COLLOIDOTERAPIA

Enciclopedia Italiana (1931)

COLLOIDOTERAPIA (dal gr. κολλώδης "glutinoso, colloide" e ϑεραπεία "cura")

Giacinto Viola

Fa parte di quella categoria di mezzi terapeutici che alterano (alteranti) lo stato generale dell'organismo, agendo universalmente e senza preferenze specifiche sulle cellule dell'organismo: iniezioni endovenose di cloruro di sodio ad alta concentrazione, p. es. 10%, salasso, azioni climatiche e crenoterapiche, diete speciali, iniezioni endovenose di medicamenti svariati. Uno dei mezzi più efficaci della medicazione alterante è la colloidoterapia consistente essenzialmente nell'introduzione, per via parenterale, nell'organismo, di sostanze proteiche estranee ad esso (v. proteinoterapia; emoclasica, crisi), che determinano nelle cellule e negli umori dell'organismo universali alterazioni chimico-colloidali. Tali alterazioni possono altresì essere provocate da metalli pesanti allo stato colloidale, in quanto si fissano sui tessuti e producono alterazioni cellulari (argento, rame colloidale, ecc.). Fra le consegunze più importanti di queste alterazioni sono la diminuita permeabilità dei vasi e il prosciugarsi degli essudati; altre azioni s'esercitano sugli organi formatori del sangue, sul sistema nervoso simpatico, sulle ghiandole a secrezione interna, e, con cio, su tutto il ricambio materiale. L'"alterazione" o reazione dell'organismo, può essere più intensa nel focolaio morboso (reazione di focolaio) o anche essere circoscritta esclusivamente a questo.

I più importanti interventi di terapia colloidale sono le iniezioni di autosiero (iniezioni sottocutanee del siero del sangue del malato stesso); di siero di gravide; di siero d'uomini o animali normali; di sangue dell'infermo stesso; di siero di convalescenti da una malattia infettiva, o di altri individui colpiti dalla stessa malattia; di latte; di caseal calcico, aolan, caseosan.

I metalli colloidali non sono tossici e si somministrano, come i preparati proteinici, per via sottocutanea, endomuscolare e specialmente endovenosa; i più noti sono l'argento e lo zolfo, ma, oltre a questi, s'adoperano anche il manganese, l'oro, l'iridio, il mercurio, ecc. Essi provocano leggiero aumento della temperatura, leucolisi passeggera seguita da leucocitosi, importante nel risveglio difensivo dell'organismo contro l'infezione. In complesso l'azione farmacologica caratteristica dei varî metalli scompare con lo stato colloidale e si determina un'azione comune di tipo catalitico (fermenti metallici) ed eccito-difensiva dell'organismo contro le infezioni. All'atto pratico, la colloidoterapia, sia proteinica, sia metallica, spesso non provoca reazioni sufficienti e fallisce allo scopo.

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