ARTHUR, Chester Alan

Enciclopedia Italiana (1929)

ARTHUR, Chester Alan

Mario Menghini

Ventunesimo presidente degli Stati Uniti, nato a Fairfield il 5 ottobre 1830, morto a New York il 18 novembre 1886. Era di origine irlandese. Compiti gli studî di legge, esercitò dal 1853 l'avvocatura a New York, e dopo un processo nel quale difese una donna negra, accusata di esser salita sopra un omnibus, cosa fino allora vietata a quelli della sua razza, venne subito in celebrità, poiché d'allora in poi ai negri fu permessa la libera entrata in quei veicoli. Si occupò anche assai giovane di questioni politiche, schierandosi nel partito repubblicano; e, appena scoppiata la guerra civile, vi partecipò attivamente in qualità di capo del dipartimento della guerra dello stato di New York, rendendo segnalati servigi amministrativi. Nel 1871 il presidente U. Grant lo nominò controllore delle dogane del porto di New York, dove represse alcuni abusi che vi erano inveterati; ma fu revocato dall'incarico dal presidente R.B. Hayes, con generale disapprovazione per il provvedimento, che sembrò ingiustificato. Quando (1880) il Garfield fu eletto presisente degli Stati Uniti, l'A., riuscito secondo, ebbe la vicepresidenza; e l'anno dopo succedette di diritto al Garfield, rimasto vittima d'un assassino. Tra i provvedimenti più importanti durante la sua gestione, sono da notare il Tariff Act del 1883 e l'Edmunds Law contro la poligamia. In generale, sotto la sua presidenza, la politica economica degli Stati Uniti da liberoscambista divenne protezionista. Il 5 marzo 1885 gli succedette, come presidente, G. Cleveland.

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