concerto Tipo di composizione musicale oppure intrattenimento pubblico o privato dedicato all’ascolto di musica.
Lo sviluppo storico del c. come composizione musicale appare strettamente legato a quello del basso continuo, come dimostra il titolo della raccolta di L. Grossi da Viadana Concerti ecclesiastici (1602). Dopo la metà del 17° sec. cominciarono a delinearsi con chiarezza i tratti fondamentali del c. barocco, a opera di A. Stradella, della scuola bolognese (con G. Torelli) e romana (con A. Corelli), seguiti dalla grande fioritura della scuola veneziana nei primi decenni del Settecento. In quest’epoca si impose la forma del c. grosso, in cui al gruppo orchestrale (detto appunto c. grosso o ripieno) si contrapponeva il concertino, costituito dai solisti più abili, in origine due violini e basso. In seguito vennero usati anche altri strumenti, come nei concerti grossi di G.F. Händel e di A. Vivaldi o nei Concerti brandeburghesi di J.S. Bach, vera summa del c. barocco.
L’architettura del c. grosso presentava per lo più un ciclo di 3 tempi (Allegro-Adagio-Allegro) con o senza brevi adagi d’introduzione agli Allegri, ma se ne hanno anche a 4 e 5 tempi. Nel c. solistico, affermatosi nel Settecento, il contrasto tra grosso e ripieno è modificato, sviluppandosi tra il complesso orchestrale e un solo strumento solista. L’architettura del c. solistico è abbastanza varia: in genere si ha il predominio di un tema principale lungo l’alternarsi di periodi di massa, o Tutti, con periodi d’Assolo nella quale vicenda entra anche un tema secondario non molto elaborato. Nell’epoca preromantica, il principio costruttivo si fa più equilibrato e insieme più elastico, e nasce allora il c. moderno, basato sulla struttura della sonata bitematica tripartita. A questo genere diedero un notevole contributo gli italiani
L’integrazione tra solista e orchestra nel concerto pianistico mozartiano rappresenta uno dei culmini del classicismo. L. van Beethoven sviluppò il concerto nella direzione di una maggiore drammaticità nel rapporto solista-orchestra e di un più complesso linguaggio sinfonico; dopo di lui si affermò invece un’assoluta preminenza del solista e delle sue qualità virtuosistiche (
In tempi moderni compositori come Stravinskij, Hindemith, Bloch, Ghedini e Petrassi hanno dato vita al cosiddetto c. per orchestra, recuperando l’originario significato del termine, che nel 16° e 17° sec. designava genericamente una ‘musica d’insieme’ (concerto deriva dal latino conserere «intrecciare, legare insieme»).
I c. come intrattenimento musicale furono dapprima riunioni in case private o in istituti, in ambiente famigliare o d’invitati. Tali i Consorts inglesi, i Collegia musica tedeschi, oltre ad altre forme derivanti dagli intrattenimenti musicali delle corti, dei palazzi, delle accademie italiane. Più tardi, nel 18° sec. i c. divennero pubblici e a pagamento: i primi esempi si ebbero in
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Tra le altre nazioni, celebri istituzioni hanno l’Olanda (Concertgebouw di
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