CONCEPTUAL ART

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

CONCEPTUAL ART

Maria Sicco

. Forma dell'arte d'avanguardia contemporanea, nata negli anni Sessanta, il cui fine è di giungere a una realizzazione intellettuale e teoretica, rifiutando l'oggetto e valorizzando il processo, lo schema concettuale per mezzo del quale vi si arriva.

Le sue radici possono essere ricercate nella filosofia Zen, basata sulla meditazione e sulla concentrazione, e nella poetica dadaista che sta alla base dell'odierna dissacrazione dell'oggetto. La c. a. più pura si libera dalla sottomissione al materiale e si volge prevalentemente alla progettazione e all'ideazione di un'opera. La ricerca non è rivolta alla creazione di qualcosa di tangibile, ma alla concettualizzazione di un'immagine. Quello che conta è il rapporto tra i successivi elementi della realizzazione artistica, il processo che si attua secondo le regole del calcolo logico-matematico. I primi artisti a dedicarsi a questo genere di ricerche sono stati: J. Kosuth, J. Beuys, B. Venet, R. Barry, D. Graham, On Kawara, D. Lamelas, C. Millet, e il gruppo inglese della rivista Art Language. In Italia si può considerare un antesignano Manzoni, poi G. Paolini, E. Prini, A. Trotta, G. Chiari, E. Miccini, V. Agnetti. Espongono descrizioni di idee, definizioni di oggetti, diagrammi di opere possibili, formule matematiche, strutture prospettiche e progetti complicatissimi. Quest'arte rappresenta un momento di crisi della creazione visiva, una protesta contro l'inflazione dell'oggetto artistico (multipli, grafica, disegno industriale), la volontà d'isolare il dato arte da contaminazioni estetiche e sociologiche. Si ripropone una sorta di mito dell'arte, che si manifesta e si definisce mettendo a nudo i suoi processi e meccanismi speculativi.

Il termine è stato usato per la prima volta da Sol Lewitt nel 1967 nel suo Paragraphs on conceptual art, in Art-forum (New York). Nel 1961 Henry Flynt aveva usato l'espressione concept art per i saggi pubblicati poi in Anthology (1963), lavori in cui ricorreva a concetti linguistici e matematici. Il gruppo Art and language ha ripubblicato i suoi interventi storici nel volume di questo titolo edito a Londra e a Berlino nel 1974. In quanto analisi sul linguaggio dell'arte (condotta sotto l'influenza di filosofi del linguaggio come Wittgenstein e Moore), questi lavori sono essi stessi arte, poichè, secondo la c. a., l'arte studia appunto il rapporto educativo dell'arte stessa.

Bibl.: J. Kosuth, Art after philosophy, in Studio Int., ott. 1969; P. Restany, Tre risposte di Kosuth a quattro domande di Restany, in Domus, maggio 1971; T. Trini, Note sul neo-concettual, ibid., 1971, n. 495; D. Ashton, New York commentary: abracadabrizing art, in Studio Int., 1972, n. 940; E. Migliorini, Conceptual art, Firenze, Il Fiorino, 1972; R. Barilli, Le due anime del concettuale, in Op. cit., 1973, n. 6; G. Dorfles, Arte concettuale, in I problemi di Ulisse, nov. 1973; L. Vergine, Arte concettuale, in NAC, nov. 1973.

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