LAGOZZA, Civilta della

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

LAGOZZA, Civiltà della

A. Palmieri

Questo tipo di cultura preistorica, che prende il nome dalla località di L. di Besnate presso Varese dove furono osservati tipici materiali entro palafitta, si presenta come un'articolazione, nell'Italia nordoccidentale, di un complesso di civiltà con caratteri fondamentalmente unitari, fiorito tra la fine del III e l'inizio del II millennio, in cui rientrano anche il gruppo di Chassey (v.) in Francia e quello di Cortaillod (v.) in Svizzera. La civiltà della L. ha la propria area d'espansione soprattutto in Lombardia, dove è nota attraverso abitati palafitticoli costruiti sulle rive dei laghi e degli stagni e in Liguria, dove è stata identificata esclusivamente in depositi entro grotte (Arene Candide ed altre caverne del Finalese); compare inoltre in Emilia (fondi di capanne del Pescale) e se ne sono riconosciute tracce fino in Toscana e nell'Umbria.

L'economia della gente della civiltà della L., come provano resti di cereali e strumenti agricoli in corno di cervo, appare basata principalmente sull'agricoltura, integrata dalla pesca per la quale venivano usati ami ed arpioni in osso e in corno. Gli oggetti in osso e corno presentano comunque una varietà molto minore di tipi e sono piuttosto rari rispetto a quelli documentati nelle culture affini. La conoscenza dell'arte della tessitura è testimoniata da pesi da telaio fittili e da fuseruole, spesso decorate mediante l'incisione di motivi radiali. Gli utensili silicei, in genere di fattura assai fine, consistenti in punte, grattatoi e cuspidi, sono tratti da lame molto regolari; nelle palafitte varesine l'industria litica si distingue per una spiccata tendenza microlitica ed è caratterizzata dal cosiddetto "microbulino di Varese". Nella tipica ceramica monocroma, specularmente lucida, nera e, meno spesso, rosso vivo o bruna, sono da rilevare l'assenza di vere anse, sostituite da prese di sospensione a bugna forata o da anse "a flauto di Pan", e l'estrema rarità della decorazione, comparendo solo sporadicamente qualche frammento graffito. Le forme vascolari, a base tondeggiante, comprendono caratteristiche tazze carenate ("tazza della Lagozza"), scodelle ed orci biconico-sferoidali. Gli ornamenti, molto scarsamente diffusi, sono costituiti da denti forati, zanne di cinghiale elaborate in lamelle, pendagli litici e conchiglie o piastre di conchiglia forate. Si possono forse considerare connessi con pratiche magico-religiose alcuni ciottoli silicei rinvenuti nella stazione-tipo e presentanti una faccia decorata con reticoli incisi.

Bibl.: P. Laviosa Zambotti, Civiltà palafitticola lombarda e civiltà di Golasecca, in Riv. Arch. di Como, 1939; id., La ceramica della Lagozza e la Civiltà palafitticola italiana vista nei suoi rapporti con le civiltà mediterranee ed europee, in Bull. Palet. Ital., 1939-1940; F. Malavolti, Ricerche di preistoria emiliana; scavi nella stazione neo-eneolitica del Pescale (Modena), in Bull. Paletn. Ital., 1951-52; C. Maviglia, Le industrie microlitiche delle Palafitte di Varese, in Ann. de la Soc. Suisse de Préhist., 1949-50; id., Il microbulino di Varese e gli scavi nell'isola Virginia, in Sibrium, 1953-54; O. Cornaggia Castiglioni, Lo strumentario tessile nella cultura della Lagozza, in Riv. Arch. di Como, 1954-55; id., Nuove ricerche nella stazione palafitticola della Lagozza di Besnate, in Sibrium, 1955: id., I ciottoli incisi della stazione palafitticola della Lagozza di Besnate, in Bull. Paletn. Ital., 1956; id., Elementi di tradizione cilicio-palestinese e mesopotamoanatolica nella cultura padana della Lagozza, in Riv. Scienze Preist., 1956; L. Bernabò Brea, Gli scavi nella caverna delle Arene Candide, parte I, vol. I (1946), e vol. II (1956).