MERULO, Claudio

Enciclopedia Italiana (1934)

MERULO (Merlotti), Claudio

Adelmo DAMERINI

Organista e compositore, nato a Correggio (Parma) l'8 aprile 1533, morto a Parma il 4 maggio 1604. Forse ebbe i primi insegnamenti musicali dal francese Tulturale o Tuttualle Menon o da Girolamo Donati, allora residenti in Correggio. Giovanissimo ancora, fu nominato organista nella cattedrale di Brescia (7 settembre 1556), succedendo a Vincenzo Parabosco. Il 2 luglio 1557 fu nominato primo organista in S. Marco a Venezia in sostituzione di Girolamo Parabosco dopo aver superato nel concorso nove competitori fra cui lo stesso Andrea Gabrieli e Florentio Maschera. Rimase in carica fino al 1584.

Della permanenza del M. a S. Marco gli archivî veneziani parlano una volta riguardo a una licenza concessa di due mesi (14 maggio 1561), una seconda per aumento di salario (8 febbraio 1563, more veneto 1564), una terza per concedere un prestito di cento ducati richiesto dal M. forse per fondare la sua casa editrice (13 ottobre 1565), una quarta per concedergli una gratificazione per il tempo che sostituì Annibale Padovano (12 luglio 1566), una quinta volta riguardo a un'istanza di Claudio per essere considerato alla stregua di Andrea Gabrieli nel fruire di certi benefizî (14 settembre 1571), una sesta infine in un documento (28 giugno 1578) in cui si riconoscono i meriti eccezionali dei due grandi organisti Andrea Gabrieli e Claudio M.

A Venezia il M. aprì, nel 1566, insieme a Fausto Bertani, un'officina per imprimere la musica figurata: stampò infatti, fra l'altro, il I libro dei Madrigali a 5 voci di G. Textoris (1566), nello stesso anno il I libro di Madrigali a 6 voci di S. Rossetto e il I libro dei Madrigali a 5 voci dello stesso M., nel 1567 il I libro dei Madrigali a 5 voci di G. B. Conforti, corretti dal M. Alla fine del 1566 rimase solo nell'impresa fino al 1571, cedendo la stamperia a Giorgio Angelieri. Nel 1574 il M. ebbe occasione di distinguersi come compositore accademico, quando Enrico III, dal trono di Polonia dovendosi trasferire a quello di Francia, si soffermò in Venezia alcuni giorni. Egli fu scelto a comporre la musica per la tragedia di Cornelio Frangipane, da eseguirsi in onore del re e davanti al doge e ai senatori. Grande onore gli venne anche da un'altra composizione scritta in occasione delle nozze di Bianca Capello con il granduca Francesco de' Medici, per l'invenzione del conte Germanico e la canzone di Maffio Veniero, che cominciava "Vede Nettuno le sue Dee Marine, Quasi stelle del ciel splender fra l'onde". Il M. fu altresì fra i settanta cavalieri mandati in tale circostanza dalla repubblica a Firenze.

Dopo aver lasciato Venezia fu assunto (i° ottobre del 1591) dalla corte Farnese di Parma quale organista della Steccata. Si fa questione circa il luogo dove trascorse gli anni dal 1584 al 1591.

Alberto Draghi nei Tre dialoghi della poesia scemica (Brescia 1624), asserisce: "et pur dianzi fu appresso i Serenissimi di Mantova". Non sono chiare le relazioni di M. con i Gonzaga. Si conoscono tuttavia due lettere di Claudio, una da Venezia (4 gennaio 1566) e l'altra del novembre dello stesso anno, nelle quali parla di carta da musica che doveva servire per le composizioni di Guglielmo Gonzaga, buon compositore. Non è in ogni modo da escludere che egli, pur non essendo stato a stipendio di quei principi, vi abbia fatto una temporanea dimora.

A Parma fu anche precettore della gioventù studiosa e per tutte le sue mansioni si guadagnò la stima del duca Farnese, che lo creò cavaliere e l'affezione del conte Pomponio Torelli, signore di Montechiarugolo. Nel 1594 il M. si recò a Roma allo scopo di curare la magnifica edizione incisa in rame di 43 pagine, contenente le toccate d'intavolatura d'organo, a cui è preposta da Simone Verovio una lettera dedicatoria al cardinale Farnese. L'organo usato a Parma, e in gran parte fabbricato, dal M., è a quattro registri, con tastiera di bosso, con canne tirate e saldate maestrevolmente, con due mantici a tiratoio e si conserva nel museo del R. Conservatorio di Parma.

L'importanza dell'opera strumentale del M. nel Cinquecento è grandissima. La sua produzione vocale, pur piacevole e ben condotta e sebbene sia espressione tipica dello scorcio del '500, è superata dall'universalità e dalla religiosità intima dei due Gabrieli e non riesce a conchiudere in una sintesi alta il travaglio e la lotta fra tradizione mistica e umanità moderna. Ma la sua opera migliore e più significativa è quella organistica. I ricercari, pure attraverso una preponderanza decorativa, presentano una maggiore compattezza tematica rispetto al ricercare gabrielino; ma specialmente le toccate sviluppano e assorbono le tendenze anteriori, giungendo a un'originalità che, in fatto di nuovi elementi stilistici, non gli può essere misconosciuta. In questo senso con ragione il Winterfeld lo considera il primo che abbia concepito la toccata come fusione del tematico e del coloristico. E se egli non raggiunge sempre una piena e decisa personalità lirica, la ragione profonda va ricercata in "una radicale, assoluta - quasi congenita, si potrebbe dire - mancanza di religiosità. Claudio Merulo è artista in senso di artefice, con natura tutta pagana, volta all'esterno non diremo dell'immagine, perché si tratta di musica, ma della veste o, meglio, dell'atmosfera sonora: egli è maestro di facilità e di fluidità" (L. Ronga).

Opere: libro I di Madrigali a 5 voci (Venezia 155b); libro I di Sacrae Cantiones (Venezia 1578); libro II di Cantiones (Venezia 1578); libro I di Madrigali a 4 voci (Venezia 1579); libro I di Madrigali a 3 voci (Venezia 1580); libro II dei Mottetti a 6 voci (Venezia 1593); libro I Sacrorum Concentuum (Venezia 1594); libro I dei Mottetti a 6 voci (Venezia 1595); Sacrae Symphoniae, editae studio et opera C. Hasleri Norimberg. (1598); Toccate d'intavolatura d'organo, lib. I (Roma 1598); libro II di Madrigali a 5 voci (Venezia 1594); Toccate di intav. d'organo, libro II (Roma 1604), Ricercari di intav. d'organo, libro I (Venezia 1605); Ricercari da cantare a 4 voci, libro I (Venezia 1607); Ricercari da cantare a 4 voci, libro II (Venezia 1607); Ricercari da cantare a 4 voci, libro III (Venezia 1608); Misse due a 8 e 12 voci (Venezia 1609). Varie opere apparvero in raccolte come Dolci et amorosi concenti (libro II, 1562), secondo libro delle Fiamme (1567), nella Musica di XIII autori illustri (1576), in Primo fiore della ghirlanda (1577), negli Amorosi Ardori (1583), Raccolta delle Sacre canzoni, a cura di Liudne (1585), Musica per concerti ecclesiastici (1590), nella Nuova spoglia amorosa (1593), Vittoria amorosa (1596), Transilvano del Diruta (1597), Spoglia amorosa (1600), Sacrarum Symphoniarum continuatio (1600), Raccolta del Raverj (1608), e in altre.

Bibl.: A. Catelani, Memorie della vita di C. M., Parma 1861; C. M. da Correggio. Numero unico commem. del 300° anno della morte; Bollettino bibl. mus., anno VI (1931), n. 1 segg. (si ripubblica il testo del Catelani con note e correzioni); G. Pannain, Le origini e lo sviluppo dell'arte pianistica in Italia dal 1500 al 1730 circa, Napoli 1917, pp. 38-42; L. Ronga, Ger. Frescobaldi, Torino 1930, pp. 24-27.

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