soprattutto nelle regioni temperate, molte nei litorali e nelle steppe salate (Salsolacee). Alcune industrialmente molto utili, come la barbabietola da zucchero (v,); nel passato la Salsola kali e la S. soda servivano per l'estrazione, rispettivamente, della potassa e della soda. Ricordiamo, inoltre, lo spinacio (Spinacia oleracea L.), originario della Persia, che è uno degli ortaggi più diffusi); si coltivano pure alcune specie di Atriplei e di Chenopodium per usi culinarî. La Kochia scoparia Schr. della Russia meridionale è coltivata per fare scope e la sua var. trichophylla Hort, dal caratteristico portamento e arrossante nell'autunno, è diventata, negli ultimi anni, una pianta ornamentale di grande voga.

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