CONGREGAZIONALISMO

Enciclopedia Italiana (1931)

CONGREGAZIONALISMO

Mario Niccoli

. Denominazione protestante, largamente diffusa in Inghilterra e soprattutto negli Stati Uniti d'America, professante l'assoluta indipendenza di ogni comunità (congregazione) in materia di fede e di disciplina ecclesiastica e la separazione completa dallo stato.

Il movimento congregazionalista trova la sua origine nell'opposizione puritana sorta in Inghilterra nel sec. XVI contro la Chiesa anglicana sottomessa al potere civile, e rivelante, agli occhi dei più intransigenti calvinisti, in molti dei suoi riti e nella sua stessa organizzazione ancora troppi punti di contatto con la Chiesa di Roma. I più intransigenti fra questi oppositori, restii anche a costituirsi in comunità sul modello presbiteriano, si riannodano alla propaganda democratica di Roberto Browne (v.) che nell'ultimo quarto del secolo si era dato a propugnare la costituzione di comunità perfettamente indipendenti fra loro (donde il nome spesso dato alla setta) e dallo stato, costituite secondo il "modello apostolico". Una prima congregazione fondata a Norwich prosperò con grande rapidità. Ma le persecuzioni obbligarono i brownisti a emigrare in Olanda dove, a Leida, fu costituita la prima "chiesa indipendente" sotto la direzione di John Robinson. Sotto Oliviero Cromwell le comunità indipendenti trovarono di nuovo larga accoglienza in Inghilterra e 5 loro rappresentanti furono chiamati a partecipare nel 1643 all'assemblea di Westminster. Nel 1658 fu tenuta al Palazzo Savoy a Londra la prima adunanza generale delle chiese congregazionaliste. La restaurazione di Carlo II fu avversa ai congregazionalisti colpiti successivamente da una serie di atti del Parlamento: Corporation act (1661), Act of uniformity (1662), Conventicle act (1663, rinnovato nel 1670), Five-mile act (1665) e Test act (1673). Dopo la proclamazione dell'atto di tolleranza per opera di Guglielmo d'Orange (1689) le comunità indipendenti e congregazionaliste vissero tranquille salvo la parentesi (1702-1714) rappresentata dal regno di Anna Stuart.

I principî congregazionalisti furono importati nelle colonie inglesi del Nord America da quei gruppi di puritani indipendenti emigrati in Olanda al tempo della prima persecuzione contro di essi. I Pilgrim fathers fondarono le prime comunità nel Massachusetts (1620) e nel Connecticut (1628). I principî democratici insiti nella concezione congregazionalista della Chiesa e le particolari vicende storiche delle colonie inglesi nordamericane spiegano il largo diffondersi del congregazionalismo in America.

I congregazionalisti aderiscono alla teologia calvinista e per essi, come per i presbiteriani di Scozia, la confessione di Westminster è base della loro professione di fede. Da ogni altra denominazione cristiana essi differiscono invece per la loro particolare dottrina circa la Chiesa. In linea di massima si può dire che i congregazionalisti sono nettamente avversi a ogni chiesa di stato e non riconoscono (a differenza dei cattolici e degli anglicani) l'episcopato, né i sinodi (non assolutamente, questi, come si vedrà) e le assemblee generali del clero (a differenza dei presbiteriani). Essi distinguono la Chiesa invisibile, comprendente quanti in ogni tempo sono stati individualmente eletti da Dio, dalla Chiesa visibile o meglio dalle chiese visibili, cioè associazioni puramente locali di fedeli (visible saints) tutte ugualmente ed esclusivamente dipendenti da Cristo. Queste chiese hanno vita autonoma e indipendente l'una dall'altra e ognuna di esse sceglie attraverso il suffragio dei fedeli tutti il proprio pastore e gli altri ufficiali (maestri, anziani, diaconi e aiutanti) della comunità. Il pastore, cui vengono imposte le mani dalla maggioranza della chiesa, è tale in quanto è eletto dalla chiesa e nessuna persona potrebbe far parte della chiesa se non con il consenso del resto dei fedeli che decidono altresì circa l'esclusione dei membri rivelatisi indegni.

Il presupposto mistico, per così dire, di questa concezione nettamente democratica è che un patto sia pur tacito di solidarietà lega i fedeli tra loro e con Dio. Del resto nel corso della sua storia il congregazionalismo non andò del tutto esente da contrasti nel concepire la Chiesa, contrasti che riflettono spesso l'antitetica mentalità dei due maggiori esponenti letterarî di esso: Robert Browne e H. Barrow: profondamente imbevuto d'idee democratiche il primo, più incline, il secondo, per il suo misticismo, a considerare la Chiesa come amministratrice di carismi. La Chiesa sarebbe tale, in altre parole, in quanto i singoli e la collettività dei fedeli vengono a iscriversi e a partecipare, in quanto costituiti in comunità, della chiesa di Cristo, governata non da statuti scelti a maggioranza di voti, ma dall'amore, e ammaestrata dallo Spirito che dispensa a ciascuno i suoi carismi.

D'altra parte, sia sul terreno della costituzione sia su quello teologico i congregazionalisti si sono in alcuni casi allontanati dalle loro primitive idee. Infatti, mentre la dichiarazione del Savoy slabilisce che in caso di difficoltà o di contrasti circa qualche punto di dottrina o di prassi disciplinare relativi a una sola chiesa o a parecchie si può radunare un concilio dei legati delle varie chiese ma che questi concilî non hanno nessun effettivo potere giurisdizionale sulle singole comunità, né possono quindi imporre a esse le proprie decisioni, il congregazionalismo americano non ammette oggi alcun ministro che non sia stato approvato dall'Association alla quale deve appartenere. E ogni nuova comunità per essere riconosciuta come congregazionalista deve essere accolta in comunione dalle altre chiese del suo distretto. In Inghilterra fin dal 1833 si è poi costituita una Congregational union of England and Wales che riunisce le chiese associate una volta l'anno e nomina nel suo seno un presidente che resta in carica un anno. Più grave l'abbandono da parte di molte comunità congregazionaliste americane della teologia calvinista soprattutto per quello che riguarda la dottrina della predestinazione e della Trinità: si sono così formate nella prima metà del secolo scorso, specie nel Massachusetts, numerose comunità unitariane (v. unitariani).

L'esclusione dei congregazionalisti dalle universitb inglesi, avvenuta all'epoca delle persecuzioni, spinse il congregazionalismo a fondare scuole e collegi denominazionali che, specialmente in America, ebbero prosperità e importanza notevoli nella vita culturale della nazione (Harvard College, fondato nel 1636; Yale College, fondato nel 1701). Otto seminarî teologici curano in America la preparazione dei pastori (Andover, Mass.; Atlanta, Georgia; Bangor, Maine; New Haven e Hartford, Connecticut; Oberlin, Ohio; Chicago, Illinois; Berkeley, California). Oltre all'istruzione dei giovani il congregazionalismo si è dedicato in particolar modo alla propaganda missionaria. Comunità congregazionaliste esistono un po' in tutto il mondo: statistiche anteriori alla guerra mondiale registrano in totale 12.703 comunità congregazionaliste con 1.376.424 membri e 1.605.417 discepoli delle scuole congregazionaliste di cui negli Stati Uniti 1991 chiese, 730.718 fedeli e 696.367 scolari, dove nel 1926 erano rispettivamente 5608, 914.695 e 769.372. Nel Canada i congregazionalisti si sono fusi (1911) con i battisti, i metodisti e i presbiterani nella United Church of Canada. In Inghilterra statistiche anteriori alla guerra denunciavano complessivamente per la Gran Bretagna e l'Irlanda, 4903 chiese, 497.329 membri e 715.227 scolari. Nei dominî inglesi il congregazionalismo è soprattutto diffuso nell'Africa del Sud (Congregational union of South Africa).

Bibl.: H. M. Dexter, The Congregationalism of the last three hundred years as seen in its literature, New York 1880; id., Congregationalism: What it is; Whence it is; How it works, Boston 1865; J. Brown, The Pilgrim Fathers, Londra 1895; E. Arber, The story of the Pilgrim Fathers, Londra 1897; B. Hanbury, Historical Memorials relating to the Independents, Londra 1839-44; G. Punchard, Hist. of Congregationalism, Boston 1865-81; J. Waddington, Congreg. Hist., Londra 1869-78; W. Walker, The Creeds and Platforms of Congregationalism, New York 1893; id., Hist. of the Congreg. Churches in the United States, New York 1894; A. E. Dunning, Congregationalists in America, New York 1894; R. W. Dale, Hist. of Eng. Congregationalism, Londra 1907; A. Peel, The First congregational churches, 1920; E. I. Price, Handbook of Congregationalism, 1924; W. B. Selbie, Congregationalism, 1928. - Dati statistici nel Congregational year-book che si pubblica ogni anno in America e in Inghilterra. Vedi anche i saggi pubblicati dalle due riviste confessionali The congregational Church monthly e Congregational quarterly.

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