Compagno

Enciclopedia Dantesca (1970)

compagno (compagnone)

Lucia Onder

Nel senso comune di " accompagnatore " Si trova in Pg XXIV 71 l'uom che di trottare è lasso, / lascia andar li compagni, in If XXIII 51 portandosene me sovra 'l suo petto, / come suo figlio, non come compagno, in Cv IV VI 15 E però che Aristotile cominciò a disputare andando in qua e in lae, chiamati furono - lui, dico, e li suoi compagni - Peripatetici.

Per " coloro con cui si affrontano avventure, imprese ", in If XXVI 106 Io e' compagni eravam vecchi e tardi, e XXVI 121 Li miei compagni fec'io sì aguti; è detto degli Ebrei che non volle Gedeon compagni, / quando inver' Madïan discese i colli (Pg XXIV 125). Più specificamente indica le anime o i demoni che fanno parte di un gruppo: in If XV 102 dimando chi sono / li suoi compagni più noti e più sommi; XVI 71, XXV 149, XXVIII 95; i centauri, a cui Chirone si rivolge, in XII 80 disse a' compagni: " Siete voi accorti / che quel di retro move ciò ch'el tocca?... "; uno dei demoni, Alichino, con cui si azzuffa Calcabrina, in If XXII 137 volse li artigli al suo compagno.

Particolarmente, in If IV 121 I' vidi Eletra con molti compagni, il termine è usato nel senso di " discendenti da lei ", tra i quali sono ricordati Ettore ed Enea. Con valore figurato, trasferito al mondo animale, c. è considerato di genere promiscuo, in Pd XXV 20 Sì come quando il colombo si pone / presso al compagno, l'uno a l'altro pande, / girando e mormorando, l'affezione: si tratta di maschio e femmina, come in If v 82, dove D. usa colombe per indicare la coppia.

Ha valore di aggettivo, in Pg XXX 111 secondo che le stelle son compagne, cioè " congiunte " (Ottimo), " in congiunzione " con le sfere celesti.

La forma ‛ compagnone ', di largo uso nell'italiano antico per " compagno " (cfr. G. Villani VIII 96), si trova in Cv IV VI 15 Veramente Aristotile... e Zenocrate Calcedonio, suo compagnone... a perfezione la filosofia morale redussero. Nelle edizioni precedenti la '21 e nella Simonelli si legge però compagno. Ha lo stesso valore in due luoghi del Fiore: Ma sì ti priego, genti/ compagnone, / se sai alcuna via che sia più avaccia / ... che tu sì la mi insegni (LXX 5), e san Paolo predicava i compagnoni (CXII 10).