Confine

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

confine

Claudio Cerreti

Una linea che separa e allo stesso tempo unisce

In genere consideriamo il confine soprattutto dal punto di vista del diritto internazionale e della geografia politica: il confine è la linea che separa uno Stato da un altro. Il concetto, però, ha un'origine diversa e soprattutto ha un impiego molto più vasto: abbiamo bisogno di 'confini' anche per organizzare il nostro pensiero. Il concetto di confine è uno degli strumenti che impieghiamo per padroneggiare la realtà

Il bisogno del limite

All'origine il confine è la linea ‒ anche solo astratta, non visibile in nessun modo ‒ che separa le proprietà, per esempio i terreni coltivati: in pratica, la linea fino alla quale si estendono due terreni adiacenti appartenenti a due diverse persone. La parola fine viene dal latino (finis) e, come in italiano, indica la conclusione di qualcosa (in latino veniva usata proprio per indicare il confine); 'con-fine' vuol dire che quella conclusione è comune, è la stessa per entrambi i terreni. Ognuno dei due terreni, cioè, finisce, ha termine, è limitato, si conclude sulla stessa linea. Siamo spesso costretti, dunque, a usare parole che significano la stessa cosa: concludere e conclusione si riferiscono alla chiusura ‒ cioè alla funzione del confine, che chiude il terreno e separa ciò che è mio da ciò che è di qualcun altro. Terminus era il nome adoperato dai Romani per i segnali che indicavano il percorso della linea di un confine (pietre, pali, muretti); da terminus deriva la nostra parola termine. Anche limite viene dal latino (limes) e indicava il confine fortificato.

Il concetto è chiaro: confine è la linea lungo la quale corre una divisione, una separazione, una discontinuità. Però, dato che la divisione avviene lungo una linea, quella è al tempo stesso anche una linea di contatto: bisogna dunque tenere presente che un confine qualsiasi non solo separa, ma anche unisce. In natura, poi, non esiste discontinuità, e, quindi, qualsiasi confine, qualsiasi limite è puramente artificiale e convenzionale.

Spesso usiamo la parola confine e i suoi sinonimi in senso figurato e metaforico, come se per ragionare avessimo proprio continuamente bisogno di individuare linee di divisione. Infatti spesso ci serviamo di 'de-finizioni', operazioni che stabiliscono confini tra concetti e tra parole e ci consentono di usare bene quei concetti e quelle parole: mettere confini ci serve per dare un senso alle cose.

Confini e politica

Quando si parla di confine politico, cioè della linea che separa uno Stato da un altro, si applica proprio il concetto originario della parola. Il confine politico è la linea che separa lo spazio soggetto al potere di uno Stato dallo spazio soggetto al potere di un altro Stato: anziché separare terreni che hanno proprietari differenti, il confine politico separa territori che hanno leggi e organizzazioni differenti. Anche nel caso delle separazioni fra province, per esempio, o fra comuni, si parla di confine ‒ anche se sarebbe meglio parlare di limite (amministrativo), per non fare confusione.

I confini politici interstatali spesso sono distinti convenzionalmente in naturali e artificiali. In effetti, però, tutti i confini sono artificiali. Con questa distinzione si vuole solo dire che in certi casi i confini seguono qualche elemento naturale del paesaggio (per esempio un fiume o la riva del mare), e allora vengono detti naturali; in altri casi, invece, seguono una linea del tutto arbitraria, come nel caso delle linee rette che separano gran parte degli Stati dell'Africa, i cui confini furono decisi a tavolino dalle potenze coloniali (colonialismo), e allora vengono detti artificiali o anche geometrici, perché non tengono conto degli elementi naturali del paesaggio. Ma non bisogna farsi ingannare da questa convenzione: non esistono confini davvero naturali e nessun elemento del paesaggio separa davvero qualcosa da qualcos'altro.

Tutti i confini politici sono confini storici perché sono state le vicende storiche ‒ come migrazioni, guerre, trattati ‒ a fissare i confini tra due Stati. Generalmente, il confine viene precisato o modificato con un trattato fra gli Stati.

Attraversare un confine politico può essere un'operazione delicata, e per questo in genere i confini sono sottoposti a un controllo: si esce dal territorio in cui ha valore un certo insieme di leggi e si entra in un territorio in cui ne valgono altre.

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