PRESENTE, CONGIUNTIVO

La grammatica italiana (2012)

PRESENTE, CONGIUNTIVO


Il presente del modo ➔congiuntivo è un tempo verbale usato sia in proposizioni principali, sia in proposizioni subordinate.

Nelle proposizioni ➔principali può essere usato con diverse funzioni:

– per esprimere un dubbio, un’ipotesi, un evento ritenuto poco rilevante; di solito è introdotto dalla congiunzione che

Che Federico venga con noi o no, non fa alcuna differenza

Che anche questo Natale nevichi come l’anno passato?

– per manifestare una volontà, un desiderio

Vogliate farci la cortesia di venire con noi

Che Dio ti aiuti!

– come imperativo di 3a persona, singolare e plurale

Pensi positivo e vedrà che tutto si risolverà

Dottor Rossi, mi lasci lavorare in pace!

– in alcune espressioni idiomatiche

sia quel che sia

costi quel che costi

viva la mamma

Nelle proposizioni ➔subordinate, il presente del congiuntivo si usa per esprimere la contemporaneità dell’azione con quanto espresso dal verbo della proposizione principale. In questo caso dipende da verbi di opinione come credere, pensare, ritenere, o da verbi desiderativi come volere, sperare, desiderare usati al tempo presente o al futuro

Credo che Francesca sia a casa domani

Voglio che tu rimanga qui con me

I tuoi amici penseranno che tu sia matto

In alcuni verbi (come gli ausiliari essere e avere o i ➔servili sapere e volere) il congiuntivo sostituisce anche la 2a persona singolare e plurale dell’➔imperativo.

Per la 2a persona plurale si usano le forme regolari (siate, abbiate, sappiate, vogliate).

Per la 2a singolare si usano, invece, le antiche forme sii, abbi, sappi, vogli ormai scorrette come forme del congiuntivo e di fatto specializzate come forme dell’imperativo.

Usi

La forza di attrazione delle forme della I coniugazione sulle altre classi verbali è tale che non è raro incontrare forme scorrette del tipo venghi o venghino, attestate anche in passato ma oggi da considerare scorrette e da evitare.

Spesso forme scorrette di congiuntivo sono usate con evidente intento ironico

Venghino, signori, venghino sulla giostra delle amministrative che sbaraglia gli steccati di partito, di coalizione, persino ideologici («La Repubblica»).

Storia

Fino alla fine dell’Ottocento, forme come abbi, facci, vada erano, alla 2a persona singolare, considerate ancora lecite

io credo che tu abbi in capo una mala intenzione (G. Leopardi, Operette morali)

ed erano addirittura prescritte da grammatiche di successo, come quella del purista Basilio Puoti.

Nell’italiano contemporaneo – tranne che nei casi in cui sostituiscono l’imperativo – si tratta di forme scorrette e addirittura ridicole, tanto da essere state usate per la caratterizzazione di una maschera comica come quella del ragionier Ugo Fantozzi.

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