Cicladi (gr. Κυκλάδες) Arcipelago del Mare Egeo (circa 220 isole; superficie 2572 km2 con 110.497 ab. nel 2006), fra
A partire dal 3° millennio a.C. nelle C. si sviluppò una fiorente civiltà, di ispirazione anatolica, che si è poi evoluta in forme proprie, le cui fasi sono rintracciabili in particolare a Melo, dove sono state messe in luce tre cittadelle successive (le ultime due fortificate) e dove sono state ritrovate ceramiche minoiche. Le necropoli delle isole mostrano varietà di strutture: le isole meridionali presentano per lo più tombe a cista per seppellimenti collettivi, in quelle settentrionali sono più numerose le sepolture individuali in tombe a grotticella. La massima fioritura della civiltà cicladica è databile a poco prima del 2000 a.C. Caratteristica di questa civiltà è la produzione di statuette, in marmo di Nasso e Paro, raffiguranti figure femminili stanti e a braccia conserte, secondo una concezione astrattizzante della figura bidimensionale dalle superfici lisce e polite, totalmente scevra di particolari anatomici, il cui volto è una superficie ovoide dove è accennato il naso. La maestria esecutiva si avverte anche nell’elegante lavorazione dei vasi in pietra, pissidi, brocche a becco obliquo, askoi, ornati a incisione con spirali ricorrenti o a spine di pesce. Tipici di questa civiltà i dischi fittili muniti di manico (cosiddette ‘padelle’), decorati sulle superfici con complicati motivi geometrizzanti, in alcuni dei quali sono inseriti anche motivi figurativi. Intorno alla metà del 2° millennio la civiltà cicladica perde ogni caratteristica autonoma per entrare definitivamente a fare parte del mondo miceneo.