CONNECTICUT

Enciclopedia Italiana (1931)

CONNECTICUT (A. T., 132-133)

Giuseppe CARACI
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Uno dei tredici stati nord-atlantici che formarono il nucleo degli attuali Stati Uniti; fondato nel 1637, eretto in colonia autonoma nel 1662. Per superficie (12.860 kmq.) è il terz'ultimo dell'Unione, ma è uno dei più densamente popolati, perché superato soltanto dal Rhode Island e dal New Jersey. Si sviluppa a N. di Long Island, da cui lo divide lo stretto (Sound) omonimo. Il territorio s'innalza con pendio dolce dal mare verso l'interno, formando come un ampio piano inclinato verso S., o meglio da NO. a SE. L'altezza media è di circa 150 m., la massima, proprio sull'angolo NO. dello stato, nel monte Bear (718 m.). Più che dalle incisioni fluviali, la relativa uniformità del piano è disturbata dall'emergere di non molto estese masse rocciose, che corrispondono a resti di espandimenti eruttivi (traps) più resistenti all'erosione che impresse al paesaggio il suo carattere di avanzata senilità (West Rock Ridge, Hanging Hills). Le valli del Housatonic e del suo affluente Naugatuck, del Connecticut e del Thames, con i loro tributarî, solcano la regione correndo grosso modo da N. verso S.: la maggiore, che rappresenta una via naturale verso il S. Lorenzo, ebbe nello sviluppo e nella colonizzazione del paese un'importanza paragonabile, salve le proporzioni, a quella del Hudson. Verso O. le incisioni vallive sono più profonde; in tutte gli effetti delle glaciazioni pleistoceniche hanno disturbato il regolare scolo delle acque. Per il recente abbassamento della costa le foci fluviali risultarono allargate, consentendo alle grandi navi di risalire per un buon tratto entro terra.

Le temperature invernali sono assai basse (sulle coste da −2° a −6°, con minime di oltre −30° in gennaio), e, al contrario, abbastanza elevati i calori estivi (da 21° a 23°), ma più caratteristici ancora sono il brusco salto delle temperature diurne (da 20° a 25°), le improvvise ondate di freddo e i geli notturni anche nel bel mezzo dell'estate, condizioni sfavorevoli per le colture. Le precipitazioni sono abbondanti (in generale sopra il metro), ma cadono spesso in forma di violenti rovesci, massime al principio dell'estate.

La colonizzazione, iniziata anche qui, nel sec. XVII, come conseguenza del movimento puritano, ebbe e mantenne a lungo carattere di insediamento, una parte dei coloni dedicandosi però alla pesca e alla caccia; ma mutò radicalmente nel secolo scorso con lo sviluppo delle industrie. Mentre agricoltori e allevatori tendevano a spostarsi verso O., solo alcune colture industriali (in primo luogo quella del tabacco) assunsero una decisiva importanza. Cereali (soprattutto mais) e patate dànno un prodotto veramente notevole, ma solo piccole aree sono dedicate a queste colture. L'abbondanza dei prati ha permesso l'allevamento (250 mila bovini, 35 mila cavalli) e favorito l'industria dei latticinî; importanza hanno anche gli alberi da frutta.

Fin dalla prima metà del sec. XVIII dal Connecticut si estraevano ferro (Salisbury) e rame; più tardi furono scoperti oro, argento e piombo, ma anche in questo caso a un periodo di fiore seguì la depressione, dovuta alla concorrenza degli altri territorî dell'Unione. Per contro la grande abbondanza di materiali da costruzione ha meritato al Connecticut il soprannome di Freestone state (stato della pietra da taglio): graniti, arenarie, marmo verde e bianco, porfidi, ardesie micacee, calce idraulica, ecc.

La popolazione nel 1790 contava poco più di 200 mila abitanti, toccava quasi il milione al principio del nostro secolo, ed è oggi di 1.800.000 ab. (densità 138 ab. per kmq.). I Bianchi vi sono in assoluta prevalenza, i Negri rappresentano appena l'1,5%. Notevolissimo è il contingente italiano (21,3%), superiore, dopo l'inglese, a quello di tutti gli altri stati europei (10,3% Russi, 6% Tedeschi). La popolazione urbana rappresenta circa il 70% della totale. Una decina di città superano i 25 mila ab., e quattro i 100 mila. I maggiori centri si distribuiscono lungo il corso o nel bacino del Connecticut (Hartford, la capitale, 180 mila abitanti, East Hartford, Middletown, Portland), del Naugatuck (Waterbury, 100 mila ab., Ansonia, Derby, Shelton, Naugatuck, Torrington) e del Thames (New London, Norwich, Putnam) e sono in sostanza centri manifatturieri. Grossi agglomerati urbani sono anche lungo la costa; principali: New Haven, la città più popolosa (190 mila ab.) e sede della Yale University, e Bridgeport (180 mila abitanti).

Nelle industrie, che alimentano oltre 3 mila opifici e occupano 250 mila operai, primeggiano le tessili, la lavorazione del cuoio (Naugatuck), la coltelleria (Middleto wn, Meriden), la preparazione dei feltri (Danbury) e, quasi dovunque, la meccanica. A Bridgeport è sorto il più grande stabilimento di macchine da cucire del mondo.

Bibl.: C. M. Douglas, The Govern. of the People in the State of C., New York 1926; F. Morgan, C. as a Colony and State, Hartford 1922.

Storia. - La colonizzazione del Connecticut fu iniziata dagli Olandesi del New Netherland, che nel 1633 si stabilivano là dove ora sorge Hartford. Ma subito un gruppo di immigrati inglesi della colonia di New Plymouth si insediava sul fiume Connecticut, a Windsor; e nel 1634-35 giungeva un gruppo di puritani del Massachusetts, guidati specialmente da Tommaso Hooker. Sorgeva così la colonia del Connecticut, internamente retta da Fundamental Orders, entrati in vigore nel 1639 e fondati sulla sovranità popolare; sebbene i coloni fossero tutti puritani, il diritto di cittadinanza non era vincolato alla qualità di membro della chiesa puritana, mentre la vicina colonia di New Haven serbava rigidamente carattere confessionale. Accanto a questa colonizzazione dovuta all'iniziativa privata, si svolgeva una colonizzazione di stampo ufficiale, sotto gli auspici della compagnia di Plymouth: nel 1635 veniva fondata, alla foce del fiume, la colonia di Saybrook (così chiamata in onore di due membri della Compagnia, lord Say and Sele e lord Brooke).

Nel suo sviluppo morale il Connecticut serbava i caratteri comuni alle altre colonie puritane (New Haven, New Plymouth e Massachusetts) che con essa costituivano la Nuova Inghilterra: e cioè il rigido tono religioso della vita, il vigoroso senso della libertà individuale, e la tenace difesa del self-government. La carta regia del 1662, che da un lato aveva definito i limiti territoriali della colonia e vi aveva aggregato anche New Haven, aveva d'altro lato sistemato l'organizzazione di essa, sulla base di una notevolissima libertà interna, sì che il Connecticut si poteva considerare quasi un governo indipendente. Nel 1687 il governatore inglese della Nuova Inghilterra, Andros, per tradurre in realtà i progetti di unificazione delle colonie americane nutriti da Giacomo II, volle sopprimere la carta e annettere il Connecticut a New York; ma urtò in una violenta opposizione, e il tentativo fallì.

Un secolo più tardi, quella stessa coscienza dei proprî diritti e quello stesso spirito d'indipendenza fecero del Connecticut uno dei massimi centri della lotta per l'indipendenza; così come, nel sec. XIX, ne fece uno dei focolai della causa unionista e antischiavista. Nell'uno e nell'altro evento la storia del Connecticut finisce col confondersi con la storia stessa degli Stati Uniti. Qui basti pertanto ricordare solo che nel 1776 il Connecticut veniva organizzato come stato, uno dei primi dell'Unione nordamericana.

Bibl.: V. america: Storia dell'America anglosassone. Inoltre: B. Trumbull, A complete History of Connecticut from 1630 to 1764, 1804-18; G. L. Clark, A history of Connecticut, ecc. 1914; E. B. Sanford, A history of Connecticut, Hartford 1922; C. M. Andrews, Connecticut's Place in Colonial History, 1924; N. G. Oslom, History of Connecticut, 1925.

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