CLIMATOLOGIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

CLIMATOLOGIA (X, p. 606)

Ezio ROSINI

Nel corso degli ultimi decennî i metodi di ricerca e di rappresentazione della c. hanno subìto, insieme alla stessa nozione di clima, un'evoluzione assai profonda. In linea generale si è assistito a uno sforzo di oggettivazione del concetto di clima: nato in diretto rapporto con l'uomo e le sue condizioni di vita, e come tale oggetto di studio quasi più di fisiologi, geografi, ingegneri che di meteorologi e geofisici, esso è andato sempre più distaccandosi dal riferimento umano per designare un insieme di fatti fisici determinati dalle vicende meteorologiche, solo in relazione a queste valutati e classificati.

Conseguenza di tale mutato atteggiamento è stata una revisione dei metodi di studio e di rappresentazione, divenuti più tecnici e rigorosi dal punto di vista fisico e statistico. Inoltre, si è reso più evidente, e perciò stesso più efficiente, il concetto di climatologia applicata ai varî problemi d'interesse pratico o teorico: della medicina generale e sanatoriale, dell'agricoltura, dell'industria, della navigazione aerea, del turismo, dell'urbanistica, ecc.

Definizione di clima. - Partiti da una concezione puramente statica quale è quella espressa dalla definizione del clima data (1908) da J. Hann (clima è il complesso dei fenomeni meteorologici che definiscono lo stato medio dell'atmosfera in un punto della superficie terrestre, v. X, p. 588), definizione successivamente attenuata da F. Eredia (clima è l'insieme delle condizioni meteorologiche normali e anormali che caratterizzano una località), si è giunti al criterio oggi seguito di definire il c. di un luogo o di una regione sulla base di una duplice serie di indici e di descrizioni, ambedue essenziali:

a) una descrizione numerica, grafica e qualitativa, che si riallaccia alla c. tradizionale e fornisce i valori medî e le distribuzioni di frequenza dei varî elementi (temperatura, umidità, venti, precipitazioni, ecc.) considerati per periodi fissi di tempo (generalmente per mese, stagione, anno). Entro questi periodi si determinano anche gli andamenti medî degli elementi, ad esempio l'andamento medio della temperatura nel corso della giornata, ed i valori estremi da essi assunti;

b) una descrizione simbolica, analitica e sintetica, delle manifestazioni meteorologiche sulla località in studio, che rispecchia la fisionomia fisica e l'evoluzione di esse. A questo fine non si raggruppano più i dati di osservazione per periodi fissi di tempo, ma viceversa la cadenza è data dalle singole vicende meteorologiche nella loro individualità e nella loro varia durata. Assunto dalla meteorologia sinottica, ad esempio, il concetto di "invasione di massa d'aria tropicale marittima", si determinano sia le caratteristiche di frequenza e di durata di tali invasioni sulla località, sia gli andamenti caratteristici della temperatura, delle visibilità, dei tipi e quantità di precipitazioni, ecc. che nella stessa località in quelle occasioni si verificano. È questo il punto di vista della cosiddetta c. dinamica, oggetto principale dell'attuale impegno di studio dei climatologi. Non è inutile sottolineare che la c. dinamica, lungi dall'essere qualcosa di astratto, rappresenta un avvicinamento sostanziale alla realtà e come tale finisce per soddisfare meglio anche a molti interessi pratici e all'osservazione comune: la quale, ád esempio, non avverte la temperatura o l'umidità media mensile, ma piuttosto il raffreddamento conseguente all'irruzione di masse d'aria artica o la forte umidità delle situazioni sciroccali, eventi che hanno conseguenze di varî ordini, oggettivi e soggettivi.

Mezzi e metodi d'indagine. - Per caratterizzare il clima di una località, specie secondo i concetti sopra espressi, occorre avere a disposizione ed elaborare una grande massa di dati di osservazione. Quando poi si debba, come di regola, studiare il clima di una regione, non solo come accostamento formale dei climi dei singoli luoghi, ma come insieme unitario, il numero dei dati e delle elaborazioni diviene imponente.

Secondo una valutazione attendibile, in Italia si raccoglie circa un milione di dati di osservazione meteorologica al mese ed una c. d'Italia, basata su un congruo numero di anni di osservazione, richiederebbe l'elaborazione di centinaia di milioni di dati: massa enorme che non può essere fronteggiata senza un'organizzazione molto spinta e senza l'ausilio dei modemi mezzi meccanografici (a schede perforate o a nastri magnetici) e di calcolo elettronico. Di fatto tutti i servizî meteorologici hanno ormai un settore della loro organizzazione dedicato alla c. e dotato dei mezzi suddetti. Vi è anche uno stretto collegamento internazionale, attraverso l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, che è qualificata a dare disposizioni agli Stati membri (e sono praticamente tutti) circa la forma dei bollettini da trasferire nei supporti meccanografici, la costruzione di un omogeneo Atlante Climatologico Mondiale, l'emissione mensile da parte di stazioni selezionate di un apposito messaggio climat, ecc.

Circa i metodi della moderna c., basterà dire che oltre a una serie di indici proprî e di rappresentazioni specifiche (dette climogrammi), sono correntemente usati i vari strumenti offerti dalla statistica metodologica.

Classificazioni climatiche. - Nel campo della c. tradizionale si è assistito negli ultimi decennî al decadimento di tutte le classificazioni già proposte, con la sola eccezione di quella di W. Köppen (v. X, p. 600) e di quella di C. W. Thornthwaite. Quest'ultima enunciata nel 1931 e progressivamente affermatasi nel dopoguerra, parte dalla considerazione dei cosiddetti indici di pluvioefficacia e di termoefficienza, definiti come somma dei 12 valori che le espressioni 115 [P/(T-10)]10/9 e (T-32)/4 rispettivamente prendono per i 12 mesi dell'anno: P è la precipitazione media mensile, in pollici, e T la temperatura media mensile, in gradi Fahrenheit.

Ne risultano, a seconda dei valori degli indici, le seguenti 5 province di umidità: clima bagnato (foreste tropicali), umido (foreste), subumido (praterie), semiarido (steppe), arido (deserto), ognuna delle quali è a sua volta suddivisa in 4 sottotipi a seconda della concentrazione stagionale delle precipitazioni; e le seguenti 6 province termiche: clima tropicale, mesotermico, microtermico, taiga (nome che viene dato alle foreste di conifere subartiche della Russia), tundre, ghiacciai.

Il nuovo indirizzo della c. dinamica ha cercato di sostituire alle classificazioni tradizionali, statiche e basate su semplici valori medî annui o mensili, altre classificazioni che considerassero le caratteristiche evolutive del tempo e le entità della meteorologia sinottica (masse d'aria, fronti, aree di precipitazione, ciclogenesi, configurazioni bariche). Finora si hanno promettenti tentativi dei quali il più importante appare la classificazione genetica di H. Flohn. Un argomento strettamente legato è quello della classificazione dei tipi di tempo, che molti ritengono debba costituire la base per una classificazione autenticamente dinamica dei climi; anche in tale campo si sono avuti importanti sviluppi perché agli antichi criterî, basati sulle configurazioni bariche in superficie, si è potuta sostituire la considerazione delle situazioni tipiche, dinamiche e bariche, in quota. Va segnalata fra le altre classificazioni dei tipi di tempo quella proposta da M. Urbani, che accentra l'attenzione sull'Italia ed il Mediterraneo.

Previsioni climatologiche del tempo. - I tentativi di utilizzare le informazioni climatologiche per la previsione del tempo si mostrarono chiaramente insoddisfacenti specie quando sorsero e si perfezionarono i metodi sinottici, basati sulla utilizzazione immediata dei dati attuali. Anche le previsioni sinottiche, a loro volta, a lungo andare hanno mostrato i propri limiti, nel senso che la estrapolazione della evoluzione meteorologica per le prossime 24 ore, universalmente adottata dai servizî meteorologici, può con speciali tecniche (previsioni numeriche) essere estesa alle 48 o forse alle 72 ore, ma certamente non oltre. Si è ritornati perciò a considerare la possibilità di utilizzare i dati del passato, dominio della climatologia, per la compilazione di previsioni a lunga scadenza, applicabili a partire dal terzo o quarto giorno e valide dai cinque ai trenta giorni. I tentativi in questo senso sono ora in pieno sviluppo, appoggiati da una parte ai nuovi concetti della c. dinamica e dall'altra a esami statistici di gran lunga più ampî, originali ed approfonditi di quelli precedenti. Un metodo che richiede l'impiego di calcolatori elettronici di grande capacità è quello delle correlazioni multiple; altri metodi si basano sull'analisi della circolazione atmosferica a grande scala; altri riprendono, con le nuove classificazioni dei tipi di tempo, il vecchio metodo delle analogie con situazioni passate. L'impostazione concettualmente più feconda peraltro appare quella della ricerca, dapprima indiziaria poi statistica ed infine fisico-matematica, dei grandi ritmi della circolazione atmosferica planetaria e dei suoi riflessi sul campo barico o sulla fenomenologia meteorologica. In Italia questo indirizzo viene seguito da B. Lecce e F. Del Trono, con particolare riferimento, nella prima fase, al campo barico in quota.

Bibl.: G. T. Trewarta, Introduction to climate, New York 1954; P. Pedelaborde, Introduction à l'étude scientifique du climat, Parigi 1954; V. A. Conrad, Methods in climatology, Cambridge Mass. 1956; E. Rosini, Statistica e meteorologia, in Riv. Meteorologia Aeronautica, 1948; M. Pinna, Climatologia dinamica e geografia, in Boll. Soc. Geografica Italiana, 1955; H. Flohn, Zur Frage der Enteilung der Klimazonen, in Erdkunde, 1957.

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