CONCIMAZIONE

Enciclopedia Italiana (1931)

CONCIMAZIONE

Luigi CAVAZZA

. Pratica agraria diretta ad aggiungere sostanze diverse al terreno per accrescere la produttività delle piante in esso coltivate. La concimazione ha tradizioni antichissime. Praticata largamente, con sostanze naturali, dagli agricoltori latini, è assunta a grande importanza tecnica ed economica dopo gli studî di Gustavo Liebig e la fabbricazione dei concimi artificiali. In Italia, Malaguti, Cavour, Ridolfi, Cantoni furono fra i più vivi promotori delle concimazioni. E fu merito anche dei maggiori dirigenti di cattedre ambulanti d'agricoltura: specialmente del Poggi, del Bizzozzero, del Cavazza, del Peglion, del Munerati, di averne fatto apprezzare l'utilità economica in ogni zona.

Tecnica agraria.

Sovescio. - Utilissima è la pratica del sovescio che consiste nel rivoltare sotterra tutta o parte d'una coltura erbacea, per lo più leguminosa. Il sovescio può venire considerato un ammendamento organico e insieme una concimazione. Infatti esso migliora le proprietà fisiche del terreno e, contemporaneamente, lo arricchisce di sostanze organiche e di elementì nutritivi per le piante e per la microflora batterica.

Questa, ch'è l'insieme di piccolissimi esseri che vivono a miliardi nel terreno, si sviluppa sui residui vegetali e animali e sui rifiuti degli organismi superiori, che essa decompone, purifica e prepara per l'alimento di nuove vite. Il sovescio, affinché produca i massimi benefici, deve venire precedentemente concimato con un'abbondante miscela di concimi chimici.

Letame. - Lo stallatico, o letame è la mescolanza degli escrementi solidi e liquidi degli animali con la lettiera. In media ogni capo bovino adulto produce annualmente 12 metri cubi di letame; un metro cubo di letame pesa in media 225 chilogrammi se fresco e 500 kg. se maturo di quattro mesi. Tutto questo materiale viene asportato a mano o con mezzi meccanici e per essere utilmente adoperato viene depositato nella concimaia. Perché il letame possa, però, esplicare tutte le sue eccellenti proprietà fertilizzanti occorre che sia custodito in concimaie razionali, e conservato accuratamente.

Concimaia razionale. - Deve avere: la platea effettivamente impermeabile e di adatte dimensioni (4 metri quadrati per ogni capo adulto); il pozzetto a perfetta tenuta e di adeguata capacità (almeno metri cubi 2 per capo); l'ubicazione a nord della casa, e a sufficiente distanza; una copertura, o almeno un opportuno ombreggiamento con alberi ovvero con graticciato sostenente piante rampicanti (zucche, fagioli di Spagna, ecc.). La costruzione di un tettoia sarebbe molto opportuna, ma non è resa obbligatoria dal decreto 13 agosto 1926, n. 1605. Per conservare accuratamente il letame è necessario: tenere il mucchio sempre umido, bagnandolo col colaticcio; mantenerlo costantemente compresso; difenderlo dal dilavamento delle piogge; ripararlo dal sole più ardente. Stratificando, ogni 30 cm. di letame, un po' di terra argillosa, si riducono al minimo le perdite d'azoto e degli altri elementi della fertilità; sicché la concimaia può dirsi veramente la miniera del contadino.

In pratica lo stallatico si deve usare bene stagionato, nella quantità di quintali 300 a 400 per ettaro nelle ordinarie coltivazioni dei campi e specialmente nelle colture di rinnovo (barbabietola, canapa, patata, fava, tabacco, ecc.); e così pure nella concimazione delle altre colture sarchiate meno adatte a precedere il grano, come la meliga, il miglio, il sorgo e le altre graminacee. Il letame riesce prezioso nell'impianto degli alberi fruttiferi e nelle colture dei vivai e degli ortaggi, per i quali la dose può accrescersi sino ai 500 e più quintali per ettaro. Non conviene, invece, somministrarlo direttamente al frumento perché si accrescerebbero le erbacce infestanti e si faciliterebbe l'allettamento, nonché l'invasione di malattie. Per i prati, analogamente, non riesce vantaggioso usare il semplice letame, ma bensì incorporarlo precedentemente con terra, mediante i terricciati. In ogni caso, lo stallatico non va lasciato esposto al sole, all'aria, alle intemperie; ma va tosto coperto con terra. Inoltre, non contenendo gli elementi della fertilità nelle giuste proporzioni, ed essendo molto costoso, e d'altra parte in quantità generalmente insufficiente ai bisogni dell'azienda, il letame conviene sempre completarlo e spesso sostituirlo con qualcuno dei numerosi altri concimi organici animali e vegetali, e soprattutto coi concimi chimici.

Concimi azotati. - Nitrato di calcio, prodotto sintetico che contiene il 15,5%, di azoto prontamente assimilabile e il 30% di calcio (v. concimi). È preferito per le concimazioni in copertura del frumento, delle sarchiate, delle piante industriali e specialmente delle colture ortensi. Si usa nelle dosi da due a tre quintali per ettaro, somministrandolo in più volte, a distanza di due settimane circa tra l'uno e l'altro spandimento.

Nitrato di soda, proveniente dai giacimenti del Chile, col 15,5% di azoto. È il più antico concime azotato, pure di pronta azione; ma che si va gradualmente sostituendo col precedente nitrato. Si usa nelle eguali dosi e nello stesso modo del nitrato di calcio.

Nitrato ammonico, contenente il 35% di azoto, metà nitrico e metà ammoniacale, e quindi a duplice azione: rapida e graduale. È adatto per ogni terreno e per tutte le colture; eccellente poi per le concimazioni invernali e primaverili del grano. Si applica nella dose di 1 a 2 quintali per ettaro, suddivisi in tre riprese.

Solfato ammonico, col 21% di azoto ammoniacale ad azione graduale; è adatto specialmente per le concimazioni autunnali. Dà ottimi risultati particolarmente nei terreni provvisti di calcio. È pure consigliabile nelle concimazioni d'impianto delle colture arboree e dei fruttiferi. Si usa nelle quantità di quintali 2 a 3 per ettaro; e kg. 0,5 per ogni pianta.

Solfonitrato ammonico, col 26% di azoto, di cui 6,5 allo stato nitrico e 19,5 allo stato ammoniacale. Riassumendo in sé i vantaggi del solfato ammonico e del nitrato ammonico, riesce efficacissimo nelle diverse concimazioni prima delle semine o dei trapianti, e anche in copertura sul frumento e sulle altre coltivazioni a dosi frazionate e ripetute, per una quantità complessiva di 1 a 3 quintali.

Calciocianamide (v.), prodotto nazionale sintetico, col 15-16% di azoto e col 45% di calce. Risultando oggi il più economico dei concimi azotati, è adoperato per le diverse coltivazioni erbacee e arboree, con grande profitto particolarmente nei terreni scarsi di calce e in quelli freschi, o a reazione acida, come le risaie ed i prati irrigui. Giova pure per la sua concomitante azione anticrittogamica e insettifuga, adottandosi però in questi casi le dosi massime di quintali 7 a 8 per ettaro; mentre nelle concimazioni normali basterà somministrarne da 2 a 4 quintali.

Concimi fosfatici. - Perfosfato minerale, che attualmente viene preparato con diversi titoli che vanno da un minimo del 14-16% al 18-20% (e anche oltre) di anidride fosforica, unitamente al 50% di solfato di calcio. Va interrato abbastanza profondamente prima delle semine e dei trapianti, nonché per le concimazioni degli alberi, e per quelle autunnali dei prati. I titoli alti riescono più vantaggiosi perché fanno risparmiare nelle spese di trasporto e di spandimento. È di azione pronta in ogni terreno e per tutte le colture. In pratica le dosi migliori sono comprese tra i 6 e i 10 quintali per ettaro. Per le singole piante arboree, a seconda dello sviluppo, si spanderà nella misura di kg. 0,5 a 2.

Perfosfato d'ossa, col 16-18% di anidride fosforica solubile, e l'i a 2% di azoto organico, oltre al 50% circa di solfato di calcio. Sarebbe un concime fosfatico molto efficace, ma è piuttosto costoso, e vien prodotto in quantità limitate. Si usa nella misura e nei modi accennati per il perfosfato minerale. Può consigliarsi nelle colture ortensi e nelle ricche coltivazioni di piante industriali.

Scorie Thomas, che sono residui della lavorazione dell'acciaio e contengono pure ferro, calce, magnesia e manganese. In passato erano largamente usate nella concimazione dei terreni umiferi e specialmente nei prati, nelle vigne e nei frutteti; ma oggi, sia perché le scorie vengono spesso surrogate con altre ottenute coi processi Martin, Siemens, ecc., e meno pregevoli per la minor percentuale di anidride solubile, sia perché possono venire sostituite con perfosfati di lavorazione nazionale, o ancora più economicamente con fosforite Italia di Kosseir, vanno perdendo terreno.

Fosforite Italia di Kosseir: è una delle migliori fosforiti, contiene dal 60 al 70% di fosfato tricalcico neutro, è pressoché insolubile nell'acqua, ma facilmente attaccabile dagli acidi, non solo minerali, ma anche organici, come sono quelli contenuti nelle radici. Le fosforiti perciò, se macinate in polvere finissima, impalpabile e precedentemente somministrate alle più adatte colture della rotazione agraria (specie al trifoglio, all'erba medica, alla canapa, al riso, alle colture intercalari leguminose e crocifere) costituiscono una concimazione-base eccellente ed economica, in quanto che la fosforite, viene a costare, a pari titolo, la metà degli altri concimi fosfatici. Le fosforiti servono pure egregiamente pel complemento razionale del letame, ed anche dei terricciati; riuscendo poi particolarmente adatte nelle concimazioni d'impianto dei medicai, trifogliai, coltivazioni intercalari, colture di rinnovo, fiori, ortaggi e alberi fruttiferi. Le fosforiti possedendo un minor grado di solubilità, devono usarsi in dose più alta dei comuni perfosfati e delle scorie; e cioè nella misura di 10 a 15 quintali per ettaro.

Vi sono poi altri fosfati, come il fosfato ammonico, il fosfato potassico, il fosfato alluminico, che contiene il 40% di anidride fosforica (e potrebbe convenire dove i trasporti fossero eccessivamente costosi) e diversi fosfati ancora, i quali hanno però applicazioni pratiche assai limitate. Invece, sta prendendo molta voga il fosfato biammonico, contenente il 50% di anidride fosforica solubile e circa il 20% di azoto ammoniacale, consentendo di risparmiare quasi i 3/4 della spesa di trasporto e di spandimento.

Concimi potassici. - Leucite: è un silicato doppio di alluminio e di potassio, col 21,5% di potassa. La leucite, che finora si usava nella dose di 4 a 5 quintali spargendola nell'autunno, oggi va assumendo maggiore importanza, grazie ai nuovi brevetti italiani di lavorazione.

Salino potassico: concime potassico nazionale, residuo della lavorazione industriale delle melasse negli zuccherifici: contiene dal 45 al 50% di ossido potassico, sotto forma di carbonato, assai adatto per le colture agricole specialmente nei terreni scarsi di alcalinità, pei quali le continuate somministrazioni di concimi fisiologicamente acidi (come i cloruri, e i solfati) costituiscono un serio pericolo, qual'è quello della continua diminuzione di alcalinità. È consigliabile per le diverse colture, e nella dose di 1 a 3 quintali.

Solfato potassico, proveniente in gran parte dalle miniere di Stassfurt, col 50% di ossido di potassio, è adatto per tabacco, bietola zuccherina, ortaggi, fiori e frutteti. Dose da 2 a 3 quintali.

Cloruro potassico, delle miniere di Alsazia e di Stassfurt, contiene il 52% di ossido di potassio. È particolarmente indicato per la canapa, il lino e le altre colture tessili, nonché per i prati e i pascoli, nei quali si distribuisce in dose di 2 a 3 quintali per ettaro. Il cloruro greggio è noto col nome di Kainite. La cenere non è un concime chimico, ma pel suo contenuto di carbonato potassico merita pure di essere annoverata tra i migliori fertilizzanti potassici.

Concimi calcarei. - Calce, che può essere calce viva (ossido di calcio) o calce spenta (idrato di calcio), e si applica alle diverse colture specialmente là dove i terreni sono eccessivamente umiferi o poco fertili per acidità organica o minerale. Si usa nella dose di 6 a 12 quintali per ettaro, ottenendosene buoni risultati, perché la calce rende soffici i terreni argillosi compatti col coagulare l'argilla colloidale, elimina il cloro che deriva da altri concimi, neutralizza i concimi fisiologicamente acidi (cloruro potassico, solfato ammonico, solfato potassico, ecc.), libera il potassio dai silicati zeolitici insolubili, rende più assimilabili i fosfati di ferro, e infine riesce utilissima allo sviluppo dei batterî nitrificanti del terreno, nonché a combattere insetti e crittogame.

Gesso, o solfato di calcio; è applicato nell'autunno in dose di 5-8 quintali, agisce beneficamente non soltanto per le leguminose, per i prati, per le piante tessili, ecc., ma anche per il frumento, del quale favorisce ed accellera la germinazione. Il gesso agricolo, per la molteplice efficacia che esplica col trattenere il carbonato ammonico, col disgiungere i silicati zeolitici, rendendo solubile la potassa e soprattutto accrescendo la permeabilità nelle terre argillose, riesce molto utile, anche per l'elemento solfo che porta al terreno.

Quando nella formula di concimazione vi siano già dei solfati, conviene preferire il carbonato di calcio polverulento, che è un concime fisiologicamente basico.

Fertilizzanti oligodinamici. - Infine sono da notare quelle sostanze fertilizzanti che, agendo in dosi piccolissime, furono dette dal Naegeli oligodinamiche, e tra esse venne particolarmente studiato il manganese, cui si possono aggiungere a buon diritto anche il ferro, il magnesio, il solfo, ecc., indispensabili per la vegetazione ma che, per lo più, si trovano già in quantità sufficiente alle esigenze colturali. Queste sostanze oligodinamiche è bene siano presenti alla mente dell'agricoltore moderno per rimediare, all'occorrenza, ad alcuni (apparentemente inesplicabili) casi di sterilità del terreno.

Un nuovo concetto della fertilità del terreno suggerisce pure di neutralizzare le secrezioni delle radici di precedenti colture; a questo scopo si è dimostrato molto efficace il tannino.

Concimazioni. - Nella pratica conviene distinguere le concimazioni d'impianto e le concimazioni periodiche (autunnali, invernali, primaverili). Le concimazioni d'impianto dovranno essere tanto più generose quanto più arduo riesce far giungere agli strati profondi del suolo gli alimenti dotati di minor facoltà di penetrazione, quali i fosfati. Nelle concimazioni d'impianto, quindi, si adotteranno le dosi massime indicate; e che risultano per lo meno raddoppiate, in confronto di quelle in uso vent'anni addietro.

Anche a non essere entusiasti delle rigide formule applicate alla campagna, tuttavia è necessario presentare qualche cifra indicativa, praticamente utile per concretare i consigli e per avere una base cui avvicinarsi.

In tutti i casi precedentemente esposti, i sali azotati si debbono distribuire in più riprese.

Bibl.: L. Barbieri, Spiritus nitro-aerei operationes, Bologna 1680; G. Carradori, Sulla fertilità della terra, Pavia 1816; F. Re, Dei letami, Milano 1818; P. P. Dehérain, Les engrais, Chimie agricole, Parigi 1895; I. Giglioli, Nuovi concetti e nuove esperienze nella concimazione dei terreni, Roma 1908; C. V. Garola, les matières fertilisantes, e La pratique de la fumure, Parigi 1922; L. Cavazza, La legge del massimo, Torino 1929.

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