CELTIS, Conrad

Enciclopedia Italiana (1931)

CELTIS, Conrad (traduzione greca del vero nome, Conrad Pickel)

I. B.-A.

Umanista tedesco e poeta latino, nato il 1° febbraio 1459 a Wipfeld presso Schweinfurt, morto il 4 febbraio 1508 a Vienna. A diciassette anni fuggì dalla casa paterna, e studiò dapprima a Colonia (1477) poi a Heidelberg (1484) con Rudolf Agricola. Dopo la morte di questi, condusse quella vita errabonda che caratterizza la maggior parte degli umanisti tedeschi; e, a Lipsia, nel 1480, pubblicò il suo primo scritto: Ars versificandi et carminum, che lo rese celebre.

Nello stesso anno 1486 il C. si recò a Roma; nell'Accademia Romana fondata da Pomponio Leto egli ravvisò la realizzazione pratica delle sue idee umanistiche cosicché si propose di creare in Germania istituzioni simili. Il plauso unanime della Germania l'accolse al ritorno, e l'imperatore Federico lo incoronò poeta a Norimberga, nella dieta imperiale del 1487. A nessun Tedesco, prima di lui, era stato conferito questo onore. Nel 1489 si recò a Cracovia dove fondò la Sodalitas litteraria vistulana; poi visitò varie città, tra cui Praga, Vienna, Ratisbona, Heidelberg, cercando di unificare e rafforzare il più possibile il mondo umanistico. Fondò a Buda la Sodalitas litteraria Hungarorum, a Magonza la Sodalitas Rhenana. Dopo cinque anni d'insegnamento a Ingolstadt, si stabilì infine a Vienna, come professore di poesia e-di eloquenza, accedendo all'invito di Massimiliano I (1497): e quivi organizzò le prime rappresentazioni teatrali a corte e divenne, nel 1502, presidente del Collegium poetarum et mathematicorum. Fu in realtà uno dei massimi interpreti dello spirito di quei tempi, aperto alle nuove correnti che conducevano alla diretta indagine della natura e della storia. Contribuì perciò grandemente ad ampliare l'orizzonte degli studi e a migliorarne i metodi nelle università tedesche; e fra le sue poesie meritano particolare menzione le Odi (Odarum líbri IV, Strasburgo 1513), le elegie (Amorum libri IV, Norimberga 1502), gli epigrammi (pubblicati da Hartfelder, Berlino 1881), il poema incompiuto Theodoriceis; e fra gli altri suoi scritti il De origine, situ, moribus et institutis Norimbergae (Norimberga 1902), forse primo saggio di una vagheggiata più ampia opera Germania illustrata. Fu anche il primo editore delle opere di Roswita di Gandheseim; e lo scopritore della Tabula Peutingeriana.

Bibl.: Klüpfel, De vita et scriptis C. Celtis, Friburgo 1827; C. Bauch, Die Anfänge des Humanismus in Ingolstadt, 1901; id., Die Reception des Humanismus, in Wien, 1903; A. Werminghoff, C. Celtis und sein Buch über Nürnberg, 1925; e specialmente F. v. Bezold, in Hist. Zeitschrift, n. s., XIII.

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