COMECON (Council for Mutual Economic aid)

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

COMECON (Council for Mutual Economic aid)


COMECON (Council for Mutual Economic aid)  Sigla con cui in Occidente era noto il SEV (Sovet Ekonomičeskoj Vzaimopomošči), Consiglio per la mutua assistenza economica, istituito a Mosca nel gennaio 1949 fra URSS, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. In seguito vi aderirono l’Albania (entrata nel febbraio del 1949, cessò di partecipare alle attività nel 1961, ma non ufficializzò l’abbandono fino al 1987), la Repubblica Democratica Tedesca (1950), la Mongolia (1962), la Iugoslavia (dal 1964 come Stato associato), Cuba (1972) e il Vietnam (1978). Finlandia, Iraq, Messico, Nicaragua e Mozambico presero lo status di Paesi cooperanti; Afghanistan, Etiopia, Laos, Nicaragua e Yemen quello di osservatori.

Promotrice l’URSS, interessata a stabilire sempre più stretti rapporti economici con i Paesi a democrazia popolare, il COMECON fu concepito come risposta al piano Marshall (➔ Marshall, piano) e all’Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica (➔ OECE). Il primo periodo di vita del consiglio, dal 1949 alla morte di Stalin (1953), fu caratterizzato dallo sviluppo indipendente dell’industria siderurgica e meccanica nei diversi Stati membri e da un sistema di accordi bilaterali che ostacolarono il coordinamento, ragione d’essere dell’organizzazione stessa. Negli anni 1950 e 1960, le principali attività del COMECON furono la divisione internazionale del lavoro, lo sviluppo dei rapporti economici e commerciali fra tutti i Paesi, lo sviluppo dell’agricoltura, gli accordi per la chimica e per i trasporti marittimi, la creazione della Banca internazionale per la cooperazione economica (➔). Gli avvenimenti cecoslovacchi del 1968 e le crisi petrolifere si ripercossero negativamente sul COMECON, ponendo un freno alle riforme economiche che i Paesi membri avevano progressivamente intrapreso. Nel 1985 nuovo impulso all’organizzazione fu dato da M. Gorbačëv con l’obiettivo, che però non si concretizzò, di un’applicazione accelerata della cooperazione congiunta al settore della scienza e della tecnologia. In seguito alla politica sovietica di ristrutturazione, le pressioni in favore di un’ulteriore liberalizzazione dei rapporti economici furono sempre più forti e portarono nel 1991 allo scioglimento del COMECON.

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