RIPOLI, Civilta di

Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)

RIPOLI, Civiltà di

A. M. Sestieri

Questo nome è dato ad un aspetto della cultura di età preistorica in Italia, che prende come esponente il villaggio di capanne posto in luce dagli scavi archeologici in contrada Ripoli nella Valle della Vibrata (fiume dell'Abruzzo settentrionale che sbocca nell'Adriatico circa 10 km a S del Tronto), ed è documentata nei villaggi di Pianaccio di Tortoreto, S. Maria in Selva di Macerata, nelle Grotte Maritza e La Punta nel Fucino, Cola di Petrella e Grotta dei Piccioni a Bolognano, e nei giacimenti di Offida e S. Biagio di Fano.

Inizia nel Neolitico Medio e culmina nel Neolitico Superiore giungendo fino all'Eneolitico.

Sembra giungere in Abruzzo già formata, forse portata da genti che arrivarono via mare e si stanziarono all'aperto, lungo i terrazzi fluviali o in zone ricche d'acqua. Gli insediamenti sono villaggi di capanne parzialmente scavate nel terreno, con la parte superiore ricoperta da frasche intonacate con argilla. Hanno forma circolare o ellittica, diametro da m 1,6o a m 5; le più grandi sono formate da due ambienti comunicanti. Nell'abitato di Pianaccio le capanne sono raggruppate in circoli concentrici con gli ingressi rivolti verso un'area centrale aperta, di m 4o × 20.

Le sepolture sono a inumazione nella terra o nella capanna all'interno del villaggio, con corredo funebre.

L'economia è prevalentemente agricola (macine di arenaria e di ceramica); diffusa anche la tessitura (fusaiole e pesi da telaio fittili). L'ampiezza degli scambi commerciali è testimoniata dalla presenza di elementi di Ripoli in culture neolitiche della Liguria, Lombardia, Emilia, Lazio e Campania. La produzione ceramica comprende: ceramica grossolana a granuli bianchi di carbonato di calcio; ceramica grigio-nerastra o nera lucidata a stecca; ceramica depurata giallastra o rossiccia. Per la ceramica grossolana sono caratteristici i vasi a tulipano, le idrie, i grandi piatti, le tazze con ansa a maniglia semicircolare impostata sull'orlo, i vasi di grandi dimensioni, con ansa verticale ad anello e bugna. Frequente la decorazione di una fila orizzontale di impressioni sotto l'orlo. Fra le anse, tipiche quelle con insellatura e orli molto rilevati. Numerose bugne e prese; a volte una o due appendici coniche sono impostate obliquamente sull'ansa orizzontale.

Forme tipiche della ceramica d'impasto fine, nera o grigia lucidata a stecca, sono le scodelle troncoconiche, a volte decorate all'interno, sotto l'orlo, da una fila orizzontale di piccole impressioni triangolari o da linee orizzontali incise; le tazzine emisferiche e le tazze a fondo troncoconico e spalla arrotondata, con collo cilindrico leggermente rientrante. Alcuni frammenti presentano una decorazione graffita a serie di cerchi concentrici uniti da linee orizzontali parallele o a reticolo.

Per la ceramica figulina sono tipici il boccale con ansa verticale ad anello con appendice aculeata o lobata, carenato, con fondo emisferico, alto collo troncoconico e bocca stretta; il piatto troncoconico a breve collo cilindrico decorato con file orizzontali di pasticche discoidali in rilievo; le tazze troncoconiche e globulari, le anse a nastro con due piccole bugne affiancate alla sommità e l'ansa a rocchetto impostata sull'orlo.

Notevole la serie delle anse antropomorfe che trapassano dal tipo schematico a quello in cui la figura umana è fortemente stilizzata. Fra i motivi decorativi dipinti, tipici a bande rosse verticali, a fasce di sottili linee spezzate, a triangoli riempiti di segmenti semplici o a reticolo, chiusi da una fascia formata da due sottili linee brune che racchiudono una fila di puntini del medesimo colore.

L'industria litica presenta cuspidi di freccia con codolo centrale e alette, a lavorazione mono e bifacciale, con codolo laterale, a base concava, trapezoidali e romboidali; lame ritoccate, elementi di falcetto, raschiatoi su scheggia, e alcuni tipi appartenenti all'industria campignana. Abbondante l'ossidiana. Inoltre asce e accette di pietra verde, anelloni e teste di mazza forate.

Anche l'industria ossea è molto ricca, con varî tipi di punteruoli, spatole, punte di freccia e di zagaglia, ami.

Gli ornamenti sono pendagli forati di osso e di zanna di cinghiale, conchiglie e denti di animali forati.

Nelle stazioni più recenti, nelle Marche, tracce di oggetti di rame.

Bibl.: U. Rellini, La più antica ceramica dipinta in Italia, Roma 1934; A. M. Radmilli, Il contributo di Rinaldo Rozzi allo studio della Preistoria abruzzese, in Bull. Paletn. It., 64, 1957; V. Cianfarani, G. Cremonesi, A. M. Radmilli, Trecentomila anni di vita in Abruzzo, Chieti 1962.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata