Chiesa

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Chiesa

Raffaele Savigni

Comunità di persone battezzate, che condividono la fede in Cristo

La Chiesa continua la missione di Gesù, che ha affidato ai suoi discepoli l'annuncio del Vangelo a tutta l'umanità; e non vuole essere soltanto una società visibile, ma soprattutto una realtà spirituale. La Chiesa unisce idealmente persone lontane nel tempo e nello spazio; nel contempo si presenta concretamente come l'assemblea dei fedeli che si riunisce in un luogo preciso per ascoltare la parola di Dio e celebrare l'Eucarestia. Poiché non tutti i cristiani interpretano allo stesso modo il messaggio di Gesù, si sono formate diverse Chiese (cattolica, ortodosse e protestanti). In questi ultimi anni esse cercano però di dialogare tra di loro e non si presentano più come comunità chiuse e contrapposte

Perché esiste la Chiesa?

La parola Chiesa (dal greco ecclesìa "assemblea") indica l'assemblea dei fedeli, la comunità dei credenti in Cristo, che si definirono per la prima volta 'cristiani' ad Antiochia, poco dopo la conversione di san Paolo. La Chiesa è nata per continuare la missione di salvezza di Gesù, che prima di salire al Cielo ha affidato ai suoi discepoli, i dodici apostoli, il compito di essere suoi testimoni "fino agli estremi confini della terra" e di annunciare la "buona novella", il Vangelo, a tutti i popoli. Un passo del Vangelo dell'apostolo Matteo ("E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa") attribuisce un ruolo particolare all'apostolo Pietro, e per i cattolici giustifica il primato del papa, ossia del vescovo di Roma.

La Chiesa, nata in ambiente ebraico, si è diffusa anche tra i pagani; dopo vivaci discussioni, gli apostoli decisero di non obbligare più i cristiani a osservare molte delle regole stabilite dalla legge di Mosè (come la circoncisione e i sacrifici di animali). In un primo tempo gli apostoli pregavano insieme agli ebrei nel tempio di Gerusalemme; poi, dopo forti contrasti con la comunità ebraica, iniziarono a celebrare liturgie e preghiere separate, nelle case dei cristiani che potevano ospitarli.

Se nell'Antico Testamento il popolo d'Israele si sentiva chiamato a essere il "popolo di Dio", dopo la morte e resurrezione di Gesù la Chiesa si presenta come il nuovo popolo di Dio aperto a tutti, anche ai pagani, ossia come la grande famiglia dei figli di Dio. Tutti gli esseri umani, senza differenze di razza, sesso, cultura o lingua, possono entrare a far parte della Chiesa, perché agli occhi di Cristo "non c'è più giudeo né greco, schiavo o libero, uomo o donna, ma tutti formate un'unità in Cristo Gesù".

Se si crede in Gesù e si è ricevuto il battesimo, si entra a far parte della Chiesa, di cui si deve essere membri attivi. I cristiani sono quindi chiamati a vivere non isolati ma in comunità, e ad assumere precise responsabilità attraverso i sacramenti: per esempio il matrimonio forma la famiglia, che costituisce la 'Chiesa domestica', la piccola assemblea formata da genitori e figli.

Se la Chiesa sembra ad alcuni fedeli un'istituzione burocratica, ogni credente, come i primi cristiani, può offrire un contributo nuovo e originale alla Chiesa per rendere più credibile ed efficace la sua presenza nel mondo di oggi.

Dalle persecuzioni al riconoscimento ufficiale

Dopo la predicazione degli apostoli e dei loro immediati successori, si è lentamente costituita una gerarchia stabile (vescovi; presbiteri o preti, diaconi) e si è formato un 'canone' della Sacra Scrittura, ossia un elenco dei libri della Bibbia riconosciuti come ispirati da Dio, e quindi autorevoli. L'imperatore Costantino, nel 313, ha riconosciuto la religione cristiana come lecita, e nel 381 Teodosio l'ha dichiarata unica religione ufficiale dell'Impero.

La Chiesa ha definito la sua dottrina mediante lunghe discussioni sulla Trinità e sulla persona di Cristo, e le idee rifiutate perché giudicate in contrasto con l'insegnamento di Gesù sono state definite eresie: i vescovi riuniti nei concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381) hanno approvato la formula del Credo che ancor oggi viene ripetuta ogni domenica in tutte le chiese. Si è gradualmente sviluppata un'organizzazione territoriale fondata sulle diocesi, a imitazione di quella dell'Impero Romano.

Il cristianesimo si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e si sono formate varie Chiese locali che, anche se unite nei principi fondamentali, praticano diversi riti e utilizzano formule in parte diverse nell'insegnamento religioso (catechesi).

La Chiesa cattolica nell'alto Medioevo

Il Medioevo rappresenta il periodo nel quale la Chiesa ha esercitato la maggiore influenza sulla civiltà europea: per alcuni popoli la conversione al cristianesimo ha significato il passaggio da una cultura orale e tribale a un'organizzazione sociale e politica più stabile. Vescovi e abati conservarono la cultura scritta dell'antichità e organizzarono la bonifica di vasti territori.

In un primo tempo la Bibbia è stata tradotta nelle diverse lingue, compresa quella slava antica; ma successivamente la Chiesa di Roma ha imposto l'uso del latino, per ribadire il primato dell'unità sulla diversità e per evitare possibili abusi. Per molti secoli il popolo, in gran parte analfabeta, ha conosciuto la Bibbia quasi solo attraverso la predica del parroco, le immagini dipinte sulle pareti delle chiese e le formule del catechismo; l'uso delle lingue nazionali nella liturgia è stato autorizzato solo pochi decenni fa, dopo il Concilio vaticano II.

La Chiesa rappresentava il principio fondamentale che guidava la vita quotidiana delle famiglie e delle città. Proviamo a immaginare la vita che si svolgeva in una città comunale all'epoca di san Francesco d'Assisi. Tutti appartenevano a una certa parrocchia, nella quale ci si sposava e dove si veniva sepolti; la vita quotidiana era scandita dal suono delle campane e dall'alternarsi dei tempi dell'anno liturgico, che prevedeva periodi di digiuno e di astinenza dalle carni.

I consoli e il podestà entravano in carica prestando giuramento sui Vangeli; e le principali riunioni politiche si svolgevano presso le chiese della città o nelle vicine piazze. In occasione delle principali feste cittadine, le associazioni dei mercanti e degli artigiani e i vari quartieri sfilavano in processione mostrando i loro stendardi. Insomma tutta la vita cittadina era accompagnata da gesti e segni religiosi, e si svolgeva secondo i principi stabiliti dalla Chiesa:chi non li rispettava veniva severamente punito.

Dall'anno Mille alla Riforma protestante

A partire dall'11° secolo l'autorità del papa si rafforzò, per i preti divenne più rigido l'obbligo del celibato, mentre le differenze tra il clero e i laici divennero più evidenti. Tutti i vescovi cattolici dovevano seguire e far applicare nelle loro diocesi il rito romano (con l'eccezione del rito ambrosiano, ancor oggi seguito nella diocesi di Milano) e il modello di vita cristiana stabilito dalla Chiesa di Roma e dal papa, al quale spettava il compito di nominare i vescovi e di decidere sulle questioni più importanti.

Ma non tutti furono d'accordo nel riconoscere questo forte primato del papa. Perciò le Chiese dell'Oriente bizantino e slavo (oggi denominate ortodosse, e diffuse soprattutto in Grecia, in Russia e negli altri Stati slavi) si staccarono dalla Chiesa di Roma, desiderando salvaguardare le loro specifiche tradizioni. Per protestare contro certe dottrine e pratiche della Chiesa cattolica, Lutero ha creato, dopo il 1517, il movimento della Riforma protestante, affidando non più al clero, ma alla coscienza del singolo credente il compito di interpretare nel modo corretto la parola di Dio e di ascoltarne la voce. Di conseguenza l'Europa ha perduto la sua unità religiosa, e sono scoppiate molte lotte sanguinose tra cattolici e protestanti (protestantesimo).

La Chiesa cattolica ha reagito alla Riforma protestante col Concilio di Trento (1545-63), che ha difeso la dottrina dei sacramenti e ha accresciuto ulteriormente l'autorità del papa, dei vescovi, dei parroci rispetto ai laici: questi ultimi non potevano leggere da soli la Bibbia tradotta in volgare ed erano invitati soprattutto ad ascoltare le prediche, a recitare il rosario, a compiere altre pratiche di devozione e di carità verso i poveri.

La Chiesa si è diffusa anche nel nuovo continente americano; attualmente in America Latina si stanno sviluppando forme di culto originali e anche in Africa e in Asia i missionari stanno cercando di valorizzare le culture locali e di elaborare forme di vita cristiana non più fondate sull'imitazione passiva del modello europeo.

La Chiesa di fronte alla secolarizzazione

Nella società cristiana tradizionale (prevalente in Italia sino alla metà dell'Ottocento) la pratica di determinati sacramenti e riti, come la messa domenicale, era considerata un obbligo sociale. Lo sviluppo della civiltà moderna ha però provocato il fenomeno della secolarizzazione, e quindi una forte diminuzione del potere politico e culturale della Chiesa: nel 1870 è finito lo Stato pontificio e Roma è diventata la capitale del Regno d'Italia.

Nel 1929 la Chiesa cattolica ha trovato un accordo con lo Stato italiano, detto Concordato, che è stato rinnovato nel 1985, ma con qualche cambiamento, perché ora non c'è più una religione di Stato. La Costituzione della Repubblica italiana (1948) afferma che "lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani", ma riconosce anche alle altre comunità religiose il diritto di stabilire accordi con lo Stato. Oggi i parroci non sono più retribuiti dallo Stato, ma vivono delle offerte dei fedeli e delle somme assegnate alla Chiesa cattolica dai cittadini che lo desiderano.

Il crocefisso continua a essere presente nelle scuole, negli ospedali e in altri luoghi pubblici; e nelle scuole è garantito agli studenti che lo desiderano l'insegnamento della religione cattolica. Perciò la Chiesa non è considerata una semplice associazione privata, ma viene riconosciuta come una comunità che ha profonde radici nella storia d'Italia, e che può aiutare l'intera società in importanti settori come l'educazione, l'assistenza ai poveri, il volontariato.

Il Concilio vaticano II (1962-65) ha presentato in termini nuovi la Chiesa agli uomini del nostro tempo e ha invitato i cattolici a dialogare con gli altri cristiani (ecumenismo) e con tutti gli uomini di buona volontà per cercare valori comuni.

La Chiesa secondo la dottrina cattolica

La Bibbia racconta che Dio ha voluto stringere un'alleanza con gli uomini: in un primo momento tramite Abramo e Mosè con il popolo d'Israele, poi anche con le altre genti attraverso la Chiesa. Le parole del Credo ("Credo nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica") e quelle del Concilio vaticano II ricordano che non ci si può salvare da soli, che il centro della fede cristiana è la Trinità e che la Chiesa è al servizio di Cristo, vera "luce delle genti".

La Chiesa è l'inizio e il germe del Regno di Dio annunciato da Gesù e la celebrazione eucaristica ne costituisce il segno più evidente. Il Regno rappresenta però una realtà più vasta, perché Dio opera anche al di là dei confini della Chiesa visibile, e si realizzerà pienamente solo alla fine dei tempi. Dio vuole spingere l'intera umanità a superare tutte le barriere e le divisioni, per unirla in una grande famiglia universale; e la Chiesa è lo strumento più importante per questo compito. I cristiani, riuniti in comunità per ascoltare la parola di Dio e celebrare l'Eucarestia, dovrebbero dimostrare nei fatti che è possibile realizzare quell'unità alla quale Dio chiama tutta l'umanità. L'Eucarestia, cioè la condivisione del pane e del vino in memoria della morte e resurrezione di Cristo che si rende misteriosamente presente nella messa, è il segno sacramentale della comunione e dell'unità tra i fedeli, fondata sulla persona di Gesù.

Attraverso l'appartenenza a una precisa comunità locale, i fedeli entrano a far parte della comunità universale (cioè 'cattolica') dei credenti, vivi e defunti: le molte chiese locali formano un'unità profonda, che trova il suo fondamento nella comunità degli apostoli, riunita dallo Spirito Santo in occasione della Pentecoste. I vari gruppi di fedeli non possono quindi rimanere chiusi in sé stessi e ignorare quello che accade al loro esterno in un'altra parte del mondo, o dimenticare il legame invisibile che li unisce ai defunti e ai santi. La Chiesa è santa in quanto fondata da Cristo, ma peccatrice in quanto formata da uomini, che non possono pretendere di escludere gli altri, perché Gesù mangiava con i peccatori e non ha mai voluto fondare un piccolo gruppo di perfetti o un club di superuomini. Inoltre il Concilio vaticano II ha superato un vecchio modo di presentare la Chiesa come una società perfetta, nella quale la Chiesa docente (il papa e i vescovi) aveva il compito di guidare i fedeli, che potevano solo ascoltare e obbedire: vescovi e teologi hanno compreso che la Chiesa, pellegrina verso la patria celeste, è formata da tutti i credenti in Cristo e che cercano di essere fedeli al Vangelo.

Immagini di Chiesa: come evocare un mistero che non è possibile definire

Per i credenti la Chiesa, in quanto comunità animata dallo Spirito Santo e guidata in modo invisibile da Gesù Cristo, non si riduce alle sue manifestazioni visibili, ma è un mistero che si realizzerà pienamente alla fine della storia: perciò per molti secoli essa è stata rappresentata non mediante concetti razionali astratti, ma attraverso diverse immagini simboliche che ne richiamavano aspetti significativi. Per esempio essa è stata presentata come la Luna che vive non di luce propria, ma della luce riflessa dal vero Sole (Cristo), o come la città di Dio pellegrina su questa terra, l'arca di Noè, la nave che attraversa indenne le tempeste del mare (cioè del mondo) senza affondare, il corpo mistico di Cristo, il grande albero nato dal piccolo granello di senape. Nel periodo più aspro delle lotte contro le eresie o le altre Chiese si diffusero le immagini dell'esercito schierato in battaglia, della fortezza inespugnabile, della 'società perfetta' guidata da un capo visibile. Dopo il Concilio vaticano II la Chiesa viene più spesso presentata come il popolo di Dio in cammino nella storia. Ognuna di queste immagini esprime uno o più aspetti importanti della vita della Chiesa, senza però esaurirne il significato.

Edificio e rito mostrano ciò che la Chiesa vuole essere

Nei primi tre secoli i credenti si riunivano nelle case dei benestanti, che le mettevano a disposizione della comunità. Non esisteva ancora un edificio riservato alla celebrazione della messa; le celebrazioni erano semplici; l'altare consisteva in un semplice tavolo e i calici erano fabbricati in legno. Dopo la fine delle persecuzioni gli imperatori, divenuti cristiani, hanno donato molte terre e ricchezze alla Chiesa, e hanno fatto costruire le prime grandi chiese, dette basiliche: esse esprimevano la volontà delle comunità cristiane di non rimanere più nascoste, ma di rendersi ben visibili e di guidare l'intera società. Nelle chiese lo spazio riservato al clero (il presbiterio) era separato da quello dei fedeli laici; e a loro volta le donne occupavano una zona (il matroneo) diversa da quella degli uomini.

La casa di Dio nel Medioevo e oggi

Le chiese sono state costruite secondo diversi stili: quelle gotiche, slanciate verso l'alto, esprimevano la volontà del cristiano di innalzarsi a Dio, di guardare verso il Cielo. Si tratta in ogni caso di edifici grandiosi, costruiti grazie alla collaborazione di tutti: i ricchi offrivano denaro, gli altri portavano pietre e mattoni, offrendo la forza delle loro braccia. Per l'uomo del Medioevo, la casa di Dio (cioè la chiesa) doveva essere grande e bella, per esprimere la grandezza di Dio e la posizione centrale della fede religiosa nella vita della società. Ai nostri giorni invece le nuove chiese vengono costruite con maggiore semplicità, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo: le chiese costruite negli ultimi anni sono simili a tende o capanne e l'altare è un semplice tavolo, intorno al quale si riuniscono i cristiani, per dare l'immagine di una comunità fraterna e di un Dio vicino agli uomini piuttosto che di un Dio lontano, inaccessibile e glorioso.

Le novità del Concilio vaticano II

Dopo il Concilio vaticano II sono state introdotte importanti novità liturgiche. Il prete non celebra più la messa voltando le spalle ai fedeli, ma li guarda direttamente; quando si fa la Comunione si può ricevere l'ostia sia in bocca sia in mano. Sono tutti segnali di un modo nuovo di concepire la Chiesa come comunità, al di là dei diversi ruoli: tutta la messa è celebrata nella lingua parlata di ogni giorno e non in latino come una volta; i fedeli possono partecipare attivamente ai canti e all'offertorio e anche leggere le prime due letture della messa. In questo modo si possono sentire più vicini a Dio e alla dimensione del sacro.

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