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COLOSSEO

di Giuseppe Lugli - Enciclopedia Italiana (1931)
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COLOSSEO

Giuseppe Lugli

L'anfiteatro Flavio fu chiamato con questo nome nel Medioevo a causa delle sue dimensioni colossali. Secondo altri, ma con minore probabilità, l'edificio attirò a sé il nome del vicino colosso bronzeo di Nerone, il quale scomparve durante le invasioni barbariche.

Il monumento fu eretto nel luogo dove, al tempo di Nerone, un laghetto raccoglieva le acque delle colline circostanti; lo iniziò Vespasiano verso il 75 d. C. e lo inaugurò Tito nell'80. Domiziano aggiunse l'ultimo ordine di gradinate e impiantò vasti magazzini al disotto dell'arena, la quale, al tempo di Tito, doveva essere costituita da un piano uniforme poiché egli vi dette anche delle battaglie navali. L'arena misura m. 76 × 46 e la cavea è profonda m. 36; tutto l'edificio raggiunge l'altezza di m. 57, ripartita in quattro ordini architettonici, tre costituiti da archi a giorno e il quarto da un attico con piccole finestre rettangolari. Su alcune mensole sporgenti al disotto della cornice poggiavano i travi, che sorreggevano l'ampio velario, destinato a riparare gli spettatori dal sole.

Nella costruzione del monumento furono adoperati varî materiali: il travertino nei piloni degli archi e nella facciata esterna; il tufo nella vasta ingabbiatura che sosteneva le arcate interne; il mattone nelle volte dei meniani e delle gradinate. I primi gradini erano divisi dall'arena per mezzo di un alto muro, che doveva riparare gli spettatori dagli assalti delle belve. I calcoli più ragionevoli dànno all'edificio una capacità massima di 45.000 spettatori. Un sistema di organizzazione perfetto, le numerose scale e gli ampî corridoi, permettevano il rapido afflusso e deflusso del pubblico.

Gli spettacoli che abitualmente si davano nell'anfiteatro erano i ludî gladiatorii e le venationes. Tra i ludi più sontuosi dati nel Colosseo vanno ricordati: quello inaugurale sotto Tito, durato più giorni di seguito, nel quale in un solo giorno furono uccise 5000 bestie; i ludi celebrati nel 249 dall'imperatore Filippo per festeggiare il primo millenario della fondazione di Roma; altri grandi spettacoli si ebbero sotto Probo e sotto i Gordiani. Le belve destinate alle cacce e alle giostre venivano chiuse entro piccole celle nei corridoi sottostanti all'arena, donde, per mezzo di piani inclinati e di montacarichi, venivano portate fuori nell'arena. Un ampio corridoio, situato ad uno degli estremi dell'asse maggiore in relazione con la porta libitinaria, serviva per portare via i cadaveri degli uomini e degli animali uccisi. Agli estremi dell'asse minore erano due palchi speciali, riservati uno alla famiglia imperiale e l'altro alle vestali, ai grandi magistrati e ai sacerdoti maggiori. L'imperatore aveva un ingresso particolare sotterraneo, in comunicazione col Palatino. Sulla disposizione delle gradinate interne e specialmente di quelle del quarto ordine, i pareri degli studiosi sono discordi: alcuni fanno terminare il monumento con un porticato di colonne di cipollino e granito, ponendovi nell'interno il maenianum summum in ligneis ricordato dal Cronografo dell'anno 354; altri abbassano il portico di alquanto, imimaginando al disopra una terrazza scoperta per i poveri che assistevano agli spettacoli in piedi. Tutta questa parte alta mostra aver subito un forte restauro, forse dopo il 217, quando il Colosseo fu danneggiato da un incendio. Con il prevalere del cristianesimo gli spettacoli perdettero d'importanza, finché i ludi gladiatorii, per decreto di Onorio, scomparvero nel 404, mentre le venationes non cessarono del tutto che verso la metà del sec. VI.

Due violenti terremoti iniziarono la rovina del Colosseo: un primo nel 442, che mstrinse gl'imperatori Teodosio II e Valentiniano III a copiosi restauri, e un secondo verso il 508. Ma la rovina maggiore avvenne nel famoso terremoto di Leone IV (851), allorquando caddero due interi ordini di arcate nella parte che guarda il Celio; da allora i massi caduti servirono per le nuove costruzioni romane, finché nel sec. XIV troviamo atti ufficiali che certificano lo spoglio sistematico delle rovine, durato ininterrotto fino al secolo XVII. Si fecero belli delle spoglie del colosso il palazzo di Venezia, il palazzo Barberini, il palazzo Farnese, il pontc Flaminio, il porto di Ripetta e parte dei Palazzi Capitolini. Nello stesso tempo, alcune congregazioni religiose, come la Compagnia del Salvatore, la Compagnia della Passione, e la Compagnia della Jerusalem si stabilivano fra gli oscuri archi per celebrare nell'arena le loro cerimonie in memoria dei martiri cristiani ivi esposti alle belve, tra i quali il più insigne fu S. Ignazio Antiocheno.

Nel sec. XIX, ritornato l'amore per le antiche vestigia di Roma, il monumento fu oggetto di particolari restauri da parte dei papi: Pio VII, Leone XII, Gregorio XIV, e da ultimo Pio IX, i quali con poderosi muri di rinforzo arginarono i blocchi pericolanti, e ridettero la completa stabilità alle arcate del monumento. Nel Medioevo numerose leggende si diffusero intorno al Colosseo; famoso è il detto popolare, conservatoci dal venerabile Beda: quam diu stabit Coliseus stabit et Roma; quando cadet Coliseus cadet et Roma; quando cadet Roma cadet et mundus. (V. tavv. CLXXV e CLXXVI).

Bibl.: R. Lanciani, Ruins and Excavations of ancient Rome, Boston e New York 1897, p. 367 segg.; H. Delehaye, in Analecta bollandiana, XVI, Bruxelles 1897, pp. 209-252; H. Jordan-Ch. Hülsen, Topogr. d. Stadt Rom., I, iii, Berlino 1907, p. 282 segg.; P. Colagrossi, L'anfiteatro Flavio, Firenze-Roma 1913; G. Cozzo, Ingegneria Romana, Roma 1928, p. 195 segg.; S. B. Platner-Th. Ashby, Topogr. Dict. of Ancient Rom, Oxford 1929, p. 6 segg.

Vedi anche
gladiatore Nell’antica Roma, atleta che combatteva con una spada corta (gladius) o altre armi contro avversari in luoghi pubblici, per il divertimento delle folle. Gli spettacoli gladiatori (munera gladiatoria), forse di origine etrusca, prima dati a titolo privato, divennero sempre più grandiosi finché dal 105 ... Vespasiano, Tito Flavio, imperatore Vespasiano, Tito Flavio (lat. T. Flavius Vespasianus), imperatore. - Imperatore romano (n. presso Rieti 9 - m. Cutilie, Sabina, 79). Ricoperse le più alte cariche sotto Caligola e Claudio; alla morte di Nerone si trovava in Giudea, col compito di sottometterla. Fu acclamato imperatore dalle truppe e ... Tito imperatore Tito (lat. T. Flavius Vespasianus) imperatore. - Imperatore romano (Roma 39 - Cotilia 81), Figlio di Vespasiano, quando il padre fu eletto imperatore nel 69, egli divenne Cesare. Aveva già partecipato a varie campagne, fra queste la guerra giudaica, della quale Vespasiano gli affidò il comando; nel 71 ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
Altri risultati per COLOSSEO
  • Colosseo
    Enciclopedia on line
    Nome dato nel Medioevo all’anfiteatro Flavio, da sempre uno dei monumenti più noti di Roma, inaugurato da Tito nell’80 d.C. Il nome deriva dalle dimensioni dell’edificio o, più probabilmente, dalla vicinanza della statua colossale di Nerone.
Vocabolario
colossèo
colosseo colossèo (più com. Colossèo, nome proprio; ant. o pop. Coliṡèo; volg. Culiṡèo) s. m. [dal lat. colossēus agg. «colossale, gigantesco»]. – Nome dato nel medioevo all’Anfiteatro Flavio in Roma, iniziato da Vespasiano nel 75 d. C....
cabaretteria
cabaretteria s. f. (iron.) Esibizione da cabaret. ◆ E non siamo che all’inizio di stagione, mentre quel che ci attende, tra teatri -- dal Colosseo al Massaia -- e storiche culle del cabaret, come «Hiroshima Mon Amour» e «Cab 41», e più...
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