Codista

NEOLOGISMI (2018)

codista


s. m. e f. Chi, per guadagnare qualcosa, si mette in coda, fa le file al posto di altri, ricevendone un compenso.

• [tit.] L’arrotino, il codista... l’ora di vecchi e nuovi lavori [testo] […] minuscoli segnali fatti di minuscole cifre. Più o meno le stesse che segnano, all’opposto, il debutto di mestieri del tutto nuovi, figli di una crisi che spinge la fantasia a inventarsi l’impossibile. Prendiamone uno: il «codista». Cioè colui che mette in vendita il proprio tempo per sostituirsi ai «clienti» in una delle più detestate incombenze della vita quotidiana: la coda. (Avvenire, 1° marzo 2014, p. 3, Idee) • [tit.] Mamma, da grande voglio fare… il codista [testo] Una storia curiosa che in tempo di crisi aveva fatto parlare di sé: oggi la professione di «codista» diventa realtà. È partito col botto infatti il corso che insegna a fare la fila negli uffici pubblici, per conto terzi. (Giornale d’Italia, 9 maggio 2014, p. 8, Dall’Italia) • La pratica è antica, la parola è nuova e pare che qualcuno addirittura l’abbia brevettata (facendo la coda agli appositi sportelli) per registrarla come marchio di una professione. I tempi sono difficili, il lavoro scarseggia e bisogna inventarlo; anche se, a dire il vero, i codisti sono sempre esistiti. C’è sempre stato qualcuno che faceva le commissioni o sbrigava le pratiche per chi era impossibilitato a farlo personalmente: per il commerciante impegnato nel suo negozio o al mercato, per l’impiegato impossibilitato a lasciare l’ufficio… (Sebastiano Vassalli, Corriere della sera, 26 ottobre 2014, p. 33, Cultura & Spettacoli).

- Derivato dal s. f. coda con l’aggiunta del suffisso -ista.

- Già attestato nella Stampa del 1° luglio 1978, Cronaca cittadina, p. 4.

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