Congregazionalismo

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Movimento religioso riformato, che professa l’assoluta indipendenza di ogni congregazione locale in materia di fede e di disciplina ecclesiastica, e la separazione completa dallo Stato. Trae origine nel 16° sec. dall’opposizione dei puritani alla chiesa anglicana per la sua sottomissione al potere civile. Uno dei suoi primi rappresentanti fu R. Browne, che a Norwich fondò una congregazione, retta dal più intransigente spirito democratico. Costretti a emigrare, i congregazionalisti formarono comunità in Olanda (a Leida la prima Chiesa indipendente fu costituita da J. Robinson); tornati in Inghilterra sotto O. Cromwell, furono ancora colpiti da vari atti del Parlamento sotto Carlo II e beneficiarono infine dell’atto di tolleranza di Guglielmo d’Orange. I principi congregazionalisti furono portati nell’America Settentrionale dai Padri Pellegrini, che fondarono comunità in Massachusetts e Connecticut.

La teologia dei congregazionalisti è calvinista. Particolarmente importante è la concezione della Chiesa come comunità di credenti (fondata su un tacito patto tra i fedeli e Dio), che si realizza storicamente attraverso varie comunità o Chiese, ognuna autonoma e democraticamente organizzata (con il suffragio dei fedeli sono designati il pastore e gli altri ministri). Notevole è stata l’attività del c. in campo scolastico e missionario.

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